Il Dow Jones supera i 30 mila punti: operatori fra prudenza e ottimismo

A Wall Street martedì l’indice Dow Jones ha stabilito un nuovo record storico, superando per la prima volta quota 30 mila punti, mettendo a segno un rialzo da inizio anno del 5,28% e del 61% dai minimi di marzo.
In generale, tutti gli indici borsistici hanno recuperato molto bene dopo la prima ondata di coronavirus, e alla base di questa ripresa vi sono munerosi fattori, fra cui la speranza in un vaccino e la conclusione delle elezioni americane. Quali sono gli scenari possibili per il futuro? Lo abbiamo chiesto a due esperti della piazza finanziaria ticinese.
«La crescita dell’indice Dow Jones di questi ultimi giorni - commenta Filippo Fink, investment specialist della banca EFG - è da ricondurre ai progressi nella messa a punto dei vaccini anti-coronavirus e all’avvio della transizione dei poteri alla Casa bianca al team del presidente eletto Joe Biden, benché Donald Trump non abbia ancora riconosciuto la sua vittoria. Pure la scelta di Janet Yellen, ex presidente della Fed, come prossimo segretario al Tesoro ha influito positivamente sui mercati finanziari. Oltre ad avere un profilo di rilievo, gode di un appoggio bipartisan che potrebbe facilitare l’approvazione dei piani di sostegno per l’economia».
Dati macroeconomici positivi
«I mercati azionari USA - prosegue - hanno pure beneficiato degli ultimi dati macroeconomici superiori alle attese che sembrerebbero stemperare i timori di un raffreddamento della ripresa economica a causa dell’aggravarsi dei casi di pandemia. Alludo in particolare ai dati PMI relativi al settore manifatturiero e dei servizi fuoriusciti al di sopra delle aspettative a indicare che il mondo imprenditoriale americano ha una visione positiva dell’evoluzione economica nel prossimo futuro».
«Le prospettive per il Dow Jones e per i principali indici azionari - precisa - rimangono a nostro avviso interessanti. Grazie all’efficacia dei vaccini, il pericolo di nuovi lockdown dovrebbe essere scongiurato permettendo all’economia di riprendersi definitivamente. Inoltre l’appoggio dei Governi con politiche fiscali senza precedenti e soprattutto la conferma delle principali banche centrali di voler continuare ad applicare politiche monetarie ultraespansive dovrebbero spingere i mercati azionari ulteriormente al rialzo».
«Inoltre, indirettamente i mercati azionari - rileva - beneficeranno dei rendimenti obbligazionari sulle principali valute prossimi allo zero se non addirittura in territorio negativo da tempo. A sostegno dei listini vi sono pure le valutazioni che non sono particolarmente eccessive».
«L’ottimismo - mette in guardia - appena espresso potrebbe essere offuscato da un incremento oltre misura dei casi di Covid che spingerebbero i governi ad intervenire con misure drastiche per contenere la pandemia. Altro fattore da osservare è la messa punto del vaccino. Ritardi nella distribuzione del vaccino e soprattutto complicazioni nella vaccinazione potrebbero incidere negativamente sui mercati azionari».
Wall Street contro Main Street
«Non esiste - spiega dal canto suo Pietro Scibona, capo divisione finanza e mercati della Banca del Sempione - un’unica ragione che spiega la recente euforia sui mercati azionari. Dopo una rovinosa discesa degli indici e un mercato finanziario estremamente disordinato, lo scorso marzo è iniziata una fase di progressiva ripresa, trainata dapprima dai titoli dei settori che hanno beneficiato del virus quale acceleratore, ossia quello cha ha a che fare con la tecnologia, con i temi «stay at home», e via dicendo. Nelle ultime settimane la prospettiva di vedere una luce in fondo al tunnel ha innescato una violenta ‘rotazione’ dove gli investitori si sono concentrati sulla prevedibile fine di questo periodo. Inoltre il rallentamento economico ha comunque aperto la strada agli interventi delle banche centrali e dei governi a sostegno dell’economia, anche attraverso nuove modalità, il cui consenso per la loro implementazione è stato raggiunto grazie alla gravità del momento».
«Certo - sottolinea - ci sono settori che sono e rimarranno molto colpiti dal rallentamento economico. Tuttavia vi sono anche molte aziende le cui azioni erano precipitate e sulle quali ora si investe sperando che in un futuro non lontano torneranno a produrre gli utili visti fino a qualche mese fa».
Il ruolo delle banche centrali
«Sicuramente l’andamento delle Borse è spinto da una valutazione di alternative che mancano: le politiche ultra accomodanti delle banche centrali probabilmente rimarranno tali per i prossimi anni. Al di là di fenomeni deflattivi di breve periodo, ci accompagnerà in media una inflazione che rende i tassi reali abbondantemente sotto zero. La tradizionale strategie buy and hold sui mercati obbligazionari porta con sé tassi nominali negativi (e tassi reali ancor più negativi). Per evitare una progressiva perdita di potere di acquisto i risparmiatori dovranno indirizzare sempre più quote dei propri portafogli ai mercati azionari».
«Ma bisognerà comprendere - conclude - i cambiamenti di tendenze (settoriali, geografici, e via dicendo), e si dovrà inoltre convivere con una volatilità elevata e imparare a guardare gli obiettivi di crescita del portafoglio nel giusto periodo di tempo, non facendosi sopraffare dall’errore di dare eccessivo o errato significato a inevitabili oscillazioni delle quotazioni».