Giappone

Il matrimonio tra Honda e Nissan verosimilmente non si farà

Le discussioni sul progetto di fusione da 60 miliardi di dollari si sarebbero arenate a causa di «incomprensioni» fra i due costruttori d’auto nipponici
© Eugene Hoshiko
Red. Economia
12.02.2025 23:45

Il progetto di una maxi fusione da 60 miliardi di dollari tra Honda e Nissan, annunciata nel dicembre scorso, sembra avviarsi verso un nulla di fatto. Negli scorsi giorni i media giapponesi hanno infatti riferito sulle attuali incomprensioni tra la dirigenza del secondo costruttore d’auto nipponico in merito al progetto di integrazione con la concorrente Honda, che vedrebbe quest’ultima spingere per un controllo effettivo della gestione operativa. Secondo il quotidiano economico-finanziario «Nikkei», la proposta di Honda prevede che Nissan diventi una sua sussidiaria, non rispettando gli accordi iniziali di dicembre, con la costituzione di una holding e il mantenimento dei rispettivi marchi. L’amministratore delegato di Nissan, Makoto Uchida, si è recato dal suo omologo Toshihiro Mibe la scorsa settimana per comunicare la volontà di porre fine alle discussioni dopo la proposta della filiale da parte di Honda. Entrambe le case automobilistiche hanno dichiarato che avrebbero fornito un aggiornamento nel corso del mese di febbraio.

I colloqui di dicembre, che facevano seguito a quelli preliminari iniziati già in marzo, esploravano l’opportunità di unire le forze e creare la terza casa automobilistica al mondo, dopo Toyota e Volkswagen, nel tentativo di poter competere ad armi pari con i costruttori cinesi e la statunitense Tesla sul mercato dei veicoli elettrici. Lo stesso amministratore delegato di Honda, Toshihiro Mibe, aveva insistito all’epoca che non si trattava di un salvataggio, malgrado il taglio di novemila posti di lavoro annunciato da Nissan, dopo aver registrato un crollo del 93% dell’utile netto del primo semestre.

Ma le trattative per la fusione si sarebbero arenate nel giro di poche settimane a causa dell’orgoglio di Nissan e dell’insufficiente attenzione riservata alla sua situazione, nonché della decisione improvvisa di Honda di rivedere i termini e proporre che Nissan diventi una filiale, secondo le testimonianze di sei persone a conoscenza delle discussioni raccolte da Reuters.

Inoltre, Honda avrebbe esercitato pressioni su Nissan affinché effettuasse tagli più profondi alla forza lavoro e alla capacità degli stabilimenti, ma Nissan non era disposta a prendere in considerazione la chiusura di fabbriche politicamente sensibili perché ciò avrebbe comportato una svalutazione del loro valore sulla carta e avrebbe danneggiato i suoi profitti, hanno dichiarato tre delle fonti di Reuters, aggiungendo anche di aver avuto l’impressione che Nissan ritenesse di potersi riprendere da sola, nonostante le crescenti difficoltà. Nissan non voleva chiudere le fabbriche

Stando ad altre due fonti di Reuters, le discussioni sulla fusione si sarebbero rapidamente arenate anche sul calcolo del rapporto di partecipazione alla società combinata. In privato, il CEO di Nissan Uchida avrebbe inoltre manifestato dubbi sulle prospettive dell’accordo, mentre i dirigenti di Honda si sarebbero lamentati anche dell’eccessiva lentezza del processo decisionale di Nissan, ritenendo inoltre che la strategia di rilancio di Nissan mancasse di dettagli e si sarebbero sentiti frustrati da quella che consideravano una riduzione insufficiente della capacità produttiva.

Non è chiaro che cosa (o se qualcosa) potrebbe riportare le case automobilistiche al tavolo. Sembra probabile, hanno detto le fonti di Reuters, che tornino all’accordo iniziale di collaborazione tecnologica. Se entrambe le aziende accettano di porre fine alle discussioni, nessuna delle due sarà tenuta a pagare una commissione di 100 miliardi di yen (650 milioni di dollari) per la rottura, secondo il memorandum d’intesa di dicembre.