Consumi

Impenna il debito privato e «la Svizzera non fa eccezione»

I prestiti personali in Svizzera sono aumentati del 19% nel periodo 2019-2022 - In Ticino (e Basilea Città) l’incremento è addirittura del 400%
L’età media delle persone che ricorrono al credito al consumo in Ticino è di 48 anni. ©Keystone/Christian Beutler
Dimitri Loringett
15.04.2023 06:00

Che si tratti di acquistare un’auto nuova, ristrutturare la casa o pianificare un viaggio, il credito al consumo è una delle soluzioni di finanziamento più popolari per gli svizzeri. Solo nel 2021, nel nostro Paese sono stati erogati più di 620.000 prestiti al consumo. Sulla base dei dati pubblicati in questi giorni da MultiCredit, società con sede a Friburgo specializzata in finanza privata, in Svizzera c’è stata una vera e propria corsa ai prestiti da parte dei consumatori in seguito alla pandemia di COVID-19.

Nel 2022, il numero di questo genere di prestiti è aumentato del 19% rispetto al 2019. Sul piano cantonale, il «primato» è del Canton Ticino che, assieme alla città di Basilea, ha registrato un aumento del 400% del numero di prestiti al consumo tra il 2019 e il 2022. Nel periodo in rassegna, l’importo medio per ogni prestito in Svizzera è leggermente superiore a 39.000 franchi, in Ticino il dato è 28.183 franchi, il 25% in meno rispetto alla media nazionale - ma nel 2022 nel cantone sud alpino è stato segnato un aumento del 14%, pari a 31.457 franchi - un livello mai raggiunto prima.

Svizzeri e indebitamento

«Questi dati non mi sorprendono», commenta a caldo Spartaco Greppi, professore e ricercatore al Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (Deass) della Supsi. «La Svizzera - spiega - è uno dei Paesi a economia avanzata dove il debito delle economie domestiche è un multiplo del reddito disponibile, con il debito ipotecario che è di gran lunga la parte preponderante».

Stando agli ultimi dati disponibili dell’Ufficio federale di statistica, nel 2020 più del 40% della popolazione svizzera vive in un’economia domestica con almeno un tipo di debito e quasi il 7% ha accumulato almeno tre tipi di debito. Oltre al mutuo per la casa (che non rientra però nella categoria dei consumi e riguarda comunque solo un terzo circa della popolazione), si parla soprattutto di leasing dell’auto e di acquisti a rate per beni di consumo. «La Svizzera non fa eccezione rispetto ad altri Paesi in Europa, dove il segmento del credito privato è cresciuto molto negli anni anche grazie alla deregolamentazione», commenta Greppi.

Consumi, debito e inclusione

La questione dei consumi e del debito va inserita nel contesto più ampio del ruolo che hanno nello sviluppo economico di un Paese. «Uno dei fondatori dell’economia politica, Adam Smith - continua il nostro interlocutore - riteneva che il livello dei consumi fosse determinato dagli standard imposti dall’insieme della società. In epoca moderna i mezzi per essere adeguatamente “inclusi” nella società sono molti, si pensi all’auto, ai dispositivi digitali, le ferie, l’abbigliamento ecc. L’indebitamento personale, quindi, non va visto a priori in ottica negativa o con un approccio “morale”, tant’è vero che il ricorso al prestito personale avviene spesso anche da persone con livelli salariali “normali”».

Un fenomeno da tener d’occhio

L’esplosione del credito al consumo in Ticino resta un fenomeno da tener d’occhio. Ancora Greppi: «Dai dati pubblicati, si osserva che sono in aumento i prestiti personali concessi per formazione e determinati servizi sanitari, due settori dove si assiste a un relativo disimpegno dello Stato sociale. Inoltre, c’è la questione dei divorzi che spesso spingono le entità famigliari divise a indebitarsi per far fronte alle spese e “restare a galla”. I fattori all’origine dell’indebitamento sono insomma molteplici e hanno una valenza strutturale. Di certo, in un contesto come quello attuale, in cui i salari non salgono, l’inflazione è sostenuta e il rischio di rallentamento economico è verosimile, sarà importante non sottovalutare il rischio di espansione del sovraindebitamento», conclude l’esperto.