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Integrazione Credit Suisse in UBS: si partirà con le filiali di Locarno e Bellinzona

La fusione tra le unità elvetiche dei due istituti procede più speditamente del previsto - Con il direttore regionale Luca Pedrotti abbiamo parlato della situazione in Ticino
Per la sede luganese di CS in via Vegezzi ci sono già dei candidati interessati a subentrare. © CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
12.06.2024 21:45

«L'integrazione di CS in UBS è molto complessa ma stiamo procedendo bene, anche più celermente di quanto previsto». Sono le parole del direttore regionale di UBS Ticino Luca Pedrotti, da noi contattato, che confermano le dichiarazioni rilasciate alla NZZ dalla responsabile di UBS Svizzera Sabine Keller-Busse riguardo l'integrazione fra i due istituti che «potrebbe avvenire già il primo di luglio quest'anno». 

L'integrazione implica anche la migrazione fisica dei dipendenti, un aspetto piuttosto delicato che UBS sta affrontando con un progetto pilota che vede coinvolte cinque sedi in Svizzera, di cui una a Mendrisio e sul quale abbiamo riferito a inizio marzo. «Questi progetti andranno avanti fin dopo l'estate, dopodiché vi saranno alcuni mesi di preparazione per l'integrazione di tutte le filiali a partire da inizio 2025», spiega Pedrotti. 

Riguardo alle filiali ticinesi, il direttore regionale indica che «le prime che saranno toccate sono quelle di Locarno e Bellinzona, in seguito tutte le altre nel corso del secondo e terzo trimestre» e precisa che i dipendenti ex CS interessati verranno trasferiti nelle sedi UBS, «anche perché buona parte degli stabili ex CS sono in affitto». Riguardo al «salotto di Lugano», ovvero Piazza della Riforma, Pedrotti conferma che le due storiche e prestigiose sedi saranno mantenute, «se non altro, perché sono entrambe di proprietà», aggiungendo che ci sono altri casi simili in Svizzera. Riguardo ancora gli spazi nella città sulle sponde del Ceresio sorge spontanea la domanda sul destino degli stabili ex CS, in particolare quello molto centrale di via Vegezzi al quale, stando a voci a noi giunte, sarebbe interessato un altro importante istituto della piazza finanziaria ticinese. «Per la sede di CS in via Vegezzi c'è interesse e ci sono alcune proposte», si limita ad affermare Luca Pedrotti. 

Luca Pedrotti, direttore regionale UBS Ticino
Luca Pedrotti, direttore regionale UBS Ticino

Al responsabile di UBS chiediamo anche una prospettiva sui posti di lavoro, in riferimento alle dichiarazioni della direttrice di UBS Svizzera secondo la quale nella Confederazione verranno cancellati mille posti di lavoro a partire dalla seconda metà di quest'anno, mentre la cifra più volte evocata negli scorsi mesi dai vertici della banca è di tremila unità. Ancora Pedrotti: «Si tratta di impieghi in Svizzera relativi a dipendenti che operano per il mercato elvetico, mentre la cifra indicata dal nostro CEO Sergio Ermotti concerne anche il personale che lavora fisicamente in Svizzera ma che si occupa dei servizi fuori dal Paese». Per il Ticino, Pedrotti non si sbilancia troppo: «Contiamo naturalmente sulle fluttuazioni naturali, tra partenze volontarie, pre-pensionamenti e ricambio generazionale». 

In chiusura, Luca Pedrotti esprime soddisfazione sullo svolgimento generale dell'integrazione nella regione, menzionando la positiva collaborazione e atteggiamento dei dipendenti e, soprattutto, dei clienti che «capiscono e apprezzano gli sforzi che stiamo facendo» per garantire quella continuità durante questa fase di graduale cambiamento. Più nel dettaglio, Pedrotti accenna infine anche alla migrazione «monstre» dei sistemi informatici: «In autunno procederemo con la prima migrazione dei dati, che inizialmente sarà svolta anche manualmente per gli ambiti più delicati. Devo dire che il tema sistemi informatici è cruciale per UBS, che investe annualmente circa 3 miliardi di franchi per mantenere e tenere sempre aggiornati tutti i sistemi che adopera. I colleghi provenienti da CS sono positivamente sorpresi dall'efficacia e solidità dei nostri sistemi e credo che questo aspetto contribuirà in qualche modo a rendere più fluida l'integrazione anche del personale».