La EFG ripensa la sua presenza in Italia, nessun impatto in Ticino

La banca zurighese EFG rivede la sua strategia in Italia e valuta la chiusura delle attività nel Belpaese. Lo si legge sul portale di informazioni finanziarie «Inside Paradeplatz», che ipotizza pure ripercussioni anche per la piazza ticinese. Ipotesi, tuttavia, che la banca rimanda al mittente.
La presenza sul mercato domestico italiano di EFG è iniziata con l’acquisizione di BSI e della succursale italiana di BSI Luxembourg la cui attività era stata sospesa da Banca d’Italia nel maggio del 2017. Ottenuto il nulla osta da parte dell’autorità di vigilanza italiana, la succursale italiana di EFG Luxembourg ha iniziato le proprie attività commerciali nel settembre 2019 con un ambizioso piano di sviluppo commerciale sul segmento del private banking. Il CEO del gruppo Giorgio Pradelli aveva parlato di un piano strategico con l’obiettivo di arrivare a tre miliardi di masse gestite entro due anni. Inizialmente la succursale italiana avrebbe operato dalla sede di Milano, per poi espandersi a Torino e nel Veneto. A pochi mesi dalla riapertura, lo scoppio della pandemia ha però impedito alla succursale di raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di assunzioni e di averi in gestione, come ci conferma Franco Polloni, a capo della Regione Svizzera e Italia di EFG. «Di fatto siamo ripartiti da zero alla stregua di una start-up e dopo quattro mesi è arrivata la pandemia. Non è stato facile gestire la situazione in un momento dove era impossibile effettuare assunzioni e acquisire clientela locale, in un mercato domestico italiano estremamente competitivo e dominato dalle reti dei promotori finanziari. Il protrarsi di questa situazione di incertezza ci ha obbligato a rivedere i piani legati alla nostra presenza onshore italiana». «Per il gruppo EFG - continua - il mercato italiano rimane comunque strategico con riferimento alle masse gestite al di fuori dell’Italia. Le vicende della nostra succursale milanese non hanno nessun impatto sull’attività di gestione della clientela italiana dalla Svizzera». In questo contesto, fa sapere la banca, «il processo di vendita di EOS Servizi Fiduciari a Unione Fiduciaria, la principale società italiana del settore, è in corso. Continueremo a lavorare con Unione Fiduciaria dopo la vendita».
La presenza di EFG in Italia è limitata, ad oggi sono 27 le persone che lavorano sul mercato domestico e che sono toccate dalla revisione strategica. Revisione che dovrebbe essere comunicata entro fine anno e che non dovrebbe toccare in alcun modo la sede ticinese. «Il Ticino al momento è la regione più importante del gruppo - sottolinea Polloni -. A Sud delle Alpi abbiamo un organico di 600 persone e attività chiave per il gruppo come la sala mercati, la gestione dei rischi, le risorse umane e le operations. Le attività del Private Banking, come confermano gli ultimi risultati semestrali, stanno andando benissimo. Incluse quelle di cross-bording con l’Italia, che da questo punto di vista resta per noi un mercato molto importante. Ci stiamo perciò impegnando per trovare assieme ad altre banche una strategia di sviluppo sostenibile. Il problema dell’accesso al mercato infatti riguarda tutta la piazza finanziaria ticinese e Svizzera, e va tuttora risolto», conclude. Erica Lanzi