Innovazione

La nave del futuro sarà elettrica

La Norvegia gioca il ruolo di pioniere in un campo molto promettente dal profilo tecnologico ed economico - È già operativo il battello a propulsione ibrida «Vision of the Fjords», in grado di trasportare fino a 400 persone
Il battello «Vision of the Fjords», un esempio interessante di come potrà essere il futuro nel settore dello shipping.
Enrico Marro
29.12.2018 06:00

C’è anche un po’ di Svizzera nella nave elettrica norvegese. Per esempio nell’elegante «Vision of the Fjords», il vascello a propulsione ibrida eletto Nave dell’anno 2016, che oggi trasporta fino a 400 turisti nell’incantevole Nærøyfjord, uno dei fiordi norvegesi più spettacolari e incontaminati, nominato patrimonio dell’umanità Unesco. Una volta arrivato nel punto più incantevole dell’insenatura naturale, profonda 17 chilometri, la «Vision» passa dall’alimentazione diesel a quella elettrica, scivolando senza fare alcun rumore nel cuore del Nærøyfjord a una velocità di otto nodi (circa 15 km/h) e permettendo così ai suoi passeggeri di godere dello spettacolo della natura in assoluto silenzio.

È stato il gruppo svizzero-svedese ABB a fornire alla «Vision» una versione compatta e leggera del suo sistema Onboard DC Grid per gestire il flusso di energia tra il motore diesel, l’elica e la stazione di ricarica. Il traghetto, il cui raffinato design è ispirato a un sentiero di montagna, è lungo 40 metri e largo 15. Dal 2016 effettua circa settecento viaggi l’anno per conto della compagnia norvegese The Fjords. Ma la «Vision» è solo la punta dell’iceberg di un settore fortemente voluto da Oslo per diversificare la propria struttura economica, ancora troppo legata a petrolio e gas: l’e-shipping.

«La Norvegia è all’avanguardia nel settore dello shipping elettrico e a zero emissioni - spiega Per Stensland, special advisor di Invest in Norway, una delle agenzie governative del Paese scandinavo - . Il mercato sta crescendo grazie agli obiettivi posti dal Governo e agli interventi normativi, con diversi cluster regionali dove si concentra l’attività di Ricerca & Sviluppo di imprese nazionali e straniere, sostenute anche da incentivi finanziari come quelli degli schemi Pilot-E e Pilot-T». Nei “distretti” norvegesi votati all’e-shipping non a caso lavorano a stretto contatto cantieri navali, stabilimenti produttivi di batterie, centri di ricerca tecnologica e aziende di utilities.

In realtà tutto è iniziato con l’auto elettrica. Grazie a una politica di enormi incentivi, la Norvegia oggi è infatti il maggior utilizzatore mondiale di e-car, che in ottobre hanno toccato vendite pari al 55,5% del mercato. Purtroppo però la sua struttura industriale non ne ha tratto beneficio: i costruttori di vetture «alla spina» continuano a chiamarsi Tesla, Volkswagen o Bmw. Per la nave elettrica, il ricco Paese scandinavo non vuole ripetere l’errore: la Norvegia ha una strategia ben precisa per staccare un grosso dividendo tecnologico e industriale nel settore.

La road map di Oslo è ambiziosa. «Entro il 2021 la Norvegia deve avere 60 traghetti elettrici operativi – spiega Tor Mühlbradt, special advisor di Innovasjon Norge – ed entro il 2030 la maggior parte del traffico navale interno norvegese sarà a zero emissioni». Ancora più impegnativi sono gli obiettivi per il 2050, quando il Paese scandinavo conta di aver abbattuto del 50% le emissioni della sua flotta mercantile, quinta al mondo per dimensioni dopo quelle giapponese, greca, cinese e statunitense.

«In particolare, vogliamo attirare investimenti e sviluppare tecnologie nel settore specifico delle batterie nautiche», continua Stensland. Si tratta di una nicchia dove la Norvegia già eccelle grazie alla storica presenza di multinazionali come ABB, Siemens, Rolls-Royce e Vard, ma soprattutto grazie a grandi nomi come la canadese-norvegese Corvus Energy, leader mondiale negli accumulatori nautici, come la giovane ma agguerrita Grenland Energy oppure come Zem Energy. «Siamo già diventati il primo mercato mondiale per le batterie nautiche - sottolinea Stensland - ma vogliamo attrarre nuovi player legati all’intera catena del valore, come i produttori di componenti (anodi, catodi e così via), i fabbricanti di celle e quelli di system integrators».

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi la Norvegia riproporrà il modello di successo dell’auto elettrica, cercando di attrarre tecnologie e investimenti a suon di incentivi e finanziamenti. Per esempio grazie a Pilot-E, un programma speciale unificato delle tre agenzie governative nazionali per finanziare in modo semplice e particolarmente rapido la realizzazione di navi a zero emissioni, dall’idea alla vendita sul mercato.

La costruzione della flotta norvegese è in corso. Sei traghetti elettrici per il trasporto di automobili sono già pienamente operativi, assieme al famoso “Future of the Fjords”, vascello passeggeri in fibra di carbonio lungo 43 metri e premiato come Nave dell’anno 2018. Ma molti altri sono in cantiere, anche ibridi.