Economia

La SECO corregge al ribasso la stima sul PIL

Il conflitto nell'est europeo pesa sulle prospettive economiche e comporta rischi congiunturali importanti: nel 2022 il prodotto interno lordo aumenterà del +3,0%, contro il +3,2% stimato in dicembre
© CdT/Gabriele Putzu
Ats
14.03.2022 10:00

La guerra in Ucraina induce la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) a correggere lievemente al ribasso le previsioni di crescita in Svizzera: nel 2022 il prodotto interno lordo (PIL) aumenterà del +3,0%, contro il +3,2% stimato in dicembre. Per il 2023 il pronostico rimane per contro immutato all'1,7%, ha indicato oggi la Seco.Corretto dall'impatto degli eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le ricchissime federazioni internazionali, la progressione sarà del +2,8 quest'anno e del +2,0 nei dodici mesi successivi (+3,0% e +2,0% nella stima di tre mesi or sono).Il conflitto nell'est europeo pesa sulle prospettive economiche e comporta rischi congiunturali importanti: tuttavia l'economia elvetica parte da condizioni relativamente buone, affermano gli esperti della Confederazione in un comunicato odierno. La domanda interna è in ripresa e l'andamento del mercato del lavoro è ritenuto molto favorevole: aumentano gli occupati, il tasso di disoccupazione è tornato al livello pre-crisi e alcuni settori economici lamentano persino una carenza di personale qualificato. Inoltre, poiché è stato possibile revocare gran parte delle misure sanitarie anti-COVID per i prossimi mesi si prevede una netta ripresa nel settore dei servizi, in particolare nei comparti degli alberghi, e della ristorazione, della cultura e del tempo libero.Visto che gli scambi economici della Svizzera con la Russia e l'Ucraina sono relativamente scarsi, le ripercussioni dirette della guerra in corso dovrebbero essere limitate. Ma gli effetti indiretti potrebbero essere molto forti, mettono in guardia gli specialisti della Seco. Sui mercati internazionali i prezzi dei principali beni d'esportazione russi e ucraini - energia, alcuni prodotti alimentari di base e metalli industriali - hanno infatti registrato un'impennata. A livello internazionale la pressione inflazionistica rimane perciò elevata.Anche se il recente apprezzamento del franco sta aiutando a limitare la crescita dei prezzi, anche in Svizzera il rincaro aumenterà in misura più elevata di quanto previsto in precedenza. La SECO si aspetta ora un aumento dei prezzi al consumo del +1,9% nel 2022, contro il +1,1% pronosticato tre mesi or sono, con un impatto frenante sui consumi privati. La crescente incertezza rallenterà inoltre gli investimenti, mentre la situazione delle catene di approvvigionamento a livello globale si sta nuovamente aggravando. La stima dell'inflazione del 2023 viene invece mantenuta al +0,7%. La disoccupazione è vista al 2,1% nel 2022 e al 2,0% nel 2023.L'economia svizzera dovrebbe quindi continuare sulla strada della ripresa dalla crisi del coronavirus, con una crescita del Pil superiore alla media, sebbene meno dinamica di quanto supposto in precedenza. Affinché ciò si verifichi è però necessario che i maggiori partner commerciali non vadano incontro a una forte recessione e soprattutto che non vi siano gravi problemi di rifornimento energetico o di materie prime in Europa.A questo proposito la SECO ha stilato anche uno scenario negativo, che prevede un ulteriore massiccio aumento dei prezzi energetici e una recessione nell'Eurozona. Il tal caso la crescita del prodotto interno lordo elvetico (al netto degli eventi sportivi) sarebbe del +1,1% nel 2022 e del +2,3% nel 2023. L'inflazione si porterebbe al +2,5% quest'anno e al +0,9% nel prossimo.Stando agli esperti bernesi ulteriori rischi derivano dal crescente indebitamento di alcuni stati e delle imprese. Anche nel settore immobiliare permangono delle potenziali difficoltà, sia a livello nazionale che internazionale, in particolare in Cina. In compenso, l'incertezza legata alla pandemia si è notevolmente ridimensionata, sebbene non siano da escludere altre ricadute, ad esempio in seguito alla comparsa di nuove varianti del coronavirus.

Anche UBS corregge al ribasso

Anche UBS corregge al ribasso le stime sulla crescita dell'economia svizzera, viste le ripercussioni della guerra in Ucraina: gli esperti della maggiore banca elvetica prevedono che il prodotto interno lordo (Pil) aumenterà del +2,5% quest'anno, a fronte del +2,8% stimato in precedenza.

Il pronostico relativo al 2023 è stato abbassato dal +1,7% al +1,5%, emerge da una comunicazione diffusa oggi dall'ufficio del responsabile degli investimenti dell'istituto.

«La guerra comporta il rischio che le forniture energetiche russe all'Europa cessino completamente, il che spingerebbe l'Eurozona e probabilmente anche la Svizzera in una recessione», si legge nella nota. «Tuttavia, in questo caso ci aspettiamo solo una lieve recessione, con scarso impatto sul mercato del lavoro».

Nel frattempo l'aumento dei prezzi dell'energia continuerà ad alimentare l'inflazione a breve termine, ma sul medio periodo i fattori di rincaro vengono ritenuti deboli e il franco è visto come attualmente sopravvalutato rispetto all'euro. «In questo contesto, ci aspettiamo che la Banca nazionale svizzera aumenti i tassi di interesse al più presto nel primo trimestre 2023», scrivono gli esperti.