L'anno d'oro delle casse pensioni: il rendimento medio è del 7,6%
Il 2024 è stato un anno da incorniciare per le casse pensioni svizzere. Il rendimento medio, secondo uno studio di UBS, è stato del 7,62%, uno dei migliori di sempre. Il dato viene confermato anche da un articolo apparso ieri sulla «Neue Zürcher Zeitung» (NZZ) : secondo le valutazioni, citate dal quotidiano, della società di consulenza Complementa, il rendimento medio si è attestato al 7,6%. Con un patrimonio investito di 1.200 miliardi di franchi, ciò significa che è stato realizzato un rendimento di 90 miliardi e, secondo la NZZ, si tratta del doppio dell’importo delle rendite AVS versate ogni anno.
Secondo le stime, nota il quotidiano zurighese, nel 2024 i lavoratori potranno beneficiare di un tasso interesse medio sugli averi del secondo pilastro di poco inferiore al 4%, una cifra che è stata superata solo una volta negli ultimi due decenni.
Molte differenze
Ma le varie casse presentano diversi gradi di solidità e quindi esiste un enorme divario tra le remunerazioni: i maggiori beneficiari sono i dipendenti di UBS e Sulzer, che otterranno il 9%. Anche chi lavora per Migros fa parte del gruppo di testa, con il 7,5%. Swisscom paga il 6%, le FFS il 4,5%, la Posta un po’ meno del 3%, la Confederazione l’1,5%. Come considerare questi dati? Lo abbiamo chiesto a due specialisti.
«I mercati finanziari globali - spiega Mauro Guerra, direttore della Cassa pensioni di Lugano - notoriamente poco condizionati dal reale stato del pianeta e dalle guerre, chiudono il 2024 con un bilancio positivo anche se durante alcuni periodi dell’anno, complici altalenanti attese degli analisti sullo stato dell’economia e sui conseguenti interventi delle banche centrali, i principali listini mondiali hanno conosciuto rilevanti oscillazioni».
«Per esempio la Fed americana - continua - dopo essere intervenuta a settembre e a novembre 2024, alla terza riduzione consecutiva decisa a dicembre ha portato il calo cumulativo del saggio sui Fed Funds a un punto percentuale. Nel 2024 la Banca nazionale svizzera ha ridotto il tasso guida di complessivamente 125 punti base, portandolo a dicembre allo 0.5%.
«Al rendimento del 7,62% prodotto dalla casse pensioni elvetiche nel 2024 - sottolinea - hanno contribuito tutte le classi d’attivi, le azioni estere, trainate dai noti magnifici sette, hanno prodotto risultati a doppia cifra. Sapendo che gli attivi del secondo pilastro svizzero si attestano a circa 1.200 miliardi, significa che il “terzo contribuente” (ossia il mercato, dopo gli assicurati e i datori di lavoro, ndr) ha iniettato nel sistema circa 90 miliardi di franchi».
Toni entusiastici
«La NZZ - nota - ha commentato questi numeri con toni entusiastici, riferendo che molte casse hanno annunciato una remunerazione degli averi di vecchiaia dei propri assicurati con tassi d’interesse anche nell’ordine del 10%. Si tratta di una notizia che ricorda il pollo di Trilussa, in effetti le casse prese in considerazione nell’articolo sono prevalentemente private, notoriamente con elevati gradi di copertura ed eccessive riserve per fare fronte alle future oscillazioni di mercato, da cui, giocoforza, la ridistribuzione delle eccedenze agli assicurati. Bisogna ricordare che le casse pubbliche, soprattutto quelle che beneficiano di garanzie cantonali e comunali, presentano gradi di copertura inferiori al 100% e pertanto parte dei risultati finanziari servono a colmare il disavanzo».
«Su questo tema - conclude Mauro Guerra - si è recentemente espressa anche la Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale. La nota definisce il limite massimo di remunerazione che le casse pensioni possono applicare fintanto che non hanno ancora raggiunto l'obiettivo di costituire riserve di fluttuazione. Nello specifico, unicamente le casse pensioni che hanno costituito le loro riserve di fluttuazione oltre il 75% del loro obiettivo possono concedere anche miglioramenti delle prestazioni sotto forma di retribuzioni più elevate del limite massimo pubblicato dalla Commissione che, a ottobre 2024, si attesta al 3,25%».
«La performance finanziaria del 2024 per le casse pensioni svizzere - afferma dal canto suo Fabrizio Ammirati, condirettore presso Ceresioinvestors di Lugano - è stata positiva e si attesta a un livello pari al 7.6% come misurato da UBS. Il 2025 è stato infatti un anno positivo per gli investimenti finanziari e tutte le categorie di investimento in cui le casse pensioni svizzere allocano i propri averi hanno fatto registrare performance positive, contribuendo positivamente al risultato d’insieme. In particolare le azioni estere si sono apprezzate in misura superiore al 20%. Meno performanti le azioni svizzere con un rendimento vicino al 6%. Molto bene hanno fatto sia gli investimenti in fondi hedge con ritorni medi intorno al 15% e il private equity con rendimenti prossimi al 10%. Anche gli investimenti più conservativi come obbligazioni in franchi svizzeri e quelle in divise estere hanno fatto segnare rendimenti tra il 5 e il 7%, mentre il mercato immobiliare ha reso circa il 4%».
Favorevole il taglio dei tassi
«I motivi di questi ottimi risultati - nota - sono da ricondurre a una buona tenuta dell’economia americana e all’azione delle banche centrali, in particolare la BCE e la Fed, che grazie a tassi di inflazione in discesa hanno potuto muovere al ribasso i tassi, favorendo i corsi azionari e obbligazionari».
«Tuttavia agli assicurati - sottolinea - interessa maggiormente quanto sarà la remunerazione dei propri averi previdenziali alla luce dei risultati finanziari. Si può immaginare che in media la remunerazione sarà significativamente superiore al tasso minimo LPP soprattutto in considerazione del buon livello di riserve accumulate dalle casse durante il 2023».
«Per quanto riguarda le aspettative per il 2025 - conclude Ammirati - è difficile immaginare il ripetersi di un anno così positivo. I mercati azionari globali hanno corso tanto e dopo due anni positivi le valutazioni aziendali iniziano ad essere abbastanza elevate. Inoltre i tassi di interesse sulle obbligazioni in franchi sono scesi significativamente durante il 2025 per cui i rendimenti attesi per l’anno sono contenuti».