L'intervista

«L'antenna di Comano? Noi non riusciamo a coprire il buco»

A tu per tu con Massimiliano Nunziata, CEO di Salt, il terzo operatore di telefonia mobile e della banda larga in Svizzera
© CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
24.10.2023 06:00

Il mercato della telefonia mobile e della banda larga in Svizzera sembrerebbe saturo, eppure Salt, il terzo operatore nel Paese, crede che c’è potenziale di crescita - anche in Ticino, regione che Max Nunziata, CEO di Salt Mobile, conosce bene.

Partiamo dall’attualità: a Comano verrà disattivata l’antenna Swisscom entro la fine dell’anno. Salt potrebbe coprire il «buco» che verrà a crearsi?
«Sicuramente ci dispiace che si venga a creare una simile situazione, ma con l'ubicazione attuale delle antenne che abbiamo in quella zona non riusciamo a “coprire il buco”. In generale, credo sia importante dal punto di vista infrastrutturale che al giorno d’oggi si possa offrire la copertura migliore possibile perché, va da sé, commercialmente creerebbe “un'opportunità”. La nostra intenzione comunque è di continuare a investire nella copertura di rete e abbiamo infatti tutta una serie di richieste di permessi in corso di valutazione e approvazione, anche in Ticino, cantone che conosco bene per il mio trascorso professionale».

La notizia risale a marzo ma è passata sottotraccia: Salt è il primo operatore in Europa ad aver siglato un accordo con SpaceX per offrire la connettività mobile via satellite (Starlink). Come funziona?
«I dispositivi attuali si potranno collegare al segnale satellitare. L'innovazione sta appunto qui: finora le possibilità di connettersi a Starlink erano appannaggio di dispositivi dedicati, mentre ora si potranno usare i cellulari “normali”. In un primo tempo, cioè dall’anno prossimo, introdurremo la possibilità di mandare degli SMS, mentre dal 2025 avremo la possibilità di avere anche la voce e il traffico dati. Il collegamento è diretto, le antenne attuali non faranno da “ponte”. Per esempio, il nuovo iPhone 15 offre già questa possibilità: quando l’utente si trova in una zona senza copertura di rete, troverà nelle impostazioni l’icona del satellite e potrà collegarsi. Si tratta però ancora di una connessione satellitare geostazionaria (non Starlink, ndr), ovvero si deve “puntare” il dispositivo nella direzione del satellite. Il suo utilizzo è per le situazioni di emergenza e quindi l’unica cosa che si può fare al momento è mandare un messaggio che, in pratica, è un semplice segnale che “comunica” con i server a Cupertino, od ovunque essi siano, dicendo che l’utente si trova in difficoltà. La tecnologia che adotteremo con Starlink (si tratta di frequenze radio specifiche) consentirà invece di mandare dei messaggi SMS dal numero di un utente a quello di un altro».

Significa che potremo dire addio alle antenne e anche al roaming?
«Dobbiamo distinguere i temi. Sul piano tecnologico, la connettività satellitare per i dispositivi mobili è assolutamente rivoluzionaria, mentre dal punto di vista dell’utilizzo non si tratta di creare una rete parallela, bensì complementare a quella “terrestre” attuale. Per capirci, con la connettività satellitare si riuscirà a colmare quel famoso “gap” di copertura che oggi non si riesce a garantire per motivi tecnici o topografici, per esempio quando si va in montagna o in aree discoste dove il segnale delle antenne non arriva. Possiamo vedere questo sistema quindi come un “backup” di connessione. Riguardo al roaming, il tema in Svizzera è ancora caldo, ma vediamo che sempre più utenti hanno abbonamenti che includono le comunicazioni all’estero, grazie anche al fatto che in generale i prezzi di questi pacchetti “all-inclusive” sono scesi. Altrimenti, si continua a usare il Wi-Fi (quando c’è) e si comunica tramite sistemi di messaggistica vocale come WhatsApp. A questo proposito, con Starlink c’è la compatibilità internazionale: l’utente che si trova in una regione o Paese dove l’operatore di telefonia mobile locale offre lo stesso servizio di connessione satellitare potrà di fatto collegarsi tramite Starlink senza sovraccosto (e senza dover pagare il roaming). E viceversa, naturalmente».

Ci sono dei mercati dove ci sono quattro o cinque operatori, quindi ritengo che, almeno in teoria, lo spazio per uno nuovo in Svizzera c’è

Parliamo ora del mercato in Svizzera, negli scorsi giorni il portale di confronto online Moneyland.ch ha indicato come gli operatori più costosi abbiano incrementato i prezzi, mentre le offerte migliori costano meno rispetto a un anno fa. Salt ha aumentato i prezzi?
«Sì, abbiamo aumentato i prezzi per i nostri prodotti senza dispositivo incluso (“SIM only”) per compensare in parte i maggiori costi energetici e della forza lavoro che abbiamo subito negli ultimi 12 mesi. L’aumento medio è stato del 3% sui prezzi di listino, annunciato a metà luglio. Sul prodotto “home” (connessione banda larga a domicilio), invece, abbiamo deciso di congelare le tariffe fino a giugno 2026».

In Svizzera c’è, di fatto, un «duopolio» tra Swisscom e Sunrise (che ha rilevato UPC). Eppure, il Governo svizzero ha a disposizione la licenza per un quarto operatore che però non è ancora stata assegnata. Secondo lei, c’è spazio per un ulteriore fornitore di telefonia mobile e Internet in Svizzera?
«Ci sono dei mercati dove ci sono quattro o cinque operatori, quindi ritengo che, almeno in teoria, lo spazio per uno nuovo c’è. Ma la barriera d’ingresso è alta, data la topografia del Paese e per mettere in piedi tutta l’infrastruttura il nuovo operatore dovrebbe avere un’adeguata disponibilità finanziaria. Ciò detto, noi crediamo che possiamo comunque crescere, poiché ci posizioniamo come “challenger” con l’obiettivo di sfidare e “scuotere” il mercato e conquistare quote».

Parliamo ora di banda larga, di servizi per le economie domestiche: in un vostro recente comunicato affermate che «la crescita degli abbonati è in continuo aumento in tutti i segmenti». Salt sfrutta le infrastrutture esistenti (fibra ottica di Swisscom oppure via cavo di UPC/Sunrise) oppure avete il vostro?
«Per il prodotto “Home” abbiamo deciso, già cinque anni fa, di puntare solamente sulla fibra perché è la tecnologia del futuro. Ci appoggiamo quindi sulla disponibilità offerta da Swisscom, nella sua veste di fornitore, con mandato pubblico, della connettività banda larga di base. Abbiamo però anche degli accordi con alcune società elettriche locali che hanno investito nella fibra, allo scopo di diversificare le loro attività di fronte alla liberazione dei mercati dell’energia. Quindi, dove possibile abbiamo sempre una strategia di fornitura duale».

Chiudiamo con una domanda sul Ticino: sono previsti investimenti a sud delle Alpi nei prossimi anni?
«Sì, sono previsti nella mia “to-do list”. Già prima del mio arrivo, a giugno di quest’anno, c’erano dei piani d’investimento nella Svizzera italiana. In generale, c’è potenziale per migliorare i servizi di telefonia mobile e di banda larga in Ticino, indipendentemente dall’operatore, e noi vogliamo contribuire a tale miglioramento. La regione è molto interessante dal profilo commerciale e intendiamo infatti investire nel segmento corporate e “B2B”. Ma il nostro è un approccio passo per passo, con l’auspicio di essere più presenti, anche personalmente, sul territorio».