Le Borse e la tendenza al rialzo che la geopolitica non ha fermato
Le Borse mondiali affrontano gli ultimi quattro mesi 2024 da livelli alti e da posizioni di forza. Le discese degli indici tra fine luglio e inizio agosto hanno avuto vita breve, sono state una correzione e non l’avvio della crisi dipinta nelle analisi catastrofiste. I listini azionari sono di nuovo in area massimi e confermano la tendenza di fondo al rialzo. Naturalmente non possono crescere tutti i giorni, ci saranno di tanto in tanto ancora ribassi e correzioni, ma quello che più conta è il trend di lungo periodo e questo sta rimanendo positivo, per molte ragioni concrete.
USA, Europa, Asia
Prima di vedere le principali tra queste ragioni, è utile dare un’occhiata alle cifre, cioè all’andamento sin qui delle Borse mondiali nel loro complesso e di alcuni tra i maggiori listini. Prendiamo in considerazione le chiusure di questo venerdì, ultima seduta di agosto, a completamento dei primi otto mesi 2024. L’indice borsistico mondiale in dollari USA Msci Acwi registra un progresso del 23% rispetto ad un anno prima; questo termometro globale delle Borse è quindi nuovamente a livelli molto elevati. Nel corso degli ultimi 12 mesi ci sono state tre brevi fasi di correzioni: tra settembre e ottobre del 2023, tra marzo e aprile di quest’anno e appunto tra fine luglio e inizio agosto di quest’anno. Dopo ogni correzione il trend al rialzo si è riaffermato.
Vediamo alcuni indici importanti di differenti aree economiche, sempre in rapporto ad un anno prima. In Nord America, e in particolare a New York, l’indice S&P 500 registra un guadagno del 25%, l’indice prevalentemente tecnologico Nasdaq ha un progresso del 26% e l’indice Dow Jones è in positivo per il 19%. Per l’Europa uno degli strumenti per verificare la situazione è l’indice Euro Stoxx 600, che comprende titoli di Paesi dell’Unione europea ma non solo; questo indice ha un progresso annuo del 14%. Se si guarda poi direttamente alle latitudini elvetiche, si può vedere come l’indice SMI, il maggiore della Borsa svizzera, registri un guadagno dell’11%.
Se in Nord America e in Europa il segno è nettamente positivo, in Asia il quadro è più contrastato. Il Giappone è stato indicato come una delle origini delle discese dei listini di inizio agosto, visto il pur contenuto rialzo dei tassi di interesse nipponici, che cambiava le dinamiche dello yen e di una parte dello scenario valutario. La Borsa di Tokyo in quei giorni ha sofferto più di altre, ma anche qui la correzione non è durata molto. L’indice Nikkei 225 ha ora un progresso annuo del 18%. La Cina risente invece più di altre grandi aree del rallentamento economico e di alcune tensioni nei commerci internazionali. L’indice SEE Composite di Shanghai è in negativo per l’8%, l’indice Hang Seng di Hong Kong ha ribasso annuo del 2%. Le battute d’arresto sul versante cinese non hanno tuttavia, come visto, fermato la marcia delle Borse mondiali.
Crescita e utili
Veniamo alle regioni per cui le Borse hanno sin qui mantenuto il trend al rialzo. Anzitutto, il rallentamento economico mondiale non si è trasformato in una recessione internazionale e ciò è un fattore di rilievo. In aggancio a questo, c’è il fatto che il livello complessivo degli utili delle imprese quotate è rimasto soddisfacente; una parte è andata bene, un’altra no e un’altra ancora si colloca a metà strada, ma nell’insieme la redditività delle aziende ha tenuto e in alcuni casi ha anche superato le aspettative. C’è poi la discesa dell’inflazione, lenta e graduale ma ormai chiara; questo è un elemento molto positivo sia per i consumi sia per gli investimenti. Questa riduzione del rincaro consente alle banche centrali di proseguire lungo la via dei tagli ai tassi di interesse, cosa questa gradita ai mercati. A parte le eccezioni controcorrente (tipo Giappone), i maggiori istituti centrali hanno già iniziato i tagli al costo del denaro e la Fed americana dovrebbe cominciare nelle prossime settimane. Secondo i pessimisti proprio il livello alto delle Borse ne favorirebbe prossime cadute. Ma la realtà non è così ristretta. Ci potranno essere ribassi temporanei, come visto, ma ci potranno essere anche ulteriori avanzate.
Se il trend resta
Di nuovo, l’importante è la tendenza. Le ragioni economiche per andare avanti ci sono. Certo, senza il peso delle tensioni geopolitiche e delle guerre le cose potrebbero andare ancor meglio. Ed è forse un eventuale aggravarsi del quadro geopolitico, ora, l’unico fattore imponderabile in grado di creare problemi consistenti anche alle Borse. Tuttavia, dati e fatti ci dicono che sin qui i mercati azionari hanno tenuto, nonostante i molti ostacoli della geopolitica. Potrebbe dunque anche essere che i mercati restino resilienti, a dispetto ancora una volta del fardello geopolitico.