Le larve di mosche soldato cibo biologico per gli animali

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori». È una delle strofe più note di una canzone («Via del Campo») di Fabrizio De André. Un modo per dire che il bello e il buono non nascono sempre da situazioni perfette o lussuose. Le opportunità possono emergere da ovunque e spesso da dove meno ci si aspetta. È il caso di Myia SA, una startup biotecnologica di Biasca che dalle larve delle mosche soldato (black soldier fly il nome in inglese) riesce a estrarre da scarti organici proteine pregiate destinate all’alimentazione animale.
L’idea era stata premiata con il terzo posto nell’ambito del Boldbrain Startup Challenge del 2018. All’epoca era situata nel Luganese, si chiamava Ticinsect e si proponeva come impresa innovativa nell’ambito dell’economia circolare e verde trasformando appunto i rifiuti dell’industria alimentare (i soli scarti vegetali) in mangimi al alto contenuto proteico per animali e olio (sostituto della soia nel settore mangimistico) e concimi biologici per l’agricoltura come il frass e infine la chitina, un biopolimero destinato al settore farmaceutico.
La sede attuale di Myia (mosca in greco antico)è nell’area industriale di Biasca nello stabilimento che fu di una industria metallurgica. «Per ora il nostro è un impianto pilota che occupa una parte del capannone. Entro il 2029 dovremmo essere in grado di smaltire 7.500 tonnellate di ririfuiti organici - la nostra materia prima - trasformandoli in prodotti finiti», spiega Luca Bolzani, membro del Consiglio di amministrazione di Myia. Entro quella data saranno investiti nell’azienda 5 milioni di franchi da raccogliere sul mercato. Fino a oggi l’investimento è stato di 2,5 milioni. Attualmente vi lavorano una decina di persone. L’obiettivo è quello di raddoppiare la manodopera a pieno regime. L’occasione per visitare lo stabilimento avviato da pochi mesi è stato il 33. appuntamento promosso da Aiti (Associazione industrie ticinesi) nell’ambito di «Dentro l’industria». Un modo per far conoscere, in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia, ai granconsiglieri le realtà imprenditoriali operanti in Ticino.
«L’idea di Myia è quella propria dell’economia circolare che al contrario di quella lineare non pensa che le risorse siano infinite», spiega invece il direttore dell’azienda Michele Orsi. Partendo da questo presupposto le imprese che operano nel campo della circolarità cercano di valorizzare gli scarti di altri e di non produrne di loro. Nel caso di Myia i rifiuti finali sono quasi inesistenti recuperando anche l’acqua e la CO2 residua. «Non produciamo anidride carbonica, anzi contribuiamo a ridurla», continua Orsi.
Tra tanti insetti, la mosca soldato è stata scelta per due caratteristiche cruciali: il metabolismo molto veloce e la durata di vita molto breve. L’uovo, una volta deposto, impiega 5 giorni per schiudersi: la larva vive all’incirca due settimane e per tutto questo periodo non fa altro che mangiare e crescere. Quando raggiunge i due centimetri di lunghezza, prima del passaggio allo stadio di mosca adulta e dunque prima che si sviluppi completamente il sistema nervoso, viene trasformata in farina proteica per i mangimi animali. Alcune di loro fortunatamente si trasformano in mosche per ricominciare il processo in un ambiente chiuso e controllato, senza rischi biologici.
Materia prima a km zero
La tecnologia per produrre mangimi animali dai rifiuti organici è nota e sviluppata soprattutto nel nord Europa. Il vantaggio di Myia è quella di essere la prima in Svizzera in questo settore e in un ambito in cui la materia prima è abbondante e di prossimità.