Previsioni

L’economia svizzera sorride, ma la crescita resta fragile

Il KOF e la Seco stimano a rialzo il Prodotto interno lordo per l’anno in corso a +1,2% e l’inflazione in attenuazione – A determinare il cauto ottimismo è l’aspettativa di una graduale ripresa nella zona euro che influisce sull’export elvetico
L’industria manifatturiera dovrebbe tornare a crescere dopo una serie di trimestri deboli. © Keystone/Michael Buholzer
Dimitri Loringett
17.06.2024 23:27

Siamo vicini al «giro di boa» dell’anno ed è tempo di aggiornare le previsioni congiunturali. È ciò che ci propongono i due «pesi massimi» dell’analisi economica in Svizzera, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) e la Segreteria di Stato dell’economia (Seco): gli economisti zurighesi e bernesi formulano entrambi previsioni ancora relativamente positive per l’economia svizzera, con una stima unanime del Prodotto interno lordo (PIL) in crescita dell’1,2% per il 2024 (al netto degli eventi sportivi). Rispetto alle stime precedenti, il KOF non ha modificato la sua previsione, mentre la Seco ha previsto 0,1 punti percentuali di crescita in più.

Per gli esperti di entrambe le organizzazioni la prospettiva di crescita in Svizzera sarà determinata da quella della zona euro che, come noto, è il principale mercato per i prodotti e servizi Swiss made. Ma fra gli esperti la previsione non è univoca, se non in leggero contrasto: per il KOF, la situazione dei mercati tedesco, francese e italiano sta migliorando e l’economia svizzera dovrebbe trarne vantaggio con un potenziamento delle esportazioni di beni e servizi del 2,9% quest’anno, mentre il valore aggiunto dell’industria manifatturiera dovrebbe tornare a crescere dopo una serie di trimestri deboli.

Per la Seco, invece, sebbene sembri essersi ripresa dalla precedente fase di debolezza, anche nei prossimi trimestri la zona euro dovrebbe registrare una crescita contenuta, «con effetti frenanti sui settori più esposti dell’export svizzero», si legge in una nota. L’ultima stima della Commissione europea è di un PIL al +0,8% nel 2024, un dato visto in leggero ribasso rispetto allo 0,9% stimato in precedenza. Sul trimestre, invece, la crescita economica nell’Eurozona è effettivamente in lieve ripresa, passando dal +0,1% di fine 2023 al +0,3% dello scorso primo trimestre. La Seco ritiene infine che la crescita svizzera nell'anno in corso è «decisamente inferiore alla media» e rimanda, di fatto, una previsione di crescita più sostenuta (e su livelli «normali», scrivono gli esperti) al 2025, con una stima del PIL svizzero all’1,7%.

Cala la pressione inflazionistica

Oltre ad aspettarsi una seconda parte dell’anno in lieve ripresa, KOF e Seco prevedono pure un’ulteriore attenuazione della pressione inflazionistica. Per il 2024, il KOF ha rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali la stima, portandola all'1,3%. La Seco, dal canto suo, stima il rincaro in Svizzera all’1,4% (-0,1 punti).

Diversa invece è l’analisi dell’economista senior di EFG Bank a Lugano, GianLuigi Mandruzzato: «L’inflazione di fondo in Svizzera è aumentata leggermente, ma all’1,2% è vicina al punto medio della fascia obiettivo della BNS dello 0-2%. Inoltre, sebbene l’inflazione del secondo trimestre sia perfettamente allineata alle previsioni condizionate di inflazione della BNS di marzo, potrebbe comunque rappresentare un avvertimento del fatto che le pressioni inflazionistiche rimangono forti».

Disoccupazione in crescita

La crescita inferiore alla media degli ultimi tempi sta, secondo la Seco, lasciando il segno sul mercato del lavoro. La previsione per il tasso di disoccupazione nel 2024 è ora del 2,4% invece del 2,3%.

Il KOF, dal canto suo, osserva che i principali indicatori segnalano un rallentamento del mercato del lavoro. Di conseguenza, per il KOF è improbabile che la buona crescita occupazionale osservata in Svizzera negli ultimi tre anni continui allo stesso ritmo.

BNS, decisione «incerta»

Giovedì la Banca nazionale svizzera (BNS) presenterà il suo esame trimestrale della situazione economica e monetaria. «I mercati attribuiscono il 75% di probabilità a un taglio dei tassi di 0,25 punti percentuali», osserva GianLuigi Mandruzzato, che nota tuttavia due fattori che supportano le possibilità che giovedì la BNS possa decidere di tagliare il tasso di riferimento del franco svizzero e quindi procedere a un allentamento monetario.

«Uno è il calo dei prezzi alla produzione più forte delle attese che punta a un ulteriore rallentamento dei prezzi dei beni manufatti. L’altro è il rafforzamento del franco sull’onda del flight-to-quality scatenato dalle preoccupazioni sulle conseguenze delle elezioni francesi». «La decisione - conclude Mandruzzato - è tuttavia davvero incerta, con elementi quasi equivalenti a favore di un altro taglio immediato o di una pausa».

Il rincaro si «mangia» gli aumenti salariali

Lo sviluppo dell’inflazione previsto dal KOF e della Seco suggerisce che vi sarà un aumento dei salari in termini reali, che dovrebbe compensare la perdita del potere d’acquisto degli ultimi due anni. Diversa è però la previsione dell’Ufficio federale di statistica (UST), che a fronte di una crescita delle paghe nominali dello 0,6% stimano un’inflazione dell’1,5%. Pertanto, per l’UST i salari reali farebbero dunque registrare un’ulteriore regressione. Secondo i calcoli dell’UST, i salari nominali sono aumentati in media dell’1,7% lo scorso anno ma, al netto dell’inflazione media annua del +2,1%, le paghe reali sono diminuite in media dello 0,4. Per le rendite medie di AVS, la crescita reale di quest'anno ammonta allo 0,7%, scrive poi il KOF. Per l'anno prossimo, gli specialisti zurighesi prevedono una crescita dei salari reali dello 0,9%.