Il punto

L'inflazione sta gradualmente calando, l'effetto rialzo dei tassi adesso si vede

Alcuni successi nella battaglia contro il rincaro ci sono, le banche centrali però non possono ancora fermarsi
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Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
05.06.2023 06:00

Il calo è lento ma c’è. Al di là di alcuni rimbalzi mensili, l’inflazione nell’ultimo anno è chiaramente scesa nelle maggiori aree economiche. Nella gran parte dei Paesi siamo ancora lontani da quella media annua del 2% di aumento dell’indice dei prezzi al consumo che è l’obiettivo delle principali banche centrali. Ma alcuni effetti sono stati prodotti dalla convergenza tra i rialzi dei tassi di interesse e una più marcata diversificazione negli approvvigionamenti di energia.

Le cifre

Il rallentamento economico c’è, ma sin qui non c’è stata una vera recessione internazionale. Agli istituti centrali è richiesto di proseguire con un’azione equilibrata, che da un lato non ecceda nella risalita del costo del denaro ma che dall’altra non faccia venire meno l’azione anti inflazione, dopo questi successi che mostrano la validità delle misure ma che sono ancora parziali.

Prendendo i dati degli Uffici di statistica nazionali o di area, si può avere un’idea del percorso dell’inflazione. Guardiamo alcuni esempi di rilievo. Negli Stati Uniti l’inflazione su base annua in aprile di quest’anno è stata del 4,9%, in ribasso rispetto al 5% di marzo e al 6% di febbraio; il picco di fase negli USA era stato toccato nel giugno dell’anno scorso, con il 9,1%. In Canada il rincaro in aprile è stato del 4,4%, in lieve rialzo rispetto al 4,3% di marzo ma in ribasso in rapporto al 5,2% di febbraio; il picco canadese di fase è stato l’8,1% del giugno dell’anno passato.

Per l’Eurozona la prima stima per il mese di maggio mostra un 6,1%, in netto ribasso in rapporto al 7% di aprile e al 6,9% di marzo; l’area dell’euro ha avuto il suo picco di fase nell’ottobre dell’anno scorso, con una percentuale del 10,6%. Per il Regno Unito (indice CPI) il rincaro nel mese di aprile è stato dell’8,7%, contro il 10,1% di marzo e il 10,4% di febbraio; il picco di fase britannico è stato registrato nell’ottobre scorso, con l’11,1%.

La Svizzera dal canto suo rimane uno dei Paesi a più bassa inflazione, nonostante anche alle latitudini elvetiche ci sia stato l’anno scorso un aumento del rincaro. Negli anni passati ci sono state anche situazioni di diminuzione dell’indice dei prezzi al consumo, ma il quadro prevalente nel tempo è stato quello di aumento contenuto. Nella Confederazione l’inflazione è stata del 2,6% in aprile, contro il 2,9% di marzo e il 3,4% di febbraio; il picco svizzero di fase si è avuto nell’agosto dell’anno scorso, con una percentuale del 3,5%. Vedremo ora se il dato di maggio confermerà o meno la discesa del rincaro elvetico.

Un altro Paese a inflazione storicamente bassa è il Giappone. A differenza della Svizzera, il Sol Levante negli anni scorsi è andato però oltre, scivolando più volte in una situazione di deflazione, cioè di diminuzione ampia e costante dei prezzi, con rischi per i margini di molte imprese. Ora che c’è inflazione, l’istituto centrale nipponico intende approfittarne per uscire dal pericolo di deflazione e quindi si differenzia dalle altre banche centrali, mantenendo i tassi di interesse di riferimento ai minimi. Il risultato è che l’inflazione in Giappone in aprile è stata del 3,5%, contro il 3,2% di marzo e il 3,3% di febbraio; il picco nipponico di fase è stato il 4,3% del gennaio scorso.

A fine dicembre

Per quel che riguarda l’intero 2023, è interessante vedere le più recenti previsioni del Fondo monetario internazionale (FMI), pubblicate in aprile. L’inflazione media annua degli Stati Uniti nel 2023 dovrebbe essere del 4,5%, contro l’8% del 2022. In Canada l’inflazione quest’anno dovrebbe essere del 3,9%, contro il 6,8% dell’anno passato. Per l’Eurozona il rincaro quest’anno dovrebbe essere del 5,6%, contro l’8,5% registrato l’anno scorso. Per il Regno Unito l’inflazione nel 2023 dovrebbe essere del 6,8%, contro il 9,1% dell’anno passato. La Svizzera dal canto suo dovrebbe registrare quest’anno un’inflazione del 2,4%, contro il 2,8% del 2022. Il Giappone invece dovrebbe avere nel 2023 un’inflazione media annua del 2,7%, contro il 2,5% registrato l’anno scorso.