Premio SVC

«L’innovazione e la digitalizzazione sono sfide colte dalle imprese ticinesi»

Inizia con l'intervista al responsabile regionale di Swiss Venture Club (SVC), Marzio Grassi, la serie dedicata ai finalisti del Premio SVC Svizzera italiana 2024
© CdT/ Chiara Zocchetti
Generoso Chiaradonna
27.03.2024 06:00

Lo scorso primo febbraio sono stati resi noti i finalisti dell’edizione 2024 del Prix SVC Svizzera italiana. Si tratta di cinque aziende legate al territorio e contraddistinte da una forte carica imprenditoriale. Secondo Marzio Grassi, presidente della giuria e responsabile regionale di SVC (Swiss Venture Club), «la forza delle imprenditrici e degli imprenditori si vede anche e soprattutto nei momenti difficili e da come reagiscono alle avversità».

Presidente Grassi, il premio SVC della Svizzera italiana è giunto alla sua decima edizione. Che bilancio trarre da questa esperienza in termini di imprenditorialità locale?
«Dal 2006 nella Svizzera italiana abbiamo premiato ben 54 aziende alle quali si aggiungono i cinque finalisti di questa decima edizione. In tutti questi anni la giuria ha sempre selezionato finalisti con spiccate doti imprenditoriali, capacità innovativa, dedizione e perseveranza che hanno portato queste piccole-medie aziende alla ribalta. Molte di esse sono delle cosiddette perle nascoste, aziende poco conosciute al grande pubblico, principalmente perché vendono i loro prodotti o servizi ad altre aziende e non direttamente al consumatore. Sul nostro territorio abbiamo scoperto realtà importanti, molte delle quali leader di mercato, che creano e mantengono posti di lavoro nella Svizzera italiana, esportando i loro prodotti a livello mondiale. In questo modo diventano anche ambasciatori del nostro Paese e dello Swiss made nel mondo».

Il tessuto produttivo ticinese è ben diversificato e al contempo innovativo? Spesso il sottofondo politico pubblico racconta altro. È veramente così?
«Se diamo un’occhiata al ramo di attività delle aziende premiate scopriamo una vasta realtà imprenditoriale che caratterizza il nostro territorio, spaziando dalla produzione alimentare, al ramo alberghiero, energetico, ingegneristico, dalla meccanica di precisione fino alla farmaceutica e alla formazione online, per citarne solo alcuni. Quindi ritengo che in Ticino vi sia una buona diversificazione. In tutte le aziende selezionate per il Prix SVC abbiamo trovato innovazione, sia nell’ambito dei prodotti e servizi proposti, sia per quanto riguarda i processi organizzativi e produttivi, l’impiego di materiali nuovi o riciclati e anche nell’approccio diversificato al mercato. Come dicevo prima, essendo molte aziende attive nel business-to-business, spesso non sono conosciute dal grande pubblico e quindi neppure la loro capacità innovativa».

In questi anni il tema della digitalizzazione è dominante. Il contesto competitivo sta cambiando se si tiene conto anche del franco forte. Come si stanno attrezzando le imprese del territorio che operano anche in un contesto internazionale?
«In occasione della giornata di visita dei finalisti da parte della giuria parliamo anche delle sfide con cui sono confrontate le imprese. Negli ultimi anni quasi tutti i finalisti hanno risposto che l’implementazione della digitalizzazione in azienda è una sfida importante che è indispensabile affrontare per restare al passo coi tempi e competitivi sia in Svizzera, sia a livello internazionale. La digitalizzazione in azienda aiuta anche ad affrontare la crescente burocrazia con cui le imprese sono confrontate. Tuttavia, è chiaro che ha un costo non indifferente, anche di tempo e persone da coinvolgere. E proprio quest’ultimo punto rappresenta un’altra sfida comune alla maggior parte delle aziende: trovare personale qualificato. Perché anche con l’avanzare della digitalizzazione, per molte mansioni è indispensabile avere collaboratrici e collaboratori formati e motivati».

Il concorso è aperto a tutte le tipologie di aziende. Quali criteri vengono presi in considerazione per decidere chi è la più meritevole?
«La ricerca dei finalisti ha inizio già un anno prima del Prix SVC. Oltre a consolidati risultati finanziari positivi, l’affermazione sul proprio mercato di riferimento e la sostenibilità operativa sono requisiti fondamentali per essere nominati. Inoltre, la giuria pone molta attenzione sulla capacità innovativa, il radicamento sul territorio, la creazione e/o il mantenimento di posti di lavoro in Svizzera e in Ticino, le strategie future e l’impressione generale dell’azienda, del suo management e dei suoi collaboratori. Tutti i cinque finalisti rispettano questi criteri, meriterebbero di classificarsi al primo posto e sono comunque vincenti già per il fatto di essere nominati finalisti da una lista iniziale di un centinaio di aziende. Alla fine, la giuria individua sempre quell’azienda che ha ancora una marcia in più per essere da esempio sul mercato».

Ecco i cinque finalisti

Il vincitore dell’edizione 2024 del Prix SVC Svizzera italiana si scoprirà e si premierà il prossimo 15 maggio. Verrà scelto tra le seguenti aziende (in ordine alfabetico): Camillo Vismara SA di Cadro, impresa specializzata nel sollevamenti con autogrù e trasporti speciali; Cetra Alimentari SA di Mezzovico, confezione e distribuzione di formaggi; Pagani Pens SA di Lamone-Cadempino, azienda leader nel campo degli strumenti di scrittura; Podium Industries SA di Cadenazzo, specializzata in progettazione e produzionie di arredamenti per interni; e Vasconi SA di Mezzovico, trasformazione di metalli.