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L'integrazione di Credit Suisse in UBS sembra procedere secondo i piani

Il CEO Sergio Ermotti: «Abbiamo raggiunto tutti i traguardi importanti nel 2024 e ridotto in modo significativo i rischi legati all'integrazione»
©URS FLUEELER
Ats
14.03.2025 15:18

L'integrazione di Credit Suisse in UBS è probabilmente la sfida più grande della carriera di Sergio Ermotti. Se riuscirà in questo complesso progetto, il ticinese si garantirà un posto nella storia. Se fallirà, ciò avrà ripercussioni anche su di lui. Finora tutto sembra andare secondo i piani, ma ci sono ancora grandi ostacoli da superare.

«Abbiamo raggiunto tutti i traguardi importanti nel 2024 e ridotto in modo significativo i rischi legati all'integrazione», ha dichiarato il CEO di UBS Ermotti all'inizio di febbraio, in occasione della pubblicazione dei dati annuali. Alla fine del 2024, la banca nata dalla fusione con Credit Suisse ha ridotto i costi di 7,5 miliardi di dollari (6,6 miliardi di franchi al cambio attuale) rispetto al 2022.

Ciò significa che il 60% dei risparmi previsti per la fine del 2026, pari a 13 miliardi di dollari, sono già stati realizzati. Secondo UBS, anche la liquidazione dell'unità Non-Core and Legacy (NCL) - cioè le attività non in linea con la strategia della banca, di cui UBS vuole disfarsi - sta procedendo più rapidamente del previsto.

Questo si è riflesso anche nei dati dello scorso anno della banca, che ha registrato un utile di 5 miliardi di dollari e gli azionisti, dopo l'approvazione dell'assemblea generale, beneficeranno di un dividendo superiore di quasi il 30%.

Importante migrazione in Svizzera

L'istituto conta ora poco meno di 109'000 posti di lavoro a tempo pieno, quando UBS e Credit Suisse impiegavano insieme circa 120'000 persone prima dell'acquisizione. Tuttavia, i maggiori tagli di impieghi nell'ambito della ristrutturazione devono ancora arrivare.

Questo perché il «progetto mastodontico» in termini di integrazione deve ancora essere completato: dopo il trasferimento iniziale dei conti dei clienti sulle piattaforme di UBS in Lussemburgo, Hong Kong, Singapore e Giappone, nel secondo trimestre del 2025 inizierà l'importante migrazione nel mercato interno svizzero. Quest'ultima riguarderà i conti di circa un milione di clienti.

A seguito di questa importante migrazione, che dovrebbe durare fino al primo trimestre del 2026, i vecchi sistemi funzionanti in parallelo potranno essere chiusi e servirà meno personale. Secondo informazioni precedenti, in Svizzera verranno effettuati complessivamente 3'000 licenziamenti.