Stati Uniti

Meta rischia lo spezzatino: anche Zuckerberg testimonia

Iniziato il processo al colosso tecnologico – L’accusa è di aver monopolizzato il mercato dei social media – Trivilini (SUPSI): «La società ha ostacolato la nascita di aziende concorrenti, ora è giunto il tempo di nuove regole»
© AP Photo/Susan Walsh
Roberto Giannetti
14.04.2025 22:30

Il processo a Meta è iniziato. I legali del Governo statunitense hanno spiegato al giudice che sarebbe necessario uno «spezzatino» della società, accusata di aver illegalmente monopolizzato il mercato dei social media con le acquisizioni di Instagram e WhatsApp.

Anche Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato della società, è salito sul banco dei testimoni. Lo riportano i media americani. Secondo Forbes, al 22 novembre 2024 Zuckerberg era il quarto uomo più ricco al mondo con un patrimonio stimato di 195 miliardi di dollari.

«Per più di 100 anni, la politica americana ha insistito sul fatto che le aziende devono competere se vogliono avere successo. Il motivo per cui siamo qui è che Meta ha violato questo», ha detto il legale della Federal Trade Commission, Daniel Matheson. Se il Governo dovesse prevalere, ci sarà con molta probabilità lo spinoff di Instagram e WhatsApp.

Il caso è anche un test per valutare l’azione della Federal Trade Commission nell’ambito del secondo mandato del presidente Donald Trump, che ha intentato la causa contro Meta - che prima si chiamava Facebook - nel 2020, durante il primo mandato del tycoon.

Rischio di politicizzazione

Se l'azione della FTC contro Meta è stato archiviata durante il primo mandato del presidente statunitense Donald Trump, rischia ora di politicizzarsi durante il secondo mandato. Secondo il Wall Street Journal, Zuckerberg avrebbe fatto personalmente pressioni su Trump affinché la FTC abbandonasse il caso.

I rapporti tra Zuckerberg e Trump si erano freddati quando Trump era stato “bannato” a causa della rivolta al Campidoglio degli Stati Uniti nel gennaio 2021. Il tycoon si era rivolto ai suoi avvocati per farsi riattivare gli account sulle piattaforme ed è stato poi riammesso nel febbraio 2023.

Meta ha successivamente contribuito con 1 milione di dollari al fondo inaugurale di Trump e a gennaio ha annunciato che il boss dell’Ultimate Fighting Championship Fighter (UFC), Dana White, stretto alleato di Trump, sarebbe entrato a far parte del consiglio di amministrazione.

A gennaio di quest’anno l’azienda ha anche annunciato che avrebbe eliminato i fact checker indipendenti.

Abbiamo chiesto ad Alessandro Trivilini, responsabile del Servizio informatica forense della SUPSI, qual è la portata del tema discusso e cosa possiamo aspettarci da questo processo. «Il processo è importante – spiega – perché arriva dopo un ventennio in cui le aziende bigtech americane hanno detenuto il monopolio della raccolta di dati e attualmente rappresentano un oligopolio sul mercato tecnologico. Infatti hanno creato un sistema per cui non esiste un’altra azienda in grado di inserirsi sul mercato per cogliere le nuove opportunità».

Acquisti a suon di miliardi

«Parlando in particolare di Meta – continua - quando appariva in questo settore un’azienda innovativa, un’idea valida o un nuovo brevetto, acquisiva a suon di miliardi questa entità e la integrava al suo interno. Quindi da 20 anni è praticamente impossibile farle concorrenza».

«Questo fino ad oggi poteva andare bene – precisa – dato che le giovani azienda avevano proprio l’obiettivo di farsi acquisire da aziende più grandi. Ma questo meccanismo ha annullato la “contaminazione” fra ambienti, luoghi e creatività per risolvere i problemi di oggi, caratterizzati dall’arrivo dell’Intelligenza artificiale generativa. Il processo che si è aperto negli Stati Uniti quindi è opportuno, perché con l’arrivo dell’IA, il mercato e la società civile hanno bisogno di una competizione scientifica tale che non può più dipendere da questo oligopolio».

«Oggi abbiamo problemi nuovi e ci vogliono soluzioni nuove, che possono essere date da nuove start up. Bisogna permettere loro di esprimersi in modo da creare una competizione positiva che favorisca l’approccio transdisciplinare, ossia una collaborazione fra centri attivi in contesti apparentemente lontani, che si “contaminano” vicendevolmente con le loro competenze per trovare soluzioni con un approccio originale».

«Le bigtech americane sono potenti, ma la geopolitica del mondo sta cambiando, e soprattutto nell’IA c’è bisogno di una regolamentazione nuova. E da un punto di vista legislativo esistono già degli esempi, come la Legge sulla protezione dei dati oppure il regolamento europeo sull’uso dell’IA, che vanno ampliati per creare una legislazione efficace. Dobbiamo “dialogare” con i grossi gruppi e fargli capire che la concorrenza oggi è fondamentale, e che devono lasciare l’opportunità di esprimersi anche ad aziende nuove».

La sovranità dei dati raccolti

«Un altro aspetto importante da regolamentare è quello della sovranità dei dati raccolti. Facciamo un esempio: nei giorni scorsi nell’applicazione Whatsapp è comparso la nuova intelligenza artificiale di Meta, introdotta con il nuovo aggiornamento. Ebbene, gli utenti non possono togliere l’IA dall’applicazione, ma solo silenziarla, ossia dirgli non leggere e non vedere quello che si posta nelle chat. Tuttavia l’IA non scompare, e se non avessimo una legge sulla protezione dei dati, sarebbe molto pericoloso. Comunque ora nel telefonino abbiamo una “scatola nera” ricca di algoritmi affamati di dati, e in fondo, chi ci dà la sicurezza che i nostri dati verranno gestiti bene? E perché non ci permettono di togliere l’IA da Whatsapp?».

«Mettere in chiaro le cose»

«È il momento – conclude Alessandro Trivilini – di mettere in chiaro le cose, perché in futuro saremo invasi da moltissimi agenti autonomi dotati di intelligenza artificiale, e questi colossi potrebbero distribuire e diffondere non solo i nostri dati ma la nostra intera vita sociale. Con percorsi di consapevolezza e responsabilità individuale e collettiva dobbiamo prepararci a entrare in queste scatole nere, per evitare che rimangano opache».