Fiscalità

Nel Regno Unito rallenta la riforma per i «non-dom»

La modifica delle norme di tassazione per i «non domiciliati» in Gran Bretagna subisce gli effetti dell’attuale fase di incertezza politica
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Gian Luigi Trucco
14.06.2024 10:40

La modifica dello status e del regime di tassazione dei residenti non domiciliati («res-non-dom») nel Regno Unito, prevista dallo Spring Budget 2024, costituisce un’opportunità anche per la Svizzera nell’attrarre clienti facoltosi. A questo tema è stato dedicato un seminario presso il Centro Studi Villa Negroni di Vezia, moderato da Alfonso Rivolta, Group Head Wealth Solutions di PKB Private Bank.

L’entrata in vigore era prevista per il 6 aprile 2025 ma, come è emerso dagli interventi dei professionisti londinesi, le recenti evoluzioni politiche hanno reso la questione più confusa. Le posizioni Tory, cioè del partito conservatore, si intrecciano con quelle della parte laburista e, a seconda degli esiti elettorali, tempi e contenuti del provvedimento, che interessa secondo le stime oltre 55 mila High Net Worth Individuals (HNW), cioè persone molto facoltose, possono variare. Attualmente, per i «non domiciliati», sono tassati i redditi conseguiti nel Regno Unito mentre sono esenti quelli esteri. Il progetto iniziale prevede fasi transitorie, sconti fiscali del 50% dopo un certo numero di anni, imposizione dei redditi ma non delle plusvalenze e, successivamente, rivalutazioni calcolate solo sulla base del 2019. Ma rimangono molti aspetti da chiarire, come in tema di successione, trattamento dei trust, «code» (leggi) fiscali, cioè possibilità di imposizione, entro un certo numero di anni, anche per chi lascia il Paese. Secondo gli specialisti, solo nel novembre 2025 si dovrebbe avere una certa chiarezza sulle nuove norme.

Frattanto c’è chi muta residenza o si prepara a farlo, anche temendo possibili effetti retroattivi, e guarda alla Svizzera, all’Italia, a Monaco, Dubai o Malta quali alternative.

Negli interventi si è sottolineato come, accanto alle questioni fiscali, per le quali l’esito della recente votazione svizzera ha lanciato un segnale contrario rispetto a quello prevalente in Europa, vadano considerati altri aspetti, come l’eventuale presenza di holding, trust e fondazioni, le questioni successorie e matrimoniali, nonché la gestione di importanti beni privati, quali yacht.

La Svizzera e il Ticino si propongono come alternativa per i vantaggi che il regime della tassazione globale offre, pur se anche l’Italia appare competitiva al riguardo, quale centro di gestione integrata, con i suoi family office, o di deposito degli averi anche se la nuova residenza è posta al di fuori di essa.

In parallelo a tutto questo Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese (ABT), ha sottolineato le possibilità di collaborazione fra la piazza finanziaria svizzera e quella britannica che si aprono con il Berne Financial Services Agreement sottoscritto a dicembre ed in corso di ratifica, che riconosce l’equivalenza dei quadri legali e di supervisione. L’accordo concerne attività bancarie, servizi di investimento, assicurativi e di asset management. Nell’area del wealth management le istituzioni svizzere potranno svolgere attività cross border nel Regno Unito a favore di clienti con averi superiori a 2 milioni di sterline direttamente dalla Svizzera. L’accordo rende anche possibile la pubblicità e l’offerta di prodotti d’investimento collettivo (fondi), nonché la delega di attività di gestione e di risk management.