Nissan e Honda hanno deciso di sposarsi, Mitsubishi si unirà più tardi
Se ne parlava da qualche mese. Ora c'è l'ufficialità: Honda e Nissan confermano il piano di fusione che porterà alla creazione del terzo gruppo mondiale del settore dell'automotive, per tentare di contrastare il predominio dei veicoli elettrici prodotti dalle case concorrenti cinesi, e in vista dell'applicazione di nuovi dazi con l'avvento della seconda amministrazione Trump, negli Stati Uniti.
In un comunicato congiunto la seconda e la terza casa automobilistica nipponica hanno reso noto di aver siglato un memorandum di intesa che porterà alla costituzione di una holding nella quale verrà inclusa anche la Mitsubishi Motors, già partecipata di Nissan.
Le negoziazioni si concluderanno entro giugno, hanno reso noto Honda e Nissan, e grazie all'intesa i due costruttori saranno in grado di condividere gli ingenti costi di ricerca e sviluppo attraverso l'integrazione della componentistica comune, ottimizzando le spese di produzione.
La fusione tra Honda e Nissan avrà un impatto significativo sul mercato globale dell’automobile con la nascita di un gigante industriale terzo gruppo mondiale per vendite, dopo Toyota e Volkswagen, con una capacità produttiva di oltre 12 milioni di veicoli l'anno. Questo permetterà di realizzare economie di scala (riduzione dei costi di produzione e quindi dei prezzi di vendita dei modelli) e migliore efficienza grazie alla condivisione di piattaforme e competenze specifiche che ognuno dei partecipanti porterà.
Condividendo know-how, come i sistemi di batterie di Nissan e le tecnologie ibride di Honda. Le due case giapponesi, infatti, sono state pioniere nell'elettrificazione totale o parziale dei modelli da quale decennio. La Nissan Leaf, per esempio, è una delle auto elettriche (EV) più vendute al mondo. Dal suo lancio nel 2010, Nissan ne ha venduto oltre 650.000 unità. Poca cosa rispetto a Tesla (1,81 milioni nel 2023), ma quello di Nissan è stato il primo esempio di un modello sviluppato da una casa automobilistica classica prodotto su scala industriale a livello globale. Inoltre, la fusione aiuterebbe a competere con i produttori di EV cinesi, BYD su tutti, e Tesla.
Pressioni sui concorrenti
La fusione potrebbe costringere altri produttori a rispondere con nuove strategie o alleanze, per esempio. Ma anche migliorare l'attuale offerta di EV che è limitata, costosa sia dal punto di vista produttivo che di mercato. Se veramente si vuole procedere spediti sulla strada dell'elettrificazione oltre alla sostenibilità dell'intero ciclo produttivo - dall'estrazione dei minerali come il Litio necessari alle batterie, allo smaltimento corretto dopo un ciclo di vita che si spera più lungo di quello delle auto con motore endotermico - aziende come Stellantisi, Ford, General Motors e Volkswagen potrebbero accelerare i proprio programmi EV.
La fusione consoliderà la leadership di Honda e Nissan in Asia, in particolare in mercati chiave come Giappone, Cina e Sud-est asiatico. Ma anche in Europa e Stati Uniti. Questo potrebbe sfidare la posizione di Toyota e ridurre la penetrazione dei produttori cinesi nei mercati esteri nei settori di fascia media. In Europa entrambi i marchi hanno un margine significativo nel segmento dell'elettrico e a basse emissioni.
La combinazione delle competenze di Honda e Nissan dovrebbe permettere di accelerare lo sviluppo della guida autonoma - entrambe le case hanno programmi in questo ambito - e aumentare gli investimenti condivisi in tecnologie per la mobilità e nelle infrastrutture di ricarica.
Tra gli aspetti negativi della fusione c'è quello dell'occupazione. Se è da prevedere la creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree di ricerca e sviluppo legata alla elettrificazione e digitalizzazione dei veicoli, le sovrapposizioni operative, inevitabili in tutti i casi di aggregazioni tra aziende simili che operano nello stesso mercato, potrebbero portare a riduzioni di personale nelle regioni in cui entrambe le società sono presenti.
Esuberi probabili
Già in marzo le due case auto avevano concordato di avviare uno studio di fattibilità per una partnership strategica per l'assemblaggio di veicoli elettrici, compreso lo sviluppo di tecnologie software correlate, per ridurre i costi e migliorare la competitività.
Lo scorso novembre Honda aveva rivisto al ribasso le previsioni di utile per l'anno fiscale in corso a 950 miliardi di yen (5,5 miliardi di franchi), con un calo del 14,2% rispetto all'anno precedente, a causa del rallentamento delle vendite in Cina.
Simultaneamente Nissan aveva annunciato un piano per tagliare 9.000 posti di lavoro e ridurre la capacità produttiva globale del 20%, citando le difficoltà delle proprie attività negli Stati Uniti e in Cina.
I veicoli elettrici sono considerati uno dei segmenti più critici per la crescita dell'industria automobilistica mondiale, ma sia Honda che Nissan, assieme ad altre case automobilistiche giapponesi si trovano ad inseguire le principali concorrenti, tra cui la cinese BYD e la statunitense Tesla. In Cina i veicoli elettrici e gli ibridi plug-in rappresentano circa il 40% delle vendite di nuove vetture, la percentuale più alta tra le principali economie, con la leader di mercato BYD che ha venduto circa 3,76 milioni di veicoli da gennaio a novembre di quest'anno: un aumento del 40% rispetto al 2023.
Al contrario le vendite di Honda in Cina sono diminuite del 31% a 740.000 unità, mentre Nissan ha registrato un calo dell'11% a 620.000 unità. Secondo gli analisti del settore le due case automobilistiche nipponiche vedranno le loro immatricolazioni per l'intero anno in Cina ridursi di circa la metà rispetto al 2019. A livello globale le vendite combinate dalla fusione di Honda e Nissan, con la presenza della Mitsubishi che sarà definita entro il prossimo gennaio, sono ammontate a circa 8 milioni di veicoli nel 2023, dietro a quelle della Toyota e la Volkswagen.