Il caso

Nvidia sotto la lente dell'antitrust, mentre il suo CEO perde 10 miliardi in 24 ore

Giornate da incubo per il chipmaker – Dopo un crollo delle quotazioni del 9,5% dovuto ai timori degli investitori sul futuro dell'AI, il gigante tecnologico è finito nel mirino del Dipartimento di Giustizia americano: si teme che abbia utilizzato la sua posizione per accrescere il suo dominio sul settore
©JOHN G. MABANGLO
Red. Online
04.09.2024 13:45

Giornate da incubo per Nvidia. Dopo la delusione nei risultati trimestrali di giovedì scorso, ieri il valore di mercato del chipmaker ha subito un crollo record di 279 miliardi di dollari quando una coppia di analisti del settore ha riacceso i timori – già emersi negli scorsi mesi – che la passione per l'intelligenza artificiale (AI) si sia gonfiata ben oltre le attuali potenzialità della tecnologia. In commenti separati, Michael Cembalest e Jean Boivin, esperti rispettivamente di JPMorgan e BlackRock Investment, hanno affermato che perché l'AI decolli serviranno anni, non trimestri. Le affermazioni dei due hanno causato il panico fra gli investitori, con vendite azionarie che hanno portato, appunto, a un crollo delle quotazioni pari al 9,5%, ovvero un valore di mercato di 279 miliardi.

Ma il periodo sfortunato di Nvidia non finisce qui. Nelle scorse ore, riporta Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha inviato mandati di comparizione a Nvidia e ad altre società alla ricerca di prove che dimostrino che il gigante tecnologico abbia violato le leggi antitrust. I funzionari statunitensi, si legge nell'esclusiva dell'agenzia, temono che Nvidia renda più difficile il passaggio ad altri fornitori e penalizzi gli acquirenti che non utilizzano esclusivamente i suoi chip per l'intelligenza artificiale. 

Ciò rappresenta un'escalation rispetto a quanto avvenuto a giugno, quando - come riportato da Bloomberg - gli inquirenti avevano contattato altre aziende del settore sottoponendo alcuni questionari per raccogliere informazioni. Ora, appunto, alle stesse aziende sarebbero state inviate richieste legalmente vincolanti che le obbligano a fornire informazioni, una mossa che secondo l'agenzia porta, in poche parole, il governo «a un passo dall'avvio di una denuncia formale».

Nvidia, spiega Bloomberg, ha attirato l'attenzione delle autorità di regolamentazione da quando è diventata il produttore di chip di maggior valore al mondo. Fra i maggiori beneficiari del boom dell'AI, l'azienda è stata in grado, in poco tempo, di eclissare il leader di sempre Intel Corp.

Ora, nell'ambito dell'indagine del Dipartimento di Giustizia, le autorità di regolamentazione starebbero in particolare indagando sull'acquisizione da parte di Nvidia di RunAI. L'azienda, passata al gigante in un accordo annunciato nel mese di aprile, produce software per la gestione dell'intelligenza artificiale. I timori, come detto, sono fondamentalmente due. Da una parte, che tale acquisizione renda più difficile ai clienti di Nvidia abbandonare i suoi chip. Dall'altra, che Nvidia stia concedendo un trattamento di favore – in termini di forniture e prezzi – ai clienti che utilizzano esclusivamente la sua tecnologia o acquistano i suoi sistemi completi.

Dieci miliardi in un giorno

Le rivelazioni di Bloomberg hanno portato Nvidia, nelle scorse ore, a perdere un altro 2% nelle ultime contrattazioni. Ma la battuta d'arresto del gigante ha toccato anche il CEO Jensen Huang. Martedì il patrimonio netto di Huang è crollato di circa 10 miliardi di dollari, scendendo a 94,9 miliardi. Una perdita, questa, che rappresenta «il più grande calo di dollari in un solo giorno da quando il Bloomberg Billionaires Index ha iniziato a monitorare la ricchezza nel 2016», riferisce l'agenzia.

Huang è la 18. persona più ricca del mondo e la sua ricchezza, secondo i dati che tenevano conto del forte calo di martedì, è comunque cresciuta di 51 miliardi di dollari da un anno all'altro. Cresciuto a Taiwan e in Thailandia prima di emigrare negli Stati Uniti, nel 1993 ha co-fondato quella che è diventata la terza azienda al mondo per valore di mercato.

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