Obbligazioni AT1 Credit Suisse, investitori citano in giudizio la Finma
Al Tribunale amministrativo federale di San Gallo (TAF) è stata presentata mercoledì una denuncia contro l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) da parte dello studio legale statunitense Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan (presente in Svizzera a Zurigo), in rappresentanza di detentori di obbligazioni AT1 di Credit Suisse. Lo riferisce il quotidiano britannico Financial Times (FT). Fra questi detentori figura anche la cassa pensioni della Migros, che ha perso 100 milioni di franchi sui titoli in questione.
Si tratta dell'inizio di quello che, secondo gli avvocati, sarà probabilmente un processo pluriennale nei tribunali svizzeri. Per il valore che ammonta a 4,5 miliardi di dollari, la denuncia rappresenta una delle più grandi controversie tra obbligazionisti che abbia coinvolto un Paese sovrano, paragonabile solo alla lunga vertenza dei creditori del Governo argentino, che alla fine sono stati rimborsati con 9,3 miliardi di dollari nel 2016 in ciò che venne definito il «processo sul debito sovrano del secolo».
Il testo completo della denuncia non è pubblico, in base alle norme che regolano il TAF. Tre persone a conoscenza diretta della richiesta di risarcimento hanno tuttavia fornito informazioni al FT, tra cui un riassunto dattiloscritto dei principali punti legali in essa contenuti. La denuncia accusa la Finma di aver agito in modo incostituzionale, non essendosi comportata in modo «proporzionato» e «in buona fede» quando il 19 marzo scorso ha imposto a Credit Suisse di azzerare i 17 miliardi di dollari di obbligazioni convertibili AT1.
La Finma aveva agito sulla base di quelli che sosteneva essere i diritti di cui disponeva, in quanto regolatore della banca, in base alle condizioni degli strumenti finanziari «ibridi», come lo sono le obbligazioni AT1 (chiamati anche Contingent Convertible Bond, ndr). Un'ordinanza d'emergenza, emessa contemporaneamente dal Governo svizzero, ha esplicitamente ampliato i poteri della Finma in base alla legge svizzera. Nei giorni successivi, gli obbligazionisti hanno accusato Berna di aver modificato arbitrariamente la legislazione per facilitare un atto di espropriazione - la loro furia è stata in particolare provocata dal fatto che gli azionisti di Credit Suisse, nominalmente subordinati, si vedranno assegnare azioni di UBS per un valore di 3,2 miliardi di dollari. La causa intentata da Quinn Emanuel al TAF di San Gallo mira ad abrogare formalmente la decisione della Finma, ma lascia aperta la questione del risarcimento.
Nonostante le rimostranze pubbliche degli obbligazionisti, la causa legale non sostiene tuttavia che la Finma abbia agito al di là della sua autorità legale, né che l'ordinanza d'emergenza del Governo sia stata emanata senza la dovuta autorità. Lo studio legale ha consigliato agli obbligazionisti che cercare di mettere in discussione il diritto costituzionale del Governo svizzero di evocare il diritto di necessità, in una situazione potenzialmente esplosiva dal punto di vista economico, è una strategia legale poco saggia. Il caso si basa invece sulle tutele costituzionalmente sancite per il giusto processo, sostenendo che i funzionari della Finma hanno confuso il diritto di agire con la necessità di farlo. La denuncia sostiene che la Finma era obbligata, ai sensi degli articoli 5 e 9 della Costituzione svizzera, a prendere una decisione «in buona fede e in modo non arbitrario» e non l'ha fatto. Il reclamo sostiene inoltre che è stato violato l'articolo 36, paragrafo 3, che stabilisce che le restrizioni dei diritti fondamentali «devono essere proporzionate allo scopo». Il diritto di proprietà è un diritto fondamentale nel diritto svizzero. Il fatto che gli azionisti siano stati risarciti, ma gli obbligazionisti no, dimostra che non è stata presa in considerazione la proporzionalità, sostiene Quinn Emanuel.
La Finma ha dichiarato di aver già spiegato pubblicamente la sua decisione e di non avere ulteriori commenti da fare. Gli avvocati che lavorano con gli obbligazionisti hanno sottolineato che c'è ancora un'enorme quantità di informazioni che il Governo svizzero ha tenuto nascoste utilizzando le leggi sul segreto d'ufficio. I dettagli sulle decisioni prese prima dell'acquisizione da parte del Credit Suisse saranno fondamentali per il successo della causa. Di particolare interesse saranno le informazioni sul motivo per cui la Finma e il Governo svizzero hanno deciso che l'acquisizione da parte di UBS era l'unica opzione possibile e quali trattative hanno intrapreso con la banca per assicurarsi la sua partecipazione.