Quadro USA nel complesso positivo grazie al buon passo nella crescita

Negli Stati Uniti la crescita economica ha ancora un buon passo, l’inflazione prosegue nella discesa, la disoccupazione sta salendo poco e rimane a livelli bassi per gli standard americani. Problemi continuano invece ad esserci sui versanti dei deficit commerciale e pubblico. Il quadro economico degli USA che stanno votando per il nuovo presidente ha punti di forza e di debolezza, ma nel complesso è più positivo che negativo. Questo, al di là degli attacchi del candidato repubblicano Donald Trump e delle difese della vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris. E al di là anche delle diverse percezioni all’interno dell’opinione pubblica americana.
Le cifre
I differenti schieramenti politici usano i linguaggi di chi governa e di chi si oppone, talvolta purtroppo anche in modo scomposto. Per un’analisi equilibrata occorre rimanere ancorati alle cifre. È importante dunque vedere più da vicino alcuni capitoli di rilievo, sulla base dei dati del Fondo monetario internazionale pubblicati in ottobre. Secondo l’FMI, la crescita economica USA è stata del 2,5% nel 2022 e del 2,9% nel 2023; per il 2024 è previsto un 2,8%. Considerando il contesto internazionale di forti tensioni geopolitiche e di rallentamento economico, si tratta di un buon livello di crescita, che supera la media delle economie avanzate (1,7% l’anno scorso e 1,8% quest’anno) sia per il 2023 sia per il 2024. Gli USA non solo hanno evitato una recessione, ma hanno anche marciato, e ancora marciano, con un passo abbastanza robusto.
Nello stesso tempo sta scendendo l’inflazione, in modo graduale ma chiaro. La percezione di una parte degli elettori americani su una spirale di aumenti dei prezzi è motivata se riferita al 2022 (anno post pandemico e di inizio dell’invasione russa dell’Ucraina), ma non lo è se riferita ai due anni successivi. L’indice complessivo dei prezzi al consumo negli Stati Uniti aveva infatti registrato un aumento medio annuo dell’8% nel 2022, mentre nel 2023 la percentuale è stata del 4,1%; per il 2024 la previsione è ora 3%. Visto il calo dell’inflazione, la Federal Reserve, la banca centrale USA, ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e altri passi in questa direzione sono attesi. Con il 2,4% di settembre, l’obiettivo di un’inflazione al 2% ora è vicino, naturalmente bisognerà però vedere quale linea adotterà l’Amministrazione USA in economia da gennaio in poi.
I versanti
Guardando al mercato del lavoro, la disoccupazione media annua negli Stati Uniti è stata del 3,6% sia nel 2022 sia nel 2023; per il 2024 è previsto ora un tasso del 4,1%. È vero che si sta vivendo un aumento della percentuale dei senza lavoro negli Stati Uniti. Ma è altrettanto vero che, anche con questo certo non desiderabile aumento, si tratta comunque di un livello di disoccupazione ancora abbastanza contenuto sia nella serie storica USA sia nella comparazione internazionale. Da questo punto di vista, non andrebbero sopravvalutati i dati su una scarsa creazione di posti in ottobre, anche perché è stato un mese segnato pure da due uragani e dallo sciopero Boeing. Dopo gli elementi nel complesso positivi, si passa a quelli negativi quando si parla di deficit commerciale e pubblico. Gli USA sono da molto tempo in deficit commerciale, infatti il valore delle loro esportazioni è costantemente inferiore a quello delle loro importazioni. I dazi e le misure protezionistiche decisi durante la presidenza Trump non hanno mutato il quadro, anzi. Il presidente Biden ha tolto solo una parte di queste misure, mantenendo in alcuni campi un’impostazione protezionistica. Secondo parecchi esperti è però evidente la necessità di rendere più competitivo l’export americano, anziché creare barriere all’import. Il deficit commerciale (fonte: uffici governativi USA) era di 481 miliardi di dollari nel 2016, di 676 miliardi nel 2020, di 784 miliardi nel 2023. Tra gennaio e agosto 2024 il deficit è stato di 575 miliardi.
I conti statali
Il quadro non è positivo neppure sul versante dei conti pubblici. Secondo l’FMI, il deficit pubblico in rapporto al Prodotto interno lordo (PIL) è stato del 3,9% nel 2022 e del 7,1% nel 2023; la previsione per il 2024 è 7,6%. Si tratta di livelli elevati, legati al prevalere delle spese pubbliche sulle entrate, ma anche agli oneri di un alto debito pubblico. Il rapporto di quest’ultimo con il PIL è stato del 118% sia nel 2022 sia nel 2023 (era al 104% nel 2015); per il 2024 la previsione è 121%. Gli USA sono nel gruppo dei Paesi ad alto indebitamento. Al di là di alcune oscillazioni, deficit e debito pubblici sono stati elevati sia con la presidenza di Joe Biden (2021-2024) sia in precedenza con la presidenza di Donald Trump (2017-2020), anche prima della pandemia.