Quando sul posto di lavoro scocca la scintilla dell’amore

Innamorarsi del collega o del proprio capo è ormai un cliché. E visto che nell’arco della nostra vita trascorriamo all’incirca 90 mila ore lavorando, in pratica una persona passa mediamente il 15% della propria vita al lavoro. È quanto sostiene uno studio di Glickon, società leader nel mercato software dell’HR tech. Ma non ci voleva la scienza per provare che le relazioni sentimentali tra colleghi sono reali e possibilissime. Tuttavia, esse possono comportare delle sfide e delle conseguenze sia per le persone coinvolte, sia per le aziende. Come gestire questo tema delicato che coinvolge aspetti legali, etici e umani? Ne abbiamo parlato con Rachele Santoro, delegata per le pari opportunità e Cristina Marenzi, presidente dell’associazione HR Ticino, che riunisce i professionisti delle risorse umane del cantone.
Ci rimettono le donne
Le relazioni sul lavoro – spiega Santoro - possono nascere in modo spontaneo e naturale, ma possono anche essere fonte di problemi, soprattutto se coinvolgono persone con ruoli gerarchicamente diversi o se si interrompono in modo conflittuale. «Succede - afferma - che nelle relazioni che nascono sul posto di lavoro, uno dei due o viene spostato o cambia posto di lavoro». Il fatto stesso di uscire allo scoperto implicherebbe dunque una doppia scelta: la scelta di comunicare al mondo il proprio stato sentimentale ma anche la consapevolezza che questo potrebbe generare un cambiamento lavorativo.
In Ticino, osserva Santoro, guardando ai dati occupazionali, è noto che le posizioni dirigenziali sono principalmente ricoperte da uomini. Dunque, anche se non ci sono dati specifici in merito, «è molto probabile che la persona che venga spostata sia la persona subalterna – la donna –, che magari ha meno responsabilità e può svolgere la medesima funzione in altri settori».
Santoro sottolinea che le aziende hanno modi diversi di affrontare il tema delle relazioni sul lavoro. Alcune hanno inserito una politica che vieta o limita i rapporti tra dipendenti, altre non hanno nessuna «policy aziendale» in merito e si trovano a gestire la situazione strada facendo. «L’azienda si dovrà anche tutelare - osserva - perché ci può essere un conflitto di interessi, ad esempio laddove le due persone rivestono ruoli decisionali e potrebbero dunque influenzare la politica aziendale, oppure se la relazione non funziona più e si crea una situazione di difficile gestione». Santoro aggiunge: «Vi sono delle situazioni problematiche quando una relazione nasce inizialmente con un flirt reciproco o un’amicizia, che poi si trasforma in qualcosa di non gradito, o, nei casi peggiori, percepito come una molestia fin dall’inizio. Dati su questo tema non ne abbiamo - precisa - ma sicuramente è un problema che si presenta puntualmente e che va gestito caso per caso».
Attenzione alle molestie
Rachele Santoro consiglia di parlare chiaro e di essere trasparenti sia con l’azienda, segnalando i comportamenti inadeguati, sia con l’autore di tali comportamenti, mettendo in chiaro quali sono le aspettative e i limiti. Tuttavia, sottolinea che non è facile per tutte le persone farlo, soprattutto se si trovano in una situazione lavorativa precaria o con contratti a scadenza, dove la paura di perdere il posto di lavoro o di subire ripercussioni è preponderante. «In questi casi è necessario chiedere aiuto ai servizi specializzati, come ad esempio l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro, i sindacati o il Servizio per le pari opportunità cantonale al fine di trovare assieme delle strategie per affrontare la situazione e porvi fine immediatamente».
Il canale di dialogo
Cristina Marenzi, invece, osservando il punto di vista delle aziende, illustra come le risorse umane affrontano questa tematica partendo da un’ottica di prevenzione dei conflitti di interesse, che possono riguardare non solo le relazioni affettive o fra generi diversi, ma anche le relazioni fra funzioni diverse all’interno dell’azienda. «Si va verso una maggiore trasparenza, tutela, complessità e codifica di questa tematica», afferma. La natura e la missione di HR Ticino, che non svolge consulenze dirette, è quella di diffondere la conoscenza e la rilevanza dei temi emergenti nel campo delle risorse umane, organizzando eventi, seminari e collaborazioni istituzionali. «Cerchiamo di avere una visione trasversale», spiega la presidente. Ma come si fa a conciliare la trasparenza con la riservatezza, quando si tratta di relazioni personali che possono influire sul lavoro? Marenzi sottolinea l’importanza di avere una cultura e una sensibilità per rilevare se una situazione è corretta o no, sia dal punto di vista della legge, sia dal punto di vista dei valori aziendali e dell’integrità della persona. Inoltre, è fondamentale che le persone abbiano un canale per poter esprimere i propri dubbi, le proprie domande, le proprie difficoltà, in caso di cambiamento della propria situazione personale o lavorativa. «La cosa importante è che le persone possano fare domande anche solo in caso di dubbio, ancora prima di avere problemi: al proprio capo diretto, prima che alle risorse umane. Per questo la trasparenza - in gergo, tante politiche del personale parlano dello speak up – è fondamentale». La prevenzione tramite il dialogo è dunque importante, non solo sulle situazioni problematiche, perché il collaboratore si possa sentire sicuro di avere il giusto confronto. «Inevitabilmente – interviene la presidente di HR Ticino - questa fiducia e questo dialogo va costruito in qualsiasi realtà lavorativa, dalle piccole e medie imprese alle grandi organizzazioni, componenti che devono partire già dai capi diretti dei vari dipartimenti prima ancora che dalle risorse umane».
Infine, come si gestisce la comunicazione interna quando si viene a conoscenza di una relazione sul lavoro che potrebbe creare delle difficoltà o dei malintesi? Marenzi osserva che non esiste una regola univoca, ma dipende dal caso specifico e dal contesto aziendale. Tuttavia, ribadisce il principio che il collaboratore è per sua definizione la categoria più fragile e che le policy e le procedure devono essere sostenibili per poter difendere situazioni dove ci sono difficoltà di qualsiasi genere.