L'intervista

«Salvo elementi imprevisti, i risultati annuali 2023 saranno i migliori di sempre»

Con il presidente della direzione generale di BancaStato Fabrizio Cieslakiewicz approfondiamo alcuni aspetti che hanno contribuito alla performance semestrale dell'istituto
L’istituto cantonale annuncia risultati «eccezionali» e una crescita «sostanzialmente organica» delle sue attività. ©CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
28.08.2023 10:51

BancaStato presenta cifre in forte crescita in tutti i settori d’attività per i primi sei mesi dell’anno in corso, partendo dall’utile che segna un ragguardevole +159,7% a 88,8 milioni di franchi. Con il numero uno della banca Fabrizio Cieslakiewicz approfondiamo alcuni aspetti che hanno contribuito al buon andamento semestrale.

Il risultato «eccezionale», come lo definite, relativo all’esercizio del primo semestre è dovuto in buona parte alle operazioni su interessi. Riguardo alle attività creditizie, avete beneficiato di afflussi provenienti da Credit Suisse, oppure si tratta di un incremento organico del portafoglio crediti?
«Si tratta di una crescita sostanzialmente organica. I volumi creditizi sono aumentati di oltre 258 milioni di franchi e il 69% di essi proviene dal comparto immobiliare. È vero che il numero e il valore delle transazioni immobiliari sono calati nel 2022 e nel primo trimestre 2023, ma è pur sempre altrettanto vero che si attestano comunque agli alti livelli che vigevano prima della pandemia. Parlando di quota di mercato, tenendo conto dei dati della Banca nazionale svizzera (BNS) relativi alle ipoteche garantite da immobili ubicati in Ticino, BancaStato nel 2022 ha raggiunto il 20,1%: un dato che a onor del vero negli ultimi anni si è rivelato in costante e progressiva crescita».

Riguardo i tassi d’interesse, nonostante affermate di aver effettuato nel periodo in rassegna due aumenti sui conti di risparmio, questi sono ancora ben al di sotto del livello di tasso direttorio della BNS. Quale banca con mandato pubblico di tutelare i cittadini, prevedete di far beneficiare loro maggiormente del ritorno a un regime di tassi positivi?
«Il tema dei tassi di interesse sui conti è di attualità sulla stampa nazionale. Io credo che durante i periodi di oscillazione rapida dei tassi di riferimento possano verificarsi fasi in cui si percepisce un “eccessivo disallineamento” con le remunerazioni dei conti; ciò può tuttavia essere anche vero quando il tasso direttore scende e per un determinato periodo i clienti godono di retribuzioni destinate a calare. A differenza dei tassi ipotecari, quelli dei conti sono contraddistinti da rispondenze più lente. Gli incrementi che abbiamo effettuato partivano comunque già da un’ottima base: prima che la BNS rialzasse i tassi BancaStato era l’Istituto che retribuiva meglio il risparmio a livello nazionale. Dobbiamo anche ricordare che non abbiamo mai applicato i tassi negativi alla clientela tradizionale. Ad ogni modo, ulteriori rialzi delle retribuzioni dei conti sono ora al vaglio e segnalo che già oggi uno dei nostri conti di risparmio speciale offre un tasso praticamente di mercato».

Ad aprile avete lanciato l’ipoteca «green». Come sta andando l’iniziativa?
«Abbiamo riscontrato grande interesse. Finora abbiamo erogato una quindicina di ipoteche Green ma occorre tener presente che il prodotto è stato lanciato da pochi mesi e che i lavori edilizi di rinnovo contemplano tempi tecnici anche lunghi».

Dal punto di vista finanziario BancaStato è cresciuta molto negli ultimi anni in un contesto di esigenze normative sempre più intense e di un passaggio di categoria di vigilanza della Finma

L’afflusso lordo di patrimoni amministrati è cresciuto di quasi un miliardo di franchi. Il dato riguarda solo la partecipata Axion? Il risultato dovuto a un «effetto Credit Suisse», oppure di crescita organica?
«L’apporto di Axion è importante ma la maggior parte degli afflussi è da ricondurre alla casa madre. Le cifre sono da inserire in un quadro di crescita pluriennale e dettate dunque da un’evoluzione organica, di cui ci rallegriamo molto».

Nei costi di esercizio (+13,6%) si fa riferimento al «rafforzamento della struttura organizzativa, corrispettivo all’importante crescita della Banca degli ultimi anni». Potete elaborare brevemente su questo punto? Presumendo anche delle assunzioni, quante sono state da CS (o UBS)?
«Dal punto di vista finanziario BancaStato è cresciuta molto negli ultimi anni in un contesto di esigenze normative sempre più intense e di un passaggio di categoria di vigilanza della Finma, il quale per noi presuppone maggiori oneri in termini amministrativi e di gestione del rischio. Di conseguenza abbiamo dovuto adattare il nostro dimensionamento facendo capo al mercato del lavoro e integrando, laddove necessario, figure specialistiche. Il numero di assunti provenienti da CS è esiguo e si inserisce in un quadro di crescita naturale».

Guardando il contesto regionale, con l’uscita di scena di Credit Suisse, come si posiziona BancaStato in un mercato che si sta restringendo sempre più in termini di offerta di servizi universali?
«BancaStato è l’Istituto di riferimento in Ticino e le crescite pluriennali dimostrano che l’Istituto è sempre più amato e apprezzato. Continuiamo a investire sul territorio non solo in termini di sviluppo della rete di vendita, ma anche dal punto di vista dei centri di competenza: elementi preziosi per il futuro della piazza al Sud delle Alpi».

Infine, guardando al prossimo futuro, quale la vostra previsione per l’esercizio complessivo 2023 e il contributo che pensate di versare al Cantone?
«Al netto di elementi imprevisti riteniamo che i risultati annuali 2023 saranno i migliori di sempre. È ancora presto esprimersi sull’ammontare del versamento al Cantone ma dovrebbe tuttavia risultare anch’esso in aumento, a tutto vantaggio del Ticino e della collettività».

Prospettive rosee per il 2023

Rispetto alla chiusura dell’esercizio 2022, a fine giugno 2023 il risultato operativo del Gruppo BancaStato, che include la partecipata Axion SWISS Bank attiva nella gestioni patrimoniali, è aumentato del 137,2%, raggiungendo i 102 milioni. L’utile semestrale (dopo un’attribuzione di 8 milioni alle riserve per rischi bancari generali) è aumentato del 159,7%, attestandosi a 88,8 milioni. I crediti ipotecari sono cresciuti dell’1,6% a 11,6 miliardi, mentre incremento del risultato netto da operazioni su interessi è stato del 71,4% a 141,4 milioni. Nel loro complesso i ricavi netti sono cresciuti sensibilmente del 57,4% a 187,7 milioni, mentre i costi di esercizio sono aumentati del 13,6% a 78,3 milioni anche a seguito di interventi volti al rafforzamento della struttura organizzativa, corrispettivo all’importante crescita della banca degli ultimi anni. Il totale della cifra di bilancio si è ridotto del 2,0% a 18,3 miliardi. I crediti ipotecari sono aumentati di 177,3 milioni (+1,6%) a 11,58 miliardi. Il totale degli impegni nei confronti della clientela ha raggiunto i 12,46 miliardi, in calo del 3% a seguito di una maggior propensione della clientela a investire i propri averi anziché mantenerli sotto forma di liquidità sul conto. Infine, i patrimoni amministrati sono aumentati di 929 milioni raggiungendo i 22,2 miliardi, con un afflusso netto di 772,5 milioni.