Settore alimentare italiano, buone carte da giocare

Il settore agroalimentare italiano è in forte crescita e presenta delle interessanti dinamiche innovative. È quanto emerso ieri nel corso della presentazhione del Food Industry Monitor 2023, giunto ormai alla nona edizione, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e da Ceresio Investors di Lugano. Si tratta di un osservatorio sul settore food che analizza le performance, l’evoluzione dei modelli di business e i trend di mercato delle aziende italiane del settore alimentare.
Innanzitutto dal Food Industry Monitor emerge che il settore lo scorso ha registrato un ottimo andamento, con una crescita record pari a circa il 12%. Il dato, seppure influenzato da un tasso d’inflazione elevato, è dovuto principalmente ai fatturati record realizzati dalle aziende nel periodo di forte crescita economica post-COVID. La crescita del settore proseguirà nel biennio 2023-2024 con tassi superiori al PIL italiano, in particolare per il 2023 si prevede un + 8,4%, per il 2024 la crescita sarà del 5,7%.
Alla conferenza di ieri, tenutasi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, hanno partecipato diversi attori del settore. Dai loro interventi sono emersi diversi trend di fondo.
Ridurre l’impatto ambientale
«In generale - commenta Gabriele Corte, direttore generale di Ceresio Investors - dalle presentazioni è emersa una grande attenzione all’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, agendo soprattutto sull’innovazione di processo. Questo è un messaggio che è stato sottolineato spesso negli interventi degli imprenditori ed è emerso come un aggiuntivo elemento di distinzione del settore alimentare italiano».
«Probabilmente - prosegue - in questo ambito le aziende alimentari italiane sono più in avanti rispetto all’estero. Dal punto di vista della produzione c’è molta attenzione al rispetto dell’ambiente e ciò si traduce in un ulteriore elemento di valore del “Made in Italy”, vero motore anche a livello di esportazioni».
Azienda ticinese
Tra gli oratori intervenuti ieri a Pollenzo figurava Matteo Vanotti, CEO dell’azienda ticinese xFarm Technologies, di Manno. «Si tratta di un’azienda molto interessante - nota Gabriele Corte - perché ha sviluppato delle tecnologie per il controllo da remoto di intere aziende agricole, con la finalità di ridurre al minimo le risorse necessarie, ottimizzandone l’impiego con beneficio per l’ambiente, il consumatore e il conto economico».
Proprio all’innovazione il Food Industry Monitor ha dedicato molta attenzione. «Questo è il primo anno - sottolinea - che abbiamo un approfondimento sulle startup. Dalla ricerca emerge che la quantità di startup create nel settore alimentare italiano è impressionante: oltre 3.300 negli ultimi 10 anni. Per giunta, è interessante notare le modalità di finanziamento. Infatti quelle che registrano i migliori risultati economici hanno visto, a un certo punto della loro storia, l’entrata di un socio industriale, che porta competenze finanziarie, commerciali e manageriali: un buon indicatore sta in un numero di brevetti depositati superiore alla media».
«Molto spesso - rileva Gabriele Corte - queste startup diventano incubatori di ricerca per aziende più grandi, che entrano nel loro capitale con lo scopo di acquisire nuove tecnologie. Pare un meccanismo molto simile a quello che accade nel mondo farmaceutico, dove parte della ricerca viene esternalizzata a startup, che poi vengono acquistate dalle grandi aziende».
Imprenditori esperti
Dallo studio risulta che l’età media degli imprenditori e delle imprenditrici che hanno fondato le startup è piuttosto elevata (48 anni circa), in particolare il 43,4% delle aziende è gestito da amministratori della generazione dei «baby boomer» (nati tra il 1965 e il 1979).
Il Food Industry Monitor analizza le performance di un campione di 850 aziende, con un fatturato aggregato di circa 70 miliardi di Euro, attive in 15 comparti del settore food. L’osservatorio analizza le performance storiche delle aziende del food dal 2009 al 2022, focalizzandosi sulle seguenti dimensioni: crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria.