Vertenze

Sui bond AT1 le azioni legali si intensificano

Lo studio Quinn Emanuel che rappresenta investitori in obbligazioni ex Credit Suisse ha presentato a New York un atto di modifica della sua «class action» contro la Svizzera, aumentando il numero di querelanti e quadruplicando l’importo
© CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
09.01.2025 19:30

C’era da attenderselo: nel suo rapporto sul crollo di Credit Suisse (CS), la Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) non ha voluto prendere posizione sulla questione tuttora aperta delle obbligazioni AT1 - azzerate (e cancellate) per ordine della Finma il 19 marzo 2023 per un valore nominale pari a circa 16 miliardi di franchi - e gli investitori che hanno fatto ricorso contro la famigerata decisione non sono rimasti fermi. O meglio, gli studi legali che rappresentano le migliaia di creditori di CS vedono nel rapporto della CPI un’opportunità per intensificare la loro azioni contro la Svizzera. In particolare i legali dello studio statunitense Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, che a giugno ha depositato una «class action» contro la Confederazione presso il Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York e che mercoledì scorso, riferisce il portale finews.com, ha presentato un atto di modifica che include altri querelanti - tra cui fondi di investimento, società e individui di Paesi come Lussemburgo, Stati Uniti, Giappone e Isole Cayman - e incorpora i risultati del rapporto della CPI. Anche il valore in termini monetari della controversia ha subito una modifica piuttosto significativa, passando dagli iniziali 82 milioni di dollari a 372 milioni - quattro volte tanto.

Ricordiamo che lo stesso studio legale, che ha sede a Los Angeles e uffici anche a Zurigo, è stato fra i primi a ricorrere contro la decisione della Finma, depositando (nell’aprile 2023) presso il Tribunale amministrativo federale (TAF) di San Gallo un «pacchetto» di denunce da parte di investitori di bond AT1 per un valore complessivo di 4,5 miliardi di franchi. Fra questi investitori c’è anche la cassa pensioni della Migros, che nella vicenda ha perso 100 milioni di franchi.

Violati i diritti di proprietà

«Il crescente interesse delle parti in causa ad aderire alla class action statunitense evidenzia l’impatto e la portata della svalutazione delle obbligazioni AT1 su un’ampia gamma di investitori, compresi quelli retail», ha dichiarato Dennis Hranitzky, Head of Sovereign Litigation and Global Asset Recovery Practices presso Quinn Emanuel. «Questa causa sottolinea ulteriormente l’ingiusta violazione dei diritti di proprietà dei detentori di strumenti AT1».

Una causa contro la Svizzera

Nella sua azione legale, lo studio californiano sostiene che la Svizzera ha orchestrato l’acquisizione di CS da parte di UBS agendo come «banca d’investimento privata», motivo per il quale, come detto, questa denuncia collettiva è intentata contro la Confederazione e non la Finma.

La Svizzera, scrive ancora finews.ch, ha tempo fino al 3 febbraio 2025 per rispondere alla denuncia modificata. Subito dopo, il 5 febbraio, il tribunale di New York terrà una conferenza sulla gestione del caso, ma è improbabile che prenda una decisione prima dell’estate di quest’anno.