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Timori per le politiche di Trump, ora i ricchi americani cercano rifugio nelle banche svizzere

Alcuni banchieri privati e consulenti patrimoniali elvetici segnalano un aumento di clienti statunitensi che cercano di trasferire i propri asset in Svizzera
©Jacquelyn Martin
Red. Online
25.03.2025 13:45

Le aggressive politiche economiche del presidente USA Donald Trump spaventano gli americani più ricchi. Diversi facoltosi cittadini statunitensi, davanti allo spauracchio dei dazi che potrebbero danneggiare le finanze, stanno cercando di mettere al sicuro i propri risparmi, in molti casi trasferendo i propri asset in Svizzera.

Lo riporta il Financial Times, spiegando che nelle ultime settimane sono aumentate le richieste di ricchi americani che desiderano aprire un conto bancario o un fondo di investimento nelle banche elvetiche conformi alla legge statunitense.

Josh Matthews, co-fondatore della società di servizi di gestione patrimoniale Maseco, ha paragonato l'attuale esodo di asset USA in Svizzera a quanto avvenuto durante la crisi finanziaria del 2008, quando a regnare era il timore dei fallimenti bancari. Oggi a preoccupare è la situazione politica legata «all’incertezza della presidenza Trump».

Le risorse provenienti dagli Stati Uniti sarebbero ingenti: il FT cita l’esempio di una famiglia americana che sta cercando di trasferire in Svizzera tra i 5 e i 10 milioni di dollari.

La banca Pictet di Ginevra ha confermato questa tendenza, sottolineando di aver riscontrato un «significativo aumento» di richieste presso la Pictet North American Advisors, consulente di investimenti internazionale per cittadini e contribuenti statunitensi e canadesi, con sede in Svizzera, la quale è registrata presso la Securities and Exchange Commission (SEC), l'ente federale USA preposto alla vigilanza delle borse valori.

Gli americani, infatti, non possono aprire tranquillamente un conto bancario in Svizzera a causa delle stringenti regole del Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA), una normativa unilaterale statunitense che vale per tutti i Paesi del mondo. Questa, si legge sul sito dell’Amministrazione federale, «obbliga gli istituti finanziari esteri a fornire alle autorità fiscali statunitensi informazioni sui conti di contribuenti americani o a versare un’imposta elevata. Per gli istituti finanziari non statunitensi l’attuazione della normativa FATCA comporta un elevato dispendio amministrativo e finanziario. Tuttavia, grazie all’Accordo FATCA, questo dispendio viene ridotto, in quanto esso prevede semplificazioni amministrative per determinati istituti finanziari svizzeri, come appunto quelli registrati presso la SEC.

Oltre a Pictet, viene citato l'esempio di Alpen Partners, consulente di gestione patrimoniale a Zurigo, il quale sta notando un incremento di clienti americani presso il suo ente registrato alla SEC (Alpen Internazional): «Dall'elezione di Trump, abbiamo assistito a un aumento significativo. Alcuni clienti sono anti-Trump e molti sono spinti dalla paura», ha evidenziato il fondatore del gruppo, Pierre Gabris. Le banche svizzere, con entità registrate negli Stati Uniti, di fatto sono comunque tenute a segnalare alle autorità fiscali tutti i titolari di conti statunitensi.

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