«UBS pronta a tagliare metà della forza lavoro di Credit Suisse»
(Aggiornato alle 20.24) UBS si prepara a tagliare più della metà della forza lavoro di Credit Suisse a partire dal prossimo mese. Lo riporta Bloomberg.
Secondo l'agenzia, che cita alcune fonti ben informate, ci dovrebbero essere tre round di tagli quest'anno, uno entro la fine di luglio e altri due a settembre o ottobre.
I tagli sarebbero il risultato dell'acquisizione di emergenza di Credit Suisse da parte di UBS.
I banchieri e i trader della banca di investimento di Credit Suisse a Londra, New York e in alcune aree dell'Asia si faranno carico del peso maggiore delle riduzioni, secondo le indiscrezioni riportate dall'agenzia Bloomberg. UBS avrebbe comunicato allo staff di attendersi tre round di tagli quest'anno, uno entro la fine di luglio e due a settembre e ottobre. L'obiettivo di UBS sarebbe quello di ridurre del 30%, circa 35'000 posti, la forza lavoro complessiva di 120'000 dipendenti risultata dalle nozze fra i due colossi.
La fusione delle attività nazionali delle due banche in Svizzera comporterebbe la soppressione di ben 10.000 posti di lavoro, rivela Bloomberg.
Contattata dal portale statunitense, la grande banca elvetica non ha voluto commentare queste indiscrezioni.
I tagli a cui lavora UBS andrebbero a peggiorare un quadro già difficile per l'occupazione nel settore finanziario globale. I grandi colossi di Wall Street hanno infatti già annunciato riduzioni del personale e si avviano, secondo alcune stime, a superare quest'anno gli 11'000 tagli alla forza lavoro. Sforbiciate per invertire il trend scattato nel dopo pandemia quando, per far fronte al boom di accordi e trading, le banche avevano aumentato in modo significativo la propria forza lavoro.
Alla fine del primo trimestre le cinque grandi banche che dominano Wall Street avevano complessivamente la cifra record di 882'000 dipendenti a livello globale, un livello invariato rispetto alla fine del 2022 ma in aumento di più di 100'000 posti rispetto al marzo del 2020.