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Un braccio di ferro sui mercati borsistici

Le piazze azionarie mondiali hanno recuperato velocemente la metà della perdita subita a causa del coronavirus - I timori sulla pandemia spingono verso nuovi ribassi, i sostegni alle economie e le occasioni d’acquisto favoriscono rialzi
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Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
01.05.2020 15:22

È come se sui mercati ci fossero due forze quasi equivalenti in contrasto tra loro, che in queste settimane si confrontano costantemente. Una spinge verso nuovi ribassi degli indici delle Borse, l’altra spinge invece verso nuovi recuperi, al rialzo. In un contesto di questo tipo, inevitabilmente i mercati azionari oscillano in modo marcato, con frequenti cambiamenti di direzione.

Caduta e risalita

Prima di guardare agli elementi che compongono queste due forze contrastanti, fotografiamo anzitutto il quadro attuale dei mercati borsistici. Prendendo come base l’indice mondiale MSCI ACWI in dollari, che comprende sia i Paesi avanzati che i Paesi emergenti, il calo delle piazze azionarie rispetto ai picchi di febbraio (in pratica, pre virus) è di circa il 16% a valori del 30 aprile. Considerando che il punto di maggiore discesa delle Borse si è verificato in marzo ed è stato del 33%, sempre rispetto ai picchi precedenti, si può vedere come i mercati nel giro di alcune settimane abbiano recuperato molto, circa la metà della perdita. Il bilancio da gennaio a fine aprile resta negativo, ma c’è stata una marcata risalita dai minimi. Detto questo, è facile capire da dove vengano le rinnovate spinte ribassiste. Il blocco, o comunque la consistente riduzione, delle attività economiche a causa del coronavirus ha portato a contrazioni rilevanti dei Prodotti interni lordi, che già si vedono nelle cifre del primo trimestre e che probabilmente ancor più si vedranno in quelle del secondo trimestre. Queste contrazioni si riflettono, o si rifletteranno, anche sui risultati di molte imprese quotate e quindi una parte degli investitori preferisce non puntare sulle Borse. A ciò si aggiunge, per la parte più pessimista, la previsione che il virus non se ne andrà in tempi brevi.

Sull’altro versante ci sono però alcuni elementi precisi che spingono invece verso nuovi rialzi. Ci sono il rallentamento attuale del virus e la seppur graduale ripresa delle attività economiche in molti Paesi. Ciò porta una parte degli investitori a vedere come possibile un parziale miglioramento delle economie già nella seconda metà dell’anno, con un contenimento della recessione a fine 2020 e con un rimbalzo poi delle economie nel 2021. Ci sono inoltre gli ingenti piani di sostegno alle economie messi in campo da molti governi e dalle principali banche centrali, che non possono evitare la recessione causata dal virus ma possono aiutare a ridurla, preparando al tempo stesso la risalita.

I diversi settori

A tutto ciò si aggiungono fattori specifici legati ai titoli quotati. Con i forti ribassi di febbraio-marzo, molti di questi sono diventati decisamente meno cari, fornendo occasioni di acquisto per gli investitori interessati al campo azionario. Inoltre, occorre considerare che non tutti i settori sono stati colpiti allo stesso modo dal coronavirus. Una parte è stata colpita duramente, un’altra meno. Trai settori che tengono meglio ci sono ad esempio l’alimentare, comparti della grande distribuzione, l’e-commerce, le telecomunicazioni, la farmaceutica. Una parte degli investitori guarda a questi settori anche per cogliere opportunità sui mercati azionari.

C’è da registrare che per la piazza di New York, la maggiore a livello mondiale, la risalita di aprile è andata oltre le previsioni. L’indice Dow Jones nel mese ha recuperato l’11%, l’indice S&P 500 il 12%; per entrambi, secondo l’agenzia AWP, è la miglior performance mensile dal 1987. L’indice tecnologico Nasdaq dal canto suo ha recuperato il 15%, è il suo miglior andamento mensile dal 2000, grazie appunto ai titoli legati a telecomunicazioni e informatica. È vero che la caduta tra febbraio e marzo anche per New York è stata pesante, ma è anche vero che una risalita così rapida in aprile non era scontata, né per New York né per altre piazze.

Il listino elvetico

La Borsa svizzera è tra quelle che più stanno resistendo contro l’ondata negativa del virus. L’indice elvetico SMI è sceso meno di altri durante la caduta ed ha poi recuperato più di metà della perdita. Ora lo SMI è in negativo di circa il 10% rispetto a inizio anno ed è più o meno allo stesso livello di dodici mesi fa. Zurigo si sta confermando come una delle piazze azionarie più “difensive”, quelle che guadagnano un po’ meno delle altre nelle fasi di espansione ma perdono poi meno delle altre nelle fasi di contrazione. Il listino elvetico ha d’altronde titoli di peso proprio in alcuni dei settori che meglio si difendono (tra i quali alimentare, farmaceutica, telecomunicazioni). Non si può poi dimenticare che chi punta sulla Borsa svizzera punta di fatto in una certa misura anche sul franco, moneta che resta bene rifugio per una parte degli investitori.

Vedremo presto quale delle due forze che sono in contrasto sui mercati guadagnerà campo. Le prossime settimane saranno importanti anche per capire l’esito di questo braccio di ferro tra spinte rialziste e spinte ribassiste sulle piazze azionarie.

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