Il confronto

Volare costa meno, ma ancora per poco: «Questo rilassamento dei prezzi non è sostenibile»

Un'analisi di Comparis mostra che oggi viaggiare in aereo costa l’8% in meno rispetto a un anno fa – L'esperto: «Con l’arrivo della stagione estiva, la domanda e conseguentemente anche i prezzi aumenteranno di nuovo» – L'indice dei prezzi del tempo libero mostra che le attività, per gli svizzeri, costano sempre più caro
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Red. Online
24.04.2025 09:00

Riempire il tempo libero costa sempre più caro agli svizzeri. Il nuovo indice dei prezzi del tempo libero stilato da Comparis mostra che il rincaro per le attività svolte lontano dal lavoro è dello 0,8% su base annua, mentre l’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) dell’Ufficio federale di statistica (UST) mostra attualmente un rincaro annuo dello 0,3%. Godersi la vita, insomma, è sempre più difficile.

Fra i mille settori colpiti dall'aumento dei prezzi, tuttavia, c'è un'eccezione: il trasporto aereo. Secondo l'analisi condotta dal portale di confronti, i viaggi aerei costano oggi l’8% in meno rispetto a un anno fa.

Una tendenza fragile

Come mai questa tendenza contraria? Alla base del fenomeno ci sono diversi fattori: «Le compagnie aeree low cost come Easyjet hanno notevolmente ampliato la loro presenza all’aeroporto di Zurigo. L’inasprimento della concorrenza tra le compagnie aeree consolidate ha portato a una notevole guerra dei prezzi. Allo stesso tempo, l’anno scorso l’offerta complessiva del mercato è aumentata nuovamente», ha spiegato l'esperto di Comparis in mobilità, Adi Kolecic. 

La cattiva notizia è che questo calo dei costi non perdurerà: «L’attuale rilassamento dei prezzi dei voli non è sostenibile», ha avvertito l'esperto. «Con l’arrivo della stagione estiva, la domanda e conseguentemente anche i prezzi aumenteranno di nuovo. Inoltre, l’attuale politica doganale potrebbe nuovamente rendere l’aviazione più costosa a lungo termine».

Rispetto al periodo precedente alla pandemia, ovvero marzo 2019, i prezzi dei voli mantengono tutt’ora l’aumento del 24%. Nel confronto quinquennale, indica l'indice di Comparis, i prezzi sono addirittura saliti del 40,1%.

Costi in aumento

Quando si viaggia, poi, va considerato il costo del pernottamento. Secondo Comparis, nell'ultimo anno sono aumentati anche i prezzi del settore paralberghiero (+4,4%*), che comprende appartamenti di vacanza o campeggi. «Negli ultimi mesi i prezzi dell’energia sono diminuiti, ma rimangono comunque elevati, soprattutto nel resto dell’Europa. Molti proprietari di appartamenti di vacanza scaricano questo aumento dei costi direttamente sui clienti», ha spiegato Kolecic.

La corona del bene che ha registrato il maggiore rincaro rispetto all'anno precedente, tuttavia, va all'acquisto di servizi radiofonici e televisivi. prezzi sono infatti cresciuti del 6,1%. «Un fattore importante nell’aumento dei costi della ricezione radiofonica e televisiva è l’aumento dei prezzi dei grandi servizi di streaming. Le tariffe Serafe sono rimaste stabili, mentre l’anno scorso i fornitori di servizi di streaming come Netflix, Apple TV Plus o Sky hanno aumentato significativamente i prezzi», ha affermato l’esperto di Comparis.

Negli ultimi 12 mesi il rincaro più alto dei beni per il tempo libero è stato percepito dalle economie domestiche composte da una sola persona di età pari o superiore a 65 anni, che attualmente percepiscono un tasso di rincaro dell’1,2% rispetto all’anno scorso. La tendenza, sottolinea il comunicato diffuso da Comparis, si mantiene nel 2025 e anche a marzo di quest'anno la vita è diventata ancora più costosa rispetto al mese precedente (+0,7%). In percentuale, considerando la tipologia di economia domestica, sono quelle composte da una sola persona con meno di 65 anni a essere meno toccate dal rincaro. Con 111,3 punti, l’inflazione percepita negli ultimi 12 mesi da questa categoria di popolazione è stata dello 0,6%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) misura l’andamento dei prezzi sulla base di un paniere rappresentativo di circa 1050 beni e servizi. Una continua diminuzione del potere d’acquisto o un aumento del livello medio dei prezzi sono sintomi di inflazione. L’IPC comprende dodici categorie principali, tra cui investimenti a lungo termine e affitti. Non sono tuttavia considerate grandi voci di spesa come i premi delle assicurazioni sociali o le imposte dirette. L’IPC non riflette quindi il rincaro percepito effettivamente dai consumatori. L’indice dei prezzi del tempo libero di Comparis, pubblicato in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo (ETH), mostra il rincaro esclusivamente nei settori del tempo libero, della cultura, del settore alberghiero e della ristorazione e dei viaggi. Vengono inoltre prese esplicitamente in considerazione singole tipologie di economie domestiche, fasce di reddito e regioni linguistiche. Nota importante: le cifre contrassegnate con un (*) sono state calcolate direttamente dall’Ufficio federale di statistica (UST/IPC) o si basano sui dati dell’UST/IPC. La base di dati per l’indice dei prezzi per il tempo libero di Comparis è costituita dall’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) e dall’indagine sul budget delle economie domestiche (IBED). Le ponderazioni per i nuovi indici dei prezzi si basano sull’IBED. Successivamente, vengono calcolati gli indici di Laspeyres a catena con le serie di prezzi dell’IPC. La base dell’indice è dicembre 2017 (corrisponde al 100%).
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