Medio Oriente

Elezioni in Israele, Netanyahu: «Siamo vicini a una grande vittoria»

Se l'esito degli exit poll sarà confermato, il politico potrà celebrare la propria rivincita e tornare ad occupare la poltrona di premier – L'affluenza al voto è del 71.3%, la più alta dal 2015
© AP/Maya Alleruzzo
Ats
02.11.2022 07:15

(Aggiornata alle 9.09) Se l'esito degli exit poll sarà confermato, Benyamin Netanyahu potrà finalmente celebrare la propria rivincita e tornare ad occupare la poltrona del premier di Israele da cui è stato rimosso «ingiustamente» (ne è fermamente convinto) dai suoi rivali nel mondo politico, nella magistratura e nella polizia, mentre al tribunale di Gerusalemme veniva incriminato per corruzione, frode ed abuso di potere.

Si tratta del quinto tentativo di Netanyahu in tre anni e mezzo di conquistare alla Knesset una maggioranza che gli consenta di governare. In passato ha anche guidato governi di transizione. Ma alle elezioni di un anno e mezzo fa, inaspettatamente, si è trovato estromesso dall'ufficio del premier ed «espulso» dalla residenza ufficiale di via Balfour a Gerusalemme che era divenuta il simbolo stesso dell'influenza accumulata dalla famiglia Netanyahu: in particolare della moglie Sarah e del figlio maggiore Yair.

Lo ha allora sostituito una coalizione composta da ben otto liste (di destra, di centro, di sinistra ed anche una formazione araba) guidata prima da Naftali Bennett e poi, da luglio, da Yair Lapid.

Netanyahu ha subito chiarito che non era disposto ad accettare quell'avvicendamento al potere ritenendo che Bennett - pur di aggiudicarsi il timone del Paese - avesse tradito il pubblico nazional-religioso che lo aveva votato.

La scarsa considerazione verso il successore è stata espressa da Netanyahu in maniera eloquente quando, dopo 12 anni di governo, dedicò a Bennett appena mezz'ora per il passaggio delle consegne di Israele. Il senso era chiaro: questo è un governo illegittimo, la sua durata sarà breve.

Da allora Netanyahu ha ingaggiato una guerra di logoramento contro il suo rivale. Alla Knesset il Likud ha boicottato sistematicamente il lavoro delle commissioni. Poi ha cercato di smantellare dall'interno la coalizione di Bennett (che disponeva alla Knesset di una maggioranza molto risicata).

Membri della coalizione vicini a posizioni della destra sono stati quindi «marcati da vicino» dai sostenitori di 'Bibi' Netanyahu, importunati, seguiti in tutti i loro spostamenti ed anche sotto casa. La pressione psicologica ha avuto effetto. La fragile coalizione di Bennett ne ha risentito e alla fine della primavera Netanyahu ha ottenuto un primo successo con lo scioglimento anticipato della legislatura.

Alacre come sempre, Netanyahu non si è adagiato sugli allori. In questi mesi ha saputo invece compattare al meglio il Fronte delle destre assicurandosi un sostegno d'acciaio sia da due partiti ortodossi, sia dai nazional-religiosi espressione del movimento dei coloni.

Con questa manovra il Likud si è spostato sensibilmente più a destra, ed ha accentuato gli attacchi contro la magistratura indicata da Netanyahu come la regista del processo nei suoi confronti. Il Netanyahu modello 2022 è dunque in cerca non solo di una rivincita personale ma anche di un riesame rigido e profondo dei rapporti fra potere politico e giudiziario. I suoi futuri alleati di governo sostengono peraltro che adesso il processo a Netanyahu dovrebbe essere annullato. Se l'esito degli exit poll sarà confermato, la rivincita politica di Netanyahu inizia da domani, mentre il sistema istituzionale di Israele appare indirizzato verso una revisione profonda.

Netanyahu: «Siamo vicini a una grande vittoria»

«Siamo vicini a una grande vittoria»: lo ha detto Benyamin Netanyahu ai suoi sostenitori riuniti a Gerusalemme.

«Ho esperienza, ho fatto delle elezioni, dobbiamo aspettare i risultati finali ma il nostro percorso, il percorso del Likud, ha dimostrato di essere quello giusto, siamo vicini a una grande vittoria», ha affermato l'ex premier israeliano.

Intanto, dopo lo spoglio del 44,6% dei voti,Likud di Benyamin Netanyahu si conferma il primo partito con 32 seggi. Al secondo posto Yesh Atid, il partito del premier Yair Lapid con 25 seggi e al terzo posto il partito di estrema destra Sionismo religioso di Itamar Ben Gvir con 15 seggi.

Ma nell'area di centro-sinistra c'è forte apprensione perché al momento tre delle sue liste non superano la soglia di ingresso: il partito Meretz per i diritti civili e le liste arabe Balad e Raam. Se questi dati parziali trovassero conferma anche in seguito Netanyahu otterrebbe una netta maggioranza alla Knesset.

Le tv aggiornano gli exit poll del voto

Le principali tv israeliane - citate dai media - hanno aggiornato i loro exit poll che non sembrano cambiare tuttavia lo scenario tratteggiato alla chiusura delle urne: la maggioranza, seppure stretta, del blocco di destra guidato da Benyamin Netanyahu.

L'aggiornamento - mentre è da poco cominciato lo spoglio dei voti - vede alcuni spostamenti di seggi: Canale 12 prevede che il nazionalista laico Avigdor Lieberman e Hadash-Taal avranno 5 seggi, dai 4, ognuno, iniziali, mentre i Laburisti scenderebbero a 5 e la sinistra del Meretz a 4.

Anche Canale 13 conferma il seggio in più a favore di Lieberman. Ancora incerto il risultato del partito di sinistra Balad che sfiora il passaggio dello sbarramento elettorale del 3.25%. Se lo passasse, potrebbe cambiare il quadro completo.

«L'ascesa della destra radicale in Israele frutto estremismo»

«L'ascesa dei partiti religiosi di estrema destra alle elezioni israeliane, secondo gli exit poll delle tv, è un risultato naturale delle crescenti manifestazioni di estremismo e razzismo nella società israeliana, di cui il nostro popolo soffre da anni».

Lo ha detto il premier dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammad Shtayyeh citato dall'agenzia Maan.

Affluenza al voto 71.3%, la più alta dal 2015

«L'affluenza al voto nelle elezioni israeliane è stata del 71.3». Lo ha fatto sapere il Comitato centrale elettorale. Si tratta della più alta dal 2015.

Il blocco di Netanyahu verso 69 seggi

Dopo lo spoglio del 62 % dei seggi il blocco dei partiti che sostengono Benyamin Netanyahu si avvia a conquistare 69 seggi sui 120 della Knesset.

Lo ha calcolato la televisione commerciale Canale 12 che ieri, nel primo exit poll, gli aveva assegnato 61 seggi. Alle liste che sostengono il premier centrista Yair Lapid andrebbero, al momento, solo 47 seggi.

Con lo spoglio del 62% dei seggi il Likud avanza ulteriormente e si conferma il primo partito di Israele con 33 seggi su 120, seguito dai centristi di Yair Lapid (25), dal partito di estrema destra 'Sionismo religioso' (14), dai centristi di Benny Gantz (12) e dal partito ortodosso Shas (12).

Nell'area di centro-sinistra tre liste (Meretz, Raam e Balad) sono per ora sotto la soglia di ingresso alla Knesset, anche se non lontane.

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