Elezioni regionali, dai sondaggi emergono chiaramente «due Germanie»
Mai come questa volta, probabilmente, le elezioni regionali in Germania potrebbero avere, politicamente, un peso specifico tanto forte quanto duraturo. I tre Länder dell’Est chiamati a rinnovare i propri Governi e Parlamenti sono Turingia, Sassonia e Brandeburgo. I primi due votano domenica prossima, 1° settembre, il Brandeburgo invece il 22 settembre. Insieme, i tre Stati hanno circa 8,5 milioni di abitanti e rappresentano il 10% della popolazione tedesca.
Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) è nettamente avanti in Turingia, con il 30% dei potenziali consensi, e potrebbe conquistare il primato anche in Sassonia, dove è testa a testa con i Cristiano-Democratici (CDU), al potere nel Land da 16 anni.
Raccoglie molti consensi anche il nuovo movimento di estrema sinistra, Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), nato pochi mesi fa da una scissione di Die Linke, il partito erede dei post-comunisti dell’Est. Orientata verso politiche sociali molto marcate, la BSW appare paradossalmente molto vicina all’AfD sulle questioni di politica estera, dato che promuove apertamente la necessità di negoziati con il presidente russo Vladimir Putin, la fine delle forniture di armi all’Ucraina e l’annacquamento delle politiche climatiche.
Se i sondaggi che suggeriscono l’ipotesi di una AfD prima forza elettorale in tutti e tre i Länder chiamati alle urne a settembre - con percentuali oscillanti tra il 24 e il 30% dei consensi - si rivelassero esatti, per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale un partito di estrema destra sarebbe il più grande in un Parlamento tedesco. Qualcosa di impensabile fino a pochi anni fa.
Allo stesso modo, sondaggi alla mano, i tre partiti della coalizione nazionale di governo Socialdemocratici (SPD), Liberali (FDP) e Verdi sembrano destinati a ottenere risultati pessimi, con Verdi e FDP addirittura incapaci di superare la soglia di sbarramento del 5% e, quindi, fuori dai Parlamenti della Turingia e della Sassonia. Una soglia sulla quale oscilla molto pericolosamente l’SPD, accreditata dalle rilevazioni demoscopiche di un consenso attorno al 6-7%, risultato comunque drammatico per il partito che esprime il cancelliere a Berlino e che, per decenni, si è alternato con la CDU come una delle due grandi forze politiche del Paese.
In due dei tre Länder dell’Est che vanno al voto potrebbe non avere più rappresentanza parlamentare anche Die Linke, partito del capo del governo della Turingia, Bodo Ramelow. La sinistra nata all’indomani della fine della DDR potrebbe cedere la quasi totalità dei propri voti a BSW, accreditato di percentuali oscillanti fra il 13 e il 18%.
Un sondaggio di pochi giorni fa dell’istituto indipendente Allensbach ha rilevato, anche dal punto di vista numerico, ciò che ormai appare chiaro a tutti: la gigantesca «differenza di prospettiva» tra Est e Ovest e l’esistenza, in pratica, di due Germanie. Oltre la metà dei tedeschi dell’Est - il 53% - ha ad esempio affermato che la Germania dovrebbe «tentare di costruire e rafforzare i legami con la Russia», contro il 25% dell’Ovest. Sempre a Est, il 54% degli elettori si dice d’accordo con l’affermazione: «Sembra che viviamo in una democrazia, in realtà i cittadini non hanno voce in capitolo», mentre solo il 27% nell’Ovest condivide questa opinione.