Salute

Emergenza Dengue in Brasile, com'è la situazione in Svizzera?

All'aeroporto di Milano Malpensa vengono sanificati gli aerei provenienti dal Sudamerica – Nel nostro Paese non sono stati registrati casi autoctoni di trasmissione – Con la zanzara tigre «sussiste in linea di principio un rischio di trasmissione della malattia, ma è di minima entità e si presenta solo in condizioni particolari»
© KEYSTONE (AP Photo/Eraldo Peres)
Jenny Covelli
20.02.2024 11:30

Escalation di febbre dengue. Così, negli scorsi mesi, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito la situazione in Sudamerica. In un ventennio si è registrato un aumento di dieci volte dei contagi, passati dai 500 mila del 2000 agli oltre 5 milioni del 2019. L scorso anno sono stati oltre 5,5 milioni i casi e più di 5 mila i morti. Oltre l'80% si è verificato nel Sud America, con il Brasile che, da solo, ha contato circa 3 milioni di contagi. Aumenti importanti sono stati registrati in Bangladesh con oltre 300 mila casi, Burkina Faso (con 150 mila casi è stato il Paese africano più colpito), Vietnam (170 mila casi). L'allarme è in Brasile: nelle prime sette settimane del 2024 è stata raggiunta la soglia di 113 morti confermati per dengue. Altri 438 decessi sono ancora sotto indagine, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute. Finora il Paese ha registrato 653.656 casi ritenuti probabili, con un aumento del 294% rispetto allo stesso periodo del 2023: un picco mai raggiunto in un lasso di tempo così breve. Si stima che entro la fine dell'anno il bilancio dei contagi possa elevarsi a 4,2 milioni.

Una settimana fa, alla luce dell'aumento globale dei casi di dengue, si è mosso il ministero della Salute italiano: con una circolare ha innalzato il livello di allerta e di vigilanza nei confronti dei vettori e delle merci provenienti dai Paesi – dal Sud America all'Africa – in cui sono in forte aumento i contagi. All'aeroporto di Milano-Malpensa, vengono ora sanificati dalle stesse compagnie gli aerei che arrivano dal Brasile. Inoltre, nello scalo, gestito da SEA, è stata allestita una cartellonistica ad hoc.

Febbre dengue

La febbre dengue è una malattia virale diffusa dalle zanzare infette del genere Aedes, principalmente dalle zanzare della febbre gialla Aedes aegypti, ma anche dalle zanzare tigri asiatiche Aedes albopictus. Esistono quattro sierotipi (sottogruppi) del virus. La febbre dengue si manifesta solitamente da 4 a 7 giorni (raramente da 3 a 14 giorni) dopo la puntura di una zanzara infetta. Nel 40 fino all'80% dei casi l'infezione ha un decorso asintomatico, ma è anche in grado di provocare un ampio spettro di manifestazioni cliniche. La forma classica è caratterizzata da febbre alta, mal di testa, dolori articolari ed eruzioni cutanee. In rari casi può manifestarsi una forma grave detta febbre dengue emorragica o sindrome da shock dengue. Rispetto alla prima infezione, il rischio di un decorso grave della malattia è maggiore in caso di una seconda infezione. Poiché attualmente non esiste ancora un medicamento efficace per il trattamento della febbre dengue, la terapia è di tipo sintomatico. I sintomi possono essere attenuati soltanto con antipiretici e analgesici (ma quelli a base di salicilati sono controindicati a causa degli effetti anticoagulanti).

La situazione in Svizzera

L'aumento a livello mondiale dei casi di febbre dengue si riflette sul numero di casi registrati in Svizzera di persone infette al ritorno da viaggi all’estero. Ma finora, nel nostro Paese, non sono stati registrati casi di trasmissione. Non vi sono stati, cioè, casi autoctoni.

La Dengue viene comunque monitorata «di routine» dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Fa infatti parte delle malattie infettive soggette a dichiarazione obbligatoria. E, da noi contattato, l'UFSP fa sapere di «monitorare attentamente» la situazione attuale, con l'aumento di casi nel mondo, e di avere un «dialogo regolare» con i Cantoni.

Secondo le autorità, l'incremento del numero di persone segnalate come infette all'estero è dovuto alla ripresa del turismo in entrata dopo gli anni della pandemia di COVID-19 ed «è a un livello simile a quello precedente la pandemia». A differenza dell'Italia, l'UFSP non ha emanato istruzioni agli aeroporti svizzeri in merito alla sanificazione di voli provenienti dal Sud America o da altre parti del mondo.

Tuttavia, le zanzare del genere Aedes, introdotte in Europa, si stanno diffondendo anche in Svizzera. La zanzara tigre asiatica si è già insediata in diverse regioni del Paese. Anche la zanzara del bush asiatico, Aedes japonicus, si è insediata a livello regionale. In condizioni di laboratorio, anche questa specie può trasmettere la febbre dengue. Perciò, in Svizzera sussiste in linea di principio un rischio di trasmissione della malattia, ma è di minima entità e si presenta solo in condizioni particolari. Infatti, le zanzare dovrebbero contrarre il virus pungendo una persona infetta al ritorno da un viaggio all'estero e trasmetterlo a un’altra persona.

Esiste un rischio di infezione nei Paesi in cui è presente la febbre dengue. Attualmente esistono due vaccini contro la malattia disponibili sul mercato europeo, ma non ancora omologati in Svizzera. La loro indicazione è limitata alle persone che viaggiano in zone in cui è diffusa la malattia ed è raccomandata soltanto in casi particolari (rischio di una seconda infezione). Per il momento la misura preventiva migliore in caso di viaggi in zone endemiche è proteggersi dalle punture di zanzare. «Si raccomanda di indossare indumenti larghi, a manica lunga e trattati con insetticidi, di applicare prodotti antizanzare di giorno e di sera e di dormire sotto una zanzariera». L'estensione dell'autorizzazione è di competenza dei produttori, che devono prima farne richiesta.