Bioggio

Eolo Alberti sotto inchiesta (di nuovo) per reati finanziari

Le ipotesi degli inquirenti non riguarderebbero la gestione del Comune: s’indaga sulla sua rete di società – Il sindaco ed ex membro del Gran Consiglio era già stato condannato vent’anni fa per appropriazione indebita
© CdT / Gabriele Putzu

Ancora un’accusa, ancora per reati finanziari. Eolo Alberti, 65 anni, sindaco di Bioggio, membro del Consiglio d’amministrazione dell’Ente Ospedaliero Cantonale e fino allo scorso anno del Gran Consiglio tra le file della Lega, è sotto inchiesta. Le ipotesi di reato sarebbero quelle di appropriazione indebita e di amministrazione infedele. La notizia, riportata dalla RSI, è il classico fulmine a ciel sereno, anche se le voci su presunte irregolarità nella gestione di alcune società del settore medico legate ad Alberti, per il quale vale il principio della presunzione d’innocenza, circolavano già da tempo. Si trattava però soltanto di voci, senza riscontri né conferme. Ora una certezza c’è:un dossier con il nome del sindaco di Bioggio è sul tavolo della Magistratura. Ifatti in questione non riguarderebbero però il Comune di Bioggio, né tantomeno l’EOC. È quindi logico, visti i reati contestati, che le indagini si stiano concentrando sulla rete societaria legata attualmente o in passato allo stesso Alberti, che oggi è già stato interrogato dagli inquirenti. A decidere su un’eventuale carcercazione preventiva è il giudice dei provvedimenti coercitivi PaoloBordoli.

Martedì ne parla il Municipio

Per adesso, al numero 10 di via Cademario a Bioggio le bocche rimangono cucite, complici le informazioni ancora in divenire e le ferie di alcuni municipali. Come da prassi, finché gli accertamenti saranno in corso, la conduzione del Comune sarà assunta dal vicesindaco, Daniele Bianchi, che tra l’altro ha già presieduto le ultime due sedute municipali perché Alberti era in vacanza all’estero. Il ritorno in Svizzera è avvenuto questo mercoledì. La prossima riunione dell’Esecutivo è prevista per martedì.

Comunicazioni interrotte

Una discussione è invece già avvenuta all’interno dell’Ente Ospedaliero Cantonale. Sottolineando che questa situazione «per l’EOC e il servizio pubblico è un danno d’immagine che richiede azione», il presidente Paolo Sanvido ci fa sapere che, «nel rispetto del nostro codice di condotta, il CdA ha dato indicazione al direttore generale di sospendere fino a nuovo avviso le comunicazioni interne e le convocazioni al signor Eolo Alberti».

Sanvido precisa però che «la responsabilità delle misure da adottare giace solo nelle mani dell’autorità di designazione (il Consiglio di Stato) e di quella di nomina (il Gran Consiglio) a cui ci atteniamo».

A tal proposito, parlando a titolo personale, il presidente dell’Ente Ospedaliero Cantonale fa sapere che quando il Consiglio di Stato stava vagliando la nomina di Alberti, lui aveva espresso, «per incompatibilità e conflitti di interesse», la sua contrarietà a questa designazione, ma che poi si era «adeguato alle scelte politiche» che esulavano dal suo raggio d’influenza.

La reazione del suo partito

Il caso ha inevitabili ripercussioni politiche. «Nel caso le accuse venissero confermate, la Lega dei Ticinesi chiederà le dimissioni di Eolo Alberti dalle cariche ricoperte» leggiamo su una nota stampa inviata tre quarti d’ora dopo l’uscita della notizia dal movimento di via Monte Boglia e firmata dal vicecoordinatore Gianmaria Frapolli.

Prendendo atto «con rammarico e costernazione» della vicenda penale, il partito «confida nel lavoro della Magistratura, richiama la presunzione di innocenza e condanna comunque con forza ogni eventuale agire illecito che venisse accertato nel corso delle indagini».

Nelle file della Lega, Alberti ha avuto una brillante carriera politica: sindaco di Bioggio dal 2016, per due legislature ha trascinato il movimento alla maggioranza assoluta nel Municipio del Comune. Eletto nel 2019 anche inGran Consiglio, ha fatto parte di diverse Commissioni fino alle dimissioni nell’autunno del 2023: un atto dovuto per entrare nel CdA dell’EOC.

Il caso dei falsi medici

Per Alberti, come detto, non si tratta della prima grana giudiziaria: vent’anni fa era infatti stato condannato dalla Corte delle assise correzionali presieduta dalla giudice Agnese Balestra Bianchi a dodici mesi di carcere sospesi per appropriazione indebita, conseguimento fraudolento di una falsa attestazione, ricettazione e riciclaggio in relazione alla vicenda dei falsi medici di Cimo, Comune del quale era sindaco.

Al centro del procedimento vi erano un uomo e una donna, condannati alle Criminali a nove e due anni di reclusione, che si erano fatti passare per importanti medici e avevano architettato una truffa da 20 milioni di franchi ai danni di una coppia di facoltosi cittadini della regione, i quali erano stati convinti a firmare un’importante iniziativa scientifica per sconfiggere l’Alzheimer. La Corte aveva riconosciuto ad Alberti il conseguimento di falsa attestazione per aver indotto il notaio presso cui lavorava ad attestare un contratto di compravendita per l’acquisto di un terreno a favore di uno dei due sedicenti medici, indicando un prezzo nettamente inferiore a quello reale e istigando il venditore a versare la differenza in «nero». L’allora procuratrice pubblica Claudia Solcà aveva chiesto sei mesi in più. Nel pronunciare la sentenza, la giudice aveva riconosciuto il ruolo marginale dell’ex sindaco di Cimo, ma allo stesso tempo aveva stigmatizzato «un agire ingordo e spregiudicato». Alberti era per contro stato prosciolto, come d’altra parte richiesto dal difensore avvocato Luciano Giudici, dai reati di truffa, falsità in documenti e dalle imputazioni di ricettazione e riciclaggio. Nella sentenza aveva anche pesato favorevolmente l’avvenuta restituzione alla parte civile del maltolto.

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