Il caso

Eredità Agnelli, accusato di falso il notaio svizzero von Grünigen

L'avvocato di Margherita Agnelli ha presentato al Tribunale di Torino una querela civile di falso contro l'esecutore testamentario di Marella Caracciolo, morta il 23 febbraio 2019, poiché ritiene che sia dubbia «la veridicità delle firme»
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Red. Online
07.04.2023 21:00

È una vicenda senza fine quella che riguarda la battaglia legale tra Margherita Agnelli de Pahlen e i suoi figli di primo letto, John, Ginevra e Lapo Elkann sull’eredità di Marella Caracciolo e di fatto su quella di Gianni Agnelli. Una vicenda che si arricchisce di un nuovo capitolo: Margherita Agnelli – riferisce Il Fatto Quotidiano – ha querelato per falso un notaio svizzero, Urs von Grünigen, in relazione al testamento della madre Marella Caracciolo Agnelli. La notizia è emersa durante un'udienza pubblica della causa della secondogenita di Gianni Agnelli nei confronti dei figli, la quale vuole che il tribunale dichiari che l’eredità della madre non poteva essere regolata dal diritto svizzero perché quest'ultima non era cittadina italiana residente in territorio elvetico (per almeno sei mesi l’anno), avendo trascorso la maggior parte del tempo tra Torino e Marrakech.

L’esame grafologico

L'avvocato di Margherita Agnelli ha presentato al Tribunale di Torino una querela civile di falso contro il notaio svizzero esecutore testamentario di Marella Caracciolo, morta il 23 febbraio 2019. Il legale ha chiesto una consulenza grafologica, poiché ritiene che sia dubbia «la veridicità delle firme». «Il doppio esame grafologico – effettuato però solo su delle fotocopie – è univoco. La prima firma del testamento è definita “autografa, ma con margini d’incertezza”. La seconda è giudicata “apocrifa, con grado di probabilità”. La terza (una sigla con le iniziali M.C.A ., all’età di 87 anni) è indicata come “apocrifa, con elevata probabilità”». Da qui la richiesta di accertare l’eventuale «falsità di un atto pubblico o di una scrittura privata riconosciuta, autenticata o verificata». Un accertamento che dovrà essere compiuto da un collegio del Tribunale civile con la partecipazione di un pubblico ministero.

Qual è il punto? E cosa potrebbe succedere?

Margherita Agnelli è l'unica figlia in vita dell’avvocato Gianni Agnelli e di Marella Caracciolo Agnelli (il fratello Edoardo si è suicidato nel 2000 all'età di 46 anni). Ha otto figli: i tre Elkann dal primo matrimonio e i cinque de Pahlen avuti con il secondo marito. A fine 2022 John, Lapo e Ginevra Elkann hanno deliberato di prorogare di 10 anni (al 2060) il termine della loro società personale, la Dicembre, una «cassaforte familiare tra le più ricche e potenti in Europa». La Dicembre è il cuore dell’impero e del potere di John Elkann (ne detiene il 60%, il restante 40% è suddiviso tra il fratello Lapo e la sorella Ginevra). La Dicembre, che gestisce la partecipazione del 38% nell’olandese Giovanni Agnelli Bv (la società di tutti gli eredi della dinastia), valeva 4,6 miliardi nel 2019, anno della morte della nonna. Il 7 novembre 2022, come detto, è stato deciso di prorogare il termine della società dal 2050 al 2060.

Margherita Agnelli e i suoi figli de Pahlen vorrebbero azzerare ogni atto ereditario per poter rivendicare diritti anche sulle quote della cassaforte. A febbraio del 2020 hanno quindi chiamato in causa i tre Elkann ritenendo illegittima la successione. E in mezzo ci è finito anche il notaio svizzero, appunto tale von Grünigen. I legali degli Elkann hanno sollevato una questione pregiudiziale: Italia o Svizzera? Questione che farebbe comodo anche a Margherita Agnelli: la madre si è radicata in terra elvetica, dove ha pure firmato il testamento, ma non vi viveva abitualmente. Dunque l'ordinamento dovrebbe essere quello italiano, che però vieta i patti successori. Compreso quello firmato nel 2004 da Margherita Agnelli a Ginevra, con il quale rinunciava al patrimonio della madre in cambio di 1,2 miliardi di euro come quota dell’eredità del padre. E si rimetterebbe in discussione il controllo della società la Dicembre da parte di John Elkann (che oggi ne detiene il 60%, mentre il 40% è diviso in parti uguali tra Lapo e Ginevra) e, a cascata, della Giovanni Agnelli Bv e di Exor.

Margherita Agnelli sostiene che la madre sarebbe «stata indotta a rilasciare il testamento, nonostante non ne potesse comprendere la portata» e che per motivi di salute fosse «minata nella sua effettiva capacità naturale a testare». Inoltre le tre versioni del testamento svizzero del 2011, 2012 e del 2014 sarebbero invalide per vizi di forma (notaio e testimoni parlavano solo tedesco). Dal canto suo Urs von Grünigen sostiene che Marella Caracciolo fosse invece pienamente capace di intendere e di volere nel momento in cui ha comunicato le ultime volontà.

Non solo. Ha pure contestato la validità del testamento della vedova dell’Avvocato (2011) e delle sue due aggiunte (2012 e 2014) redatti dal notaio svizzero, con due distinte consulenze grafologiche.