Il caso

Ex soldati del Gruppo Wagner seminano il panico in Russia

Grazie al loro impiego al fronte, numerosi ex-detenuti si sono visti concedere la libertà e una volta rientrati al domicilio si sono resi protagonisti di omicidi, stupri e furti
© Shutterstock
Red. Online
25.07.2024 09:30

In Russia ex combattenti del Gruppo Wagner stanno seminando il panico uccidendo e stuprando diverse persone. A raccontare il fenomeno è Libération. Gli autori di questi crimini hanno tutti lo stesso profilo: sono ex detenuti che hanno combattuto in Ucraina. Mosca, in effetti, ha iniziato abbastanza presto a reclutare persone nelle carceri per mandarle al fronte. Inizialmente, i detenuti venivano arruolati tramite il Gruppo Wagner, una compagnia militare privata che nell'estate del 2022 aveva lanciato una vera e propria campagna di reclutamento nelle carceri russe.

I vantaggi proposti ai detenuti in caso di arruolamento erano del resto particolarmente appetitosi. In cambio di sei mesi di battaglia sul campo, ai carcerati veniva offerta la libertà, un casellario giudiziale immacolato e un salario elevato. Di fronte a queste prospettive, il riscontro dei detenuti si è rivelato più che positivo. Secondo l'ex capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, circa 50.000 prigionieri hanno risposto positivamente alla chiamata alle armi. La cifra è poi stata confermata da numerose ONG così come da diversi media indipendenti.

Non tutti coloro che hanno aderito all'iniziativa hanno però potuto godere dei vantaggi prospettati. Alle persone mandate sul campo di battaglia non erano in effetti state fornite una formazione adeguata e sufficienti armi. Molte di loro sono così morte sotto gli attacchi dell'esercito ucraino. Secondo quanto sostenuto da Prigozhin, 10.000 sarebbero i detenuti che hanno perso la vita. Altre fonti sostengono tuttavia che il bilancio delle vittime sarebbe più pesante.

Alcuni detenuti sono comunque riusciti a superare indenni i sei mesi d'impiego e hanno potuto beneficiare dei vantaggi promessi loro in sede di reclutamento. Decine di assassini, stupratori e ladri hanno così fatto ritorno in Russia da uomini liberi e con il casellario giudiziale pulito e, appena messo piede nel Paese, hanno ricominciato a fare ciò che facevano prima di venir arrestati. A fare scalpore è stato un caso in particolare; quello di un detenuto che scontava una pena per assassinio che, rientrato nel suo villaggio natale dopo aver combattuto con il Gruppo Wagner, ha cominciato a terrorizzare gli abitanti locali minacciandoli con un ascia e distruggendo loro le automobili prima di stuprare e pugnalare una pensionata.

Anche dopo la morte di Yevgeny Prigozhin e lo scioglimento formale del Gruppo Wagner, la campagna di reclutamento nelle carceri russe non si è arrestata. Già nel febbraio del 2023, in effetti, il ministero della Difesa russo aveva lanciato un suo programma di reclutamento che offriva ai detenuti le medesime opportunità proposte in passato dal Gruppo Wagner. Numerosi carcerati sono così stati impiegati in unità chiamate Storm-Z e, successivamente, Storm-V. Nell'aprile di quest'anno, poi, non meno di 60.000 ex detenuti sono stati mandati in Ucraina dalle autorità russe secondo quanto sostiene BBC Russia. Successivamente, il ministero della Difesa ha modificato i vantaggi offerti ai detenuti in cambio del loro arruolamento. A essere rivisti sono in particolare stati i contratti che da 6 mesi sono passati a un anno con rinnovo automatico alla loro scadenza fintanto che la guerra non sarà terminata. Il casellario giudiziale, inoltre, non viene più ripulito al termine dell'impiego a meno che il soldato non riceva una decorazione di Stato o venga smobilitato.

Nonostante il sensibile cambiamento nei termini contrattuali, il problema rimane comunque lo stesso: numerosi criminali si ritrovano a piede libero per le strade della Russia. Nel Paese si è così prodotto un pericoloso circolo vizioso. Già, perché con questo meccanismo i criminali hanno la possibilità di fuggire alla giustizia: basta che al momento che vengono scoperti in flagranza di reato stipulino un contratto con l'esercito. A denunciare il fenomeno su Libération è Olga Romanova, fondatrice dell'ONG Russia Behind Bars, che dice: «L'assassino può essere beccato davanti al cadavere ancora caldo della propria vittima e essere inviato al fronte senza scontare nemmeno un giorno in prigione, basta che manifesti il suo interesse a combattere». Questo sistema perverso si applica infatti anche alle persone recidive, ovvero agli ex detenuti condannati per crimini commessi dopo il loro rientro in Russia dall'Ucraina. Secondo alcune ONG russe, spiega Watson, alcuni criminali sono già al terzo reclutamento.

In questo articolo: