Fallito il referendum contro la legge sulla caccia

Il referendum contro la legge sulla caccia adottata dal Parlamento lo scorso dicembre è fallito. Delle 50.000 firme necessarie ne sono state raccolte solo circa i due terzi, secondo i promotori. La legge rivista può quindi ora essere attuata.
Il comitato attribuisce il motivo del fallimento alla mancanza di sostegno da parte delle grandi organizzazioni per la protezione della natura e dei partiti. Anche nei media il referendum non è stato quasi considerato, si legge in un comunicato del comitato «Wolfs-Hirten». Una notizia in tal senso è stata pubblicata stamane dai giornali del gruppo CH-Media.
Le associazioni ambientaliste Pro Natura, WWF Svizzera, BirdLife Svizzera e il Gruppo Lupo Svizzero si erano astenute da un referendum contro la revisione della legge sulla caccia, sostenendo che la coesistenza tra uomo e lupo è possibile sulla base della legge rivista.
Il comitato referendario ha criticato il Consiglio federale, affermando che il governo non è riuscito a «elaborare una nuova legge sulla caccia, moderna e rispettosa della fauna selvatica» dopo il «no» popolare alla legge sulla caccia nel 2020. Secondo il gruppo «Wolfs-Hirten», la revisione rappresenta un grande passo indietro nella protezione della specie.
«Wolf-Hirten» denuncia le formulazioni vaghe contenute nella legge, che offrono un grande margine di manovra per autorizzare l'abbattimento dei lupi. Critica anche la possibilità di procedere a uccisioni preventive.