Feci e spazzatura nei palloncini, il «dono» della Corea del Nord a Seul
Le tensioni tra Corea del Nord e Corea del Sud ora attraversano il confine anche a bordo di... palloncini. Decine e decine di palloncini carichi di rifiuti – più di 200, secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap – sono caduti in varie zone della Corea del Sud, fino alla provincia di Gyeongsang meridionale. Immondizia, bottiglie di plastica, batterie, pezzi di scarpe, letame e feci umane. Il mittente? La Corea del Nord, che ha spedito i palloncini aerostatici attraverso il confine intercoreano, quale «azione colpo su colpo» contro i volantini anti-Pyongyang lanciati periodicamente dagli attivisti del Sud.
Nell'azione della Corea del Nord non c'è niente di buffo. E le preoccupazioni sulla sicurezza e l’igiene lungo il confine fortemente militarizzato aumentano. I militari sudcoreani hanno invitato la popolazione a non toccare nulla e a segnalare eventuali «ritrovamenti». Le immagini diffuse dalla Yonhap mostrano sacchetti di plastica attaccati con lo spago a grandi palloncini bianchi. Per i militari sudcoreani si tratta di una «palese violazione del diritto internazionale», di una «seria minaccia alla sicurezza della popolazione». Un'azione «volgare oltre che pericolosa».
«Avvertiamo con forza il Nord perché fermi immediatamente tali atti disumani e volgari», ha dichiarato il Comando di stato maggiore congiunto. I palloncini aerostatici, ora al vaglio delle autorità, rappresentano l'ennesimo capitolo della guerra di propaganda tra le due Coree, che dura da decenni. Secondo la BBC, l'uso di palloncini per diffondere volantini e messaggi politici è una pratica comune sin dalla Guerra di Corea negli anni Cinquanta.
L'«incidente» arriva dopo l'annuncio di Pyongyang di reagire con «misure più dure» alla «frequente dispersione di volantini e altri rifiuti» da parte degli attivisti del Sud nelle aree di confine. Ma soprattutto, la scorsa domenica il vice ministro della Difesa nordcoreano, Kim Kang, aveva promesso di «esercitare una forte azione di autodifesa» per replicare a una tornata di esercitazioni militari condotte dall’aeronautica sudista a ridosso del 38. Parallelo. Definendo gli aerei avversari «sporchi oggetti», il comunicato minacciava di «seppellire il Sud nella spazzatura» e «spargere cumuli di carta straccia e sporcizia» sul territorio sudcoreano, affermando che «si potrà sperimentare direttamente quanto sforzo sia necessario per rimuoverli». E così è stato, letteralmente.
A inizio maggio, un gruppo di attivisti con sede in Corea del Sud ha dichiarato di aver inviato oltre il confine 20 palloncini che trasportavano volantini anti-Pyongyang e chiavette USB contenenti musica pop e video musicali coreani. In altre occasioni all'interno c'erano denaro, contenuti mediatici vietati e persino Choco Pies, uno snack sudcoreano vietato nel Nord. Altre chiavette USB contenevano i rapporti sulle violazioni dei diritti umani e le condanne internazionali del regine di Kim Jong-un.
Il parlamento di Seul ha approvato nel dicembre 2020 una legge che criminalizza il lancio di volantini anti-Pyongyang, ma i critici hanno sollevato preoccupazioni legate alla libertà di parola e ai diritti umani. Nel 2016, la Corea del Nord aveva lanciato palloncini contenenti carta igienica, mozziconi di sigaretta e rifiuti. La polizia di Seul li aveva descritti come «sostanze biochimiche pericolose».