Fecondazione assistita, botta e risposta fra HVI e ProCrea

BELLINZONA - C'è un caso ProCrea? Secondo l'organizzazione pro-vita Human Life International Svizzera, che chiede un'indagine al Medico cantonale, sì: la clinica per la fertilità (con sedi a Lugano e Bellinzona) avrebbe commesso delle incoerenze relativamente alla distruzione degli embrioni. ProCrea ha tuttavia ribattuto, veementemente, di non aver fatto nulla di illegale e accusa HLI-Svizzera di confondere gli embrioni con gli zigoti, una differenza importante con ripercussioni legali differenti, oltre che di fare campagna elettorale in vista della votazione del prossimo 5 giugno sulla diagnosi preimpianto.
Secondo HLI-Svizzera, "analizzando le statistiche del 2013 sulla medicina riproduttiva assistita dell'Ufficio federale di statistica (UST) e di FIVNAT, ci sono delle incoerenze relativamente alla distruzione degli embrioni. Si richiede pertanto un'indagine su tali pratiche presso la clinica Procrea da parte del Medico cantonale in qualità di autorità di vigilanza. Indipendentemente dall'esito dell'indagine, l'esempio mostra che il controllo indipendente della medicina riproduttiva previsto ai sensi di legge non funziona".
"In Svizzera - continua il comunicato di HLI-Svizzera - nel 2013, sono stati distrutti complessivamente 1'859 cosiddetti embrioni soprannumerari. Nella maggior parte dei casi ciò avviene, secondo FIVNAT, per le seguenti ragioni: interruzione dello sviluppo (63,6%), scarso potenziale di sviluppo (15,2%), o decisione della coppia interessata di non impiantare alcun embrione (14,1%). Alla categoria «altri motivi» FIVNAT ha annoverato un totale di 14 casi presso 27 cliniche complessivamente (0,9%). Nella statistica dell'Ufficio federale i casi sono però in tutto 224. Ciò significa che alla clinica PROCREA sono riconducibili solo 210 embrioni distrutti per via di «altri motivi». Il che corrisponde a un numero 15 volte superiore agli embrioni delle altre 27 cliniche nel loro complesso! Ciò non si può spiegare se non con una violazione della Legge sulla medicina della procreazione in vigore. Inoltre, nel 2013, il centro PROCREA da solo è stato presumibilmente responsabile per il 44,4% di tutti i cicli di distruzione in Svizzera!"
E ancora: "Queste cifre generano il sospetto che la clinica Procrea, almeno nel 2013, non abbia rispettato l'art. 17 cpv. 1 della Legge sulla medicina della procreazione. Per questa cifra decisamente elevata di 210 embrioni distrutti «per altri motivi» occorre individuare le ragioni effettive. Ad esempio non è escluso che i medici della riproduzione abbiano già impiegato l'elective single embryotransfer (eSET), ottenendo e distruggendo così blastocisti soprannumerari. Secondo l'organizzazione per la tutela del diritto alla vita, HLI-Svizzera, occorre verificare attentamente la causa esatta delle succitate incoerenze a opera dell'autorità che rilascia i permessi, compresi i successivi anni 2014, 2015 e 2016, avviando, in caso di violazione, una procedura ai sensi del diritto penale (reato ufficiale)".
Secca la risposta di ProCrea, che respinge le accuse, parla di un fraintendimento da parte di HLI-Svizzera fra embrioni e zigoti e accusa l'associazione di fare campagna elettorale in vista della votazione del prossimo 5 giugno sulla diagnosi preimpianto: "La lettera-esposto presentata dalla sezione svizzera della Human Life International, associazione statunitense ultra cattolica, al medico cantonale rappresenta un chiaro attacco a chi ha fatto della trasparenza un dato di fatto. ProCrea è controllata regolarmente dal medico cantonale che applica in modo corretto e severo le leggi in vigore. Procrea fa parte di FIVNAT e mette a disposizione tutti di dati richiesti a fini statistici. L'attacco di HLI svizzera è un evidente una strumentalizzazione palese volta ad influenzare la votazione del prossimo 5 giugno proprio sulla diagnosi preimpianto. ProCrea ha sempre agito nel pieno rispetto della legge, operando alla luce del sole e non nascondendosi dietro deduzioni che, partendo dall'assenza di prove e dati certi, approdano inevitabilmente a conclusioni frettolose, errate e pertanto diffamatorie".
E sull'equivoco: "Una precisazione di terminologia è doverosa: non siamo davanti ad embrioni, ma a zigoti. Una differenza sostanziale quanto evidente per chi si occupa di Medicina della riproduzione. Prima dell'annidamento dell'ovulo nella parete uterina, si parla di ovulo fecondato o di zigote. Lo stadio seguente è quello dell'embrione (fino a 8 o 10 settimane dopo la fecondazione). Al di là, si parla di un feto. La legge svizzera impone la conservazione degli ovuli fecondati (zigoti) fino ad un tempo massimo di 5 anni. Oltre, viene richiesta la distruzione, fatto salvi casi eccezionali che ProCrea ha sempre sottoposto al vaglio del medico cantonale".
Conclude ProCrea: "Non accettiamo lezioni di finta moralità da chi fa delle sue credenze uno strumento politico e che discrimina fasce di popolazione come quelle che desiderano avere un figlio sano o gli omosessuali. Riteniamo che ogni forma di estremismo sia sinonimo di una cecità che conduce, anche a fronte di un'assenza di argomentazioni, ad attacchi fuori luogo nei confronti delle quali risponderemo in modo adeguato nelle sedi legali opportune".