Finalmente il Brentino fa la strada

Se il viadotto del Brentino fosse una persona, sarebbe felice di poter finalmente essere utile come strada. O forse, seccato per essere stato abbandonato così a lungo, risponderebbe «ah... Vi ricordate di me solo ora che avete bisogno?». Avrebbe ragione in ambedue i casi. Siamo a Lugano Sud, dove ieri è cominciata la nuova fase dei lavori di risanamento dello svincolo, che durerà fino alla seconda metà di agosto. Dato che va rifatta la pavimentazione del tratto fra l’uscita della A2 (zona Mc Donald’s) e il cimitero di Paradiso, il traffico privato e i bus di linea provenienti dalla strada Paradiso-Carona e diretti a Pambio-Noranco, così come i veicoli provenienti da Melide via A2 e diretti verso il pian Scairolo, devono passare proprio dal viadotto del Brentino, «che normalmente è fuori servizio». Più che fuori servizio, è proprio una strada mancata: doveva essere il primo tratto di una circonvallazione della città, ma quella visione di cinquant’anni fa non è mai stata portata a compimento e la bretella è rimasta lì, così, incompiuta. Come «impiego alternativo», fino a ieri, era stata solo un parcheggio, in attesa di conoscere un destino ancora incerto.
Se n’era parlato per l’ultima volta due anni fa, quando il Municipio di Lugano, rispondendo alla consigliera comunale Sara Beretta Piccoli, aveva ipotizzato una collaborazione con il Cantone – ente proprietario della strada e competente per la progettazione delle rampe – e la Commissione regionale dei trasporti per ridare un senso a questo luogo. Proprio il Cantone, a suo tempo, aveva fatto sapere di aver «messo in pausa» un suo progetto di riqualificazione del Brentino, di cui non conosciamo i dettagli. Lugano, da parte sua, si era detta «evidentemente interessata» a un intervento in questo senso e in generale a un ripensamento della «porta Sud». A questo proposito, Palazzo civico aveva manifestato l’intenzione di «chiedere l’attivazione della Commissione regionale dei trasporti come interlocutrice con il Cantone per l’avvio di un progetto organico» che coinvolgesse tutto il comparto. Un progetto «da inquadrare nell’ambito del futuro programma di agglomerato PAL 5», ossia il prossimo documento con cui il Ticino chiederà finanziamenti a Berna per i progetti di mobilità. Sul PAL 5 si sta già lavorando: riuscirà il viadotto dimenticato a ricavarsi uno spazio? Per ora, in base a un accordo fra Cantone e USTRA, sta «lavorando» come strada. Il contratto, ovviamente, è a tempo determinato.