Ticino

Flash mob per la Palestina a Bellinzona

«Vogliamo mostrare alle persone con un gesto simbolico come stanno morendo i bambini» – Lo striscione: «Stop al genocidio del popolo palestinese»
© Silvano D'Alessandro
Red. Online
24.01.2024 19:04

«Tutto il mondo sta guardando, però non tutti si rendono conto di quello che sta davvero accadendo in Palestina». È Samia, una donna palestinese che da anni vive in Ticino, a spiegare ai microfoni del CdT lo scopo del Flash mob organizzato nel tardo pomeriggio a Bellinzona. «Vogliamo mostrare alle persone con un gesto simbolico come stanno morendo i bambini in Palestina, sdraiati per terra».

Un'occasione per «ribadire nuovamente il pieno sostegno al popolo palestinese e per denunciare l’occupazione, i bombardamenti e i blocchi che da decenni seminano solo morte e devastazione in Palestina». Come location è stata scelta la stazione FFS.  Lo striscione: «Stop al genocidio del popolo palestinese».

I manifestanti rivendicano una «Palestina libera» e la fine della guerra.

La manifestazione odierna è stata lanciata dal Coordinamento unitario a sostegno della Palestina, nato a fine ottobre 2023. Che proprio in quell'occasione aveva indetto un presidio a Bellinzona presso Largo Elvezia, a cui hanno partecipato un centinaio di persone, in solidarietà con la lotta del popolo palestinese. «Denunciamo e condanniamo tutta l’ipocrisia degli USA, dell’Europa e di tutti i paesi (Svizzera compresa) – si poteva leggere nel volantino dello scorso 28 ottobre – che accusano di terrorismo la resistenza palestinese mentre hanno sostenuto e sostengono l’occupazione e i crimini di guerra israeliani. Noi invece denunciamo tutte le uccisioni dei civili, sia israeliane che palestinesi, e denunciamo tutti i crimini di guerra, quelli di ieri e quelli di oggi». Un'altra azione, poi, il 2 dicembre a Lugano, con un corteo pro-Palestina a cui ha partecipato anche l’imam di Lugano Samir Radouan Jelassi.  

Le richieste

La società civile palestinese, in collaborazione con il movimento internazionale di solidarietà con la Palestina, chiede il boicottaggio, il disinvestimento e sanzioni contro Israele. La campagna di boicottaggio, più comunemente conosciuta come BDS, si pone l’obiettivo di «contrastare il razzismo sistematico e istituzionalizzato che colpisce la popolazione palestinese, così come la discriminazione in termini di accesso alla terra e alle risorse naturali sotto l'occupazione, il tutto nel più totale spregio delle norme basilari del diritto internazionale». La campagna rivendica il boicottaggio totale e quindi un embargo militare nei confronti di Israele, ma anche di il rifiuto di acquistare prodotti e servizi di imprese israeliane. «Un piccolo gesto, semplice, ma che conta».
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