Cinema

Formula Brad Pitt

La scorsa settimana l'attore era a Silverstone, non per fare il solito VIP ma per un film targato Apple ambientato nel mondo delle corse – Ripercorriamo, allora, le varie pellicole dedicate ai motori
© CHRISTIAN BRUNA
Stefano Olivari
15.07.2023 12:15

La scorsa settimana Brad Pitt era a Silverstone, ma non per fare il solito VIP che si fa vedere al Gran Premio di Formula 1 fingendosi amicone con i piloti. L’attore statunitense era lì proprio in veste di pilota, sia pure solo per il film che sta girando per la Apple ed ambientato nel mondo delle corse. Ultimo di una lunga serie di successi e più di frequente insuccessi, con sconfinamenti nel trash. Mentre i film propriamente detti, quindi non i documentari, con riferimenti alla Formula 1 sono in fondo molto pochi.

Il ritorno di Hayes

Pitt e Damson Idris, il protagonista di Snowfall, a Silverstone erano proprio vestiti da piloti, con tanto di tuta e casco, per girare alcune scene di un film che dovrebbe essere pronto per Natale e dal titolo ancora segreto. Alla guida delle monoposto, in coda ai piloti veri durante il giro di ricognizione prima della partenza, non sono stati però loro: queste auto, Mercedes da Formula 2 opportunamente modificate, erano guidate, peraltro con prudenza, da gente del mestiere. La trama non è esattamente originale, con lo schema vecchio leone-giovane rampante. Un Pitt comunque apparso in gran forma, rinato dopo il divorzio da Angelina Jolie e molto più giovane dei suoi 59 anni, è Sonny Hayes, immaginario pilota degli anni 90 ritiratosi da tanto tempo per un grave incidente che viene richiamato in servizio da un amico (Javier Bardem) proprietario di un team di Formula 1 che sta per fallire, l’APX GP. Suo compagno di squadra è l’emergente talento Joshua Pearce (Idris, appunto), al quale in teoria Pitt dovrebbe fare da maestro, senza coltivare ambizioni personali. Ovviamente non andrà così…

No Verstappen

Il riferimento a Drive to survive, la serie Netflix ormai arrivata alla quinta stagione che ha contribuito al rilancio della Formula 1 negli USA e presso il pubblico più giovane, è scontato ma doveroso. Perché Liberty Media, cioè i proprietari di tutto il circus, vuole uscire dal ghetto degli appassionati, che magari si divertono anche a vedere un giro in solitaria di Verstappen. La Formula 1 deve diventare più pop, oltre che sempre più grande: nel 2024 i gran premi saranno 24, da marzo a dicembre… Insomma, dalle scuderie e dai piloti è stata pretesa e ottenuta la massima collaborazione, tanto è vero che il box dell’APX GP a Silverstone era di fianco a quello della Ferrari, ispirando facili battute vista la disastrosa stagione della scuderia di Maranello. Pitt e Damson, cioè Hayes e Pearce, hanno anche partecipato al vero briefing pre-gara con i veri piloti: alcuni hanno gradito (su tutti Lewis Hamilton, che è anche coproduttore del film oltre che amico di Pitt), altri no ed in particolare Verstappen è apparso molto seccato. L’olandese campione del mondo, concentrato sulle corse e su sé stesso, peraltro detesta anche Drive to survive… Ecco, quello di Verstappen non è il tipo di atteggiamento gradito ai padroni del vapore, che farebbero entrare in pista la safety car ogni 2 giri per limitare lo strapotere dell’olandese, prima ancora che della Red Bull, che rischia di rendere noioso il prodotto.

Delitto in Formula 1

Di film ambientati in Formula 1 ne sono stati girati davvero tantissimi, nella maggior parte dei casi si tratta però di documentari, più o meno romanzati, e biopic: in questo senso il più famoso di tutti è Rush, di Ron Howard, incentrato sul Mondiale 1976 che vide prevalere James Hunt su un Niki Lauda eroico, in pista 42 giorni dopo l’incidente del Nürburgring ed il rogo che lo avrebbe segnato per sempre sul volto e nell’anima. Non mancano nemmeno i film-film, quelli con personaggi di fantasia, ma se restringiamo il discorso alla Formula 1 sono davvero pochi. Menzione d’onore per Bobby Deerfield, in italiano Un attimo, una vita, di Sydney Pollack, del 1977. Protagonista Al Pacino, campione di Formula 1 che indaga sulla morte di un collega e finisce anche in Svizzera, dove si innamora di Liliana, una memorabile Marthe Keller: film in cui si piange. Più centrato sulle corse è Formula 1 - Nell’inferno del Grand Prix, girato da Guido Malatesta nel 1970, con tante immagini anche di vera Formula 1 ma una trama inventata, con la rivalità fra due compagni di squadra interpretati da Brad Harris e Giacomo Agostini, proprio il pluricampione mondiale di motociclismo, e la partecipazione del bi-campione del mondo di Formula 1 Graham Hill nei panni di sé stesso. Del 1966 è invece il bellissimo Grand Prix, diretto da John Frankenheimer, con un cast stellare, fra Yves Montand, Eva Marie Saint e Toshiro Mifune. Anche in questo caso rivalità fra il vecchio e il giovane, che però non sono compagni di squadra, e come nel film di Brad Pitt la collaborazione della Formula 1 ed in particolare della McLaren. E vogliamo non citare Delitto in Formula 1 di Bruno Corbucci? Certo di scene di corsa se ne vedono poche, ma l’ispettore Giraldi-Tomas Milian e Venticello-Bombolo divertono più di Verstappen.

Altre corse

Guardando anche ad altri campionati ed altre corse, la quantità di fiction di ogni livello è impressionante. Fra i titoli imperdibili il Le Mans con protagonisti Steve McQueen e la Porsche 908, gran film ed anche interpretato con passione da McQueen, fanatico delle corse, ma che all’epoca ebbe scarso successo. Altro flop rivalutatosi nel tempo è Stroker Ace, del 1983, con Burt Reynolds pilota NASCAR. E sempre nello stesso campionato corre Cole Trickle-Tom Cruise in Giorni di tuono, del 1990, con il protagonista che proprio su quel set incontrò la sua futura moglie ed ex moglie Nicole Kidman. Notevole anche Driven, del 2001, ancora con Burt Reynolds (che però qui non guida) e con Sylvester Stallone vecchio pilota da affiancare alla giovane promessa: l’avete già sentita? Chiudiamo con il culto assoluto, totale, di Amore Formula 2, musicarello del 1970 con i due piloti, attori il già citato Agostini e nientemeno che Mal, in competizione più per una donna che per una corsa.