Sopraceneri

Forte spallata dell'UDC alla Lega, le roccaforti rimangono salde

Avanzano i democentristi (addirittura primi a Bedretto), mentre i partiti storici pur in leggera flessione difendono i loro fortini – Il Bellinzonese guadagna due seggi, mentre il Locarnese ne perde altrettanti – La regione continuerà ad essere rappresentata da 45 deputati
© Gabriele Putzu

L’Unione democratica di centro (UDC) ha ingranato la quinta, la Lega e l’alleanza rossoverde la retromarcia, mentre PLR e il Centro pur in calo difendono le loro posizioni a parte qualche eccezione. Sorprende Avanti con Ticino & Lavoro. Possiamo radiografare così l’elezione del Gran Consiglio vista nell’ottica del Sopraceneri. La flessione del movimento di via Monte Boglia registrata a livello cantonale è costata 2 seggi in totale nel Bellinzonese e nel Locarnese (Lelia Guscio e Bruno Buzzini). Nel complesso, rispettivamente, la «delegazione» rimane invariata: da 45 (27+18) a 45 (29, di cui 10 nuovi+16).

Ecco tutti gli eletti

Vediamo quindi quali sono gli eletti. Nel Bellinzonese sono stati confermati 19 dei 23 uscenti; non ce l’hanno fatta il sindaco di Cadenazzo Marco Bertoli (PLR), la presidente del Gran Consiglio Luigina La Mantia (PS), Lelia Guscio (Lega) ed Angelica Lepori Sergi (MPS). In casa PLR ai riconfermati Bixio Caprara, Diana Tenconi, Alex Gianella ed Omar Terraneo si aggiungono Tiziano Zanetti (presidente dell’Alleanza patriziale ticinese) e Patrick Rusconi. Per il Centro spazio agli uscenti Claudio Isabella ed Alessio Ghisla e alle new entry Arnaldo Caccia, Sara Demir ed Alessandro Corti. In casa PS saranno di nuovo della partita Fabrizio Sirica, Laura Riget e Danilo Forini unitamente a Yannick Demaria e Lisa Boscolo. Fra la Lega hanno conservato il seggio Michele Guerra, Sem Genini e Mauro Minotti (rispettivamente municipali di Pollegio, Riviera e Bellinzona), mentre nell’UDC al «veterano» Sergio Morisoli si aggiunge Tuto Rossi. Per quanto riguarda l’MPS accanto a Matteo Pronzini (ri)entra il coordinatore Giuseppe Sergi; riconfermati i comunisti Massimiliano Ay e Lea Ferrari e Maura Mossi (Più Donne) nonché i Verdi Marco Noi e Giulia Petralli; infine debutta Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino & Lavoro).

La rappresentanza del Locarnese e valli in seno al Parlamento esce ridimensionata. Complessivamente i seggi persi sono 2 (da 18 a 16). Il PLR scende da 5 a 4. Confermati gli uscenti Nicola Pini (municipale di Locarno), il presidente cantonale Alessandro Speziali e Aron Piezzi. Il volto nuovo è quello di Luca Renzetti, presidente distrettuale. La municipale di Ascona Michela Ris non è stata rieletta. Perde un seggio (da 4 a 3) anche il Centro, che manda a Bellinzona il presidente cantonale Fiorenzo Dadò e gli altri due uscenti Marco Passalia e Paolo Caroni. Non ce l’ha fatta il vicesindaco di Locarno Giuseppe Cotti. Stessa sorte è toccata al municipale leghista di Locarno Bruno Buzzini, il quale ha pagato con la sua mancata rielezione il calo di un seggio (da 3 a 2) della Lega. Confermato invece l’uscente Omar Balli, municipale di Terre di Pedemonte che in Gran Consiglio sarà accompagnato dal suo omologo di Minusio Alessandro Mazzoleni. Rappresentanza dimezzata per l’alleanza PS-Forum Alternativo: l’unico eletto è Josef «Beppe» Savary. Non è riuscito a riconfermare il seggio il sindaco di Terre di Pedemonte Fabrizio Garbani Nerini. I Verdi confermano per contro i due uscenti Samantha Bourgoin e Matteo Buzzi. Due seggi anche in casa UDC con l’uscente Roberta Soldati ed Andrea Giudici (che rientra nel plenum), il quale conquista lo scranno lasciato vacante dal municipale di Losone Daniele Pinoja. I Verdi Liberali mandano a Bellinzona il presidente cantonale Massimo Mobiglia. Infine anche HelvEthica Ticino conquista un seggio con Maria Pia Ambrosetti.

Cosa è successo nei distretti

Nei quattro Comuni non aggregati del Bellinzonese (Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino) il PLR, pur in flessione, rimane saldamente il primo partito. Ovunque avanza l’UDC, quasi sempre a scapito della Lega. E cala il fronte rossoverde. Nella Valle del Sole si conferma l’ottimo risultato dei democentristi ed il calo del movimento di via Monte Boglia e di PS e Verdi. Tengono i partiti storici. A Biasca liberali-radicali senza rivali, tonfo della Lega (-6,7%, da secondo passa a quarto partito) e balzo dell’UDC. Senza avversari il Centro a Riviera (31,1%), dove il PLR si piazza secondo e la Lega terza. In bassa Leventina dominio del Centro a Bodio e Giornico. Perde colpi la Lega a vantaggio del partito di Marco Chiesa. I leghisti fanno furore, per contro, a Personico scalzando clamorosamente il PLR dal trono. A Pollegio netto calo per l’area rossoverde che in ogni modo comanda tranquillamente il gioco; su l’UDC, giù la Lega. A Faido il Centro guida la classifica, boom dei democentristi. Nell’alto Ticino Quinto e Prato restano nelle mani del PLR, Airolo invece è targato il Centro, a Dalpe i due partiti sono praticamente appaiati. Infine Bedretto, dove l’UDC raddoppia diventando il primo partito al posto del Centro.

Da Ascona a Lavizzara

In una delle roccaforti della cintura locarnese, ad Ascona, il PLR cresce di oltre quattro punti percentuali e con oltre 92.000 voti di lista si situa al 35,7%. Nel Borgo il tonfo della Lega si fa sentire, con il movimento di via Monte Boglia che passa dal 14% conquistato quattro anni fa all’8,6%. E non basta il travaso di voti verso i democentristi a rendere meno amaro questo turno elettorale. Il Centro, pur in flessione del 2%, si conferma seconda forza politica, distanziando la stessa UDC e il Partito socialista. Il movimento di Amalia Mirante non sfonda, mentre i Verdi arretrano di un paio di punti percentuali. Sull’altra sponda della Maggia, a Losone, il PLR resta al palo del 22% conquistato quattro anni fa. E questo è già un successo considerando il calo registrato in altri Comuni del Locarnese. Il Centro avanza di circa il 3%, mentre i socialisti perdono altrettanto. Per contro non decolla l’UDC, mentre Avanti con Ticino & Lavoro non raggiunge il 3% dei voti di lista. A Minusio, dove in Municipio detiene la maggioranza assoluta, il PLR perde due punti; la Lega oltre tre. Sostanzialmente stabile il Centro rispetto al PPD di quattro anni fa, mentre il PS perde un punto, così come i Verdi. Avanti si ritaglia un bel 3,45%, ma è l’UDC a fare un balzo del 4% rispetto al 2019. Non poco distante, a Gordola, il PLR invece mantiene le posizioni, anzi avanza di oltre un punto percentuale (22,7% rispetto al 21,2%); non lo raggiunge il Centro che si ferma al 19,3% perdendo 3 punti. Si conferma il crollo della Lega a vantaggio dell’UDC che supera la soglia psicologica del 10%. Passando all’altra sponda del Verbano, nel Gambarogno, non cambiano gli scenari: il PLR retrocede di un punto, il Centro resta fermo al 15%, la Lega lascia un buon 7% e l’UDC incassa 3 di questi punti e come a Gordola supera il 10% dei voti di lista. Il PS invece è stabile attorno al 14%, mentre Avanti viaggia (4% circa).

Nelle valli del Locarnese si conferma la tendenza cantonale con un marcato calo della Lega controbilanciato dall’avanzata dell’UDC. Lo si osserva bene, ad esempio, in Onsernone, dove i leghisti passano dal 20,26% del 2019 al 12,79%, mentre i democentristi crescono dal 3,14% al 9,6%. Stesso discorso in Vallemaggia: a Cevio l’arretramento della Lega è di oltre 8 punti percentuali; exploit dell’UDC, che raggiunge quasi un +6% in confronto al 2019. In calo anche il PLR, che si conferma comunque nelle sue roccaforti e, in maniera più marcata, PS e Verdi. Tiene, invece, il Centro, che in alcuni casi fa registrare una crescita, come a Lavizzara con un +4,8%. Ottiene buoni risultati, ma meno positivi rispetto alla media cantonale, Avanti con Ticino & Lavoro: dal 2,58% di Maggia allo 0,97% di Centovalli, passando per il 2,26% di Verzasca. Meglio fa, in conclusione, HelvEthica Ticino con consensi che variano tra il 3% ed il 6%, anche se in alcuni casi il neonato movimento non raggiunge l’1%. 

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