Frontalieri, conti da dichiarare

Si avvicina la scadenza del 30 settembre per regolarizzarsi - Soglia d'obbligo da 5 mila euro
Andrea Colandrea
24.09.2014 19:00

LUGANO / COMO / VARESE- Si è parlato tanto, in Ticino, di conti bancari di cittadini stranieri in Svizzera, di autodenuncia in Italia (la cosiddetta "voluntary disclosure" per far emergere i capitali, e siamo ancora in alto mare), di monitoraggio fiscale e di imposte dei frontalieri che dovrebbero aumentare nel breve termine in base al moltiplicatore comunale maggiorato (dal 78 al 100%) e pure di un possibile aggravio dell'onere fiscale a carico di questa categoria di lavoratori nell'immediato futuro, come ha deciso negli scorsi giorni il Nazionale accogliendo il postulato del leghista Lorenzo Quadri (vd suggeriti). Ebbene, mentre si attendono sviluppi politici su questi fronti, gli stessi frontalieri, entro il 30 settembre, sono chiamati a regolarizzare la loro posizione quali tenutari di conti in Svizzera presso l'Agenzia delle entrate, nel rispetto della legge in vigore (il cosiddetto decreto salva Italia). E anche qui, qualche margine di chiarezza in più, per tutti coloro - frontalieri inclusi - che sono tenuti a dichiarare i propri conti all'estero tramite "il modello unico", sarebbe necessario. Chi non avesse ancora proceduto a inoltrare la citata dichiarazione all'autorità fiscale italiana è tenuto a farlo tardivamente, con un modesto aggravio di 25 euro. La tassa base, sopra alla soglia di 5 mila euro di deposito annuo, è di 34 euro. Ma procediamo con ordine.

In questi giorni i CAF - gli appositi centri sindacali di CGIL e CISL, situati nelle vicine località delle province di Como, Varese, Verbano Cusio Ossola, Lecco e Sondrio - sono stati presi d'assalto. Sta per scadere il tempo massimo per compiere le dichiarazioni per l'anno 2014. Il Governo italiano aveva stabilito il principio dell'obbligatorietà di denuncia nel 2009, salvo poi sospendere il provvedimento per due anni. Per l'anno fiscale 2011 l'obbligo era stato nuovamente introdotto, ma molti contribuenti italiani, anche frontalieri, non lo avevano ottemperato, anche perché il decreto era effettivamente stato introdotto un po' alla chetichella, con scarsa chiarezza. Lo stesso Governo, tramite Equitalia, la pretendeva dai suoi cittadini, ma il tira e molla sugli obblighi del monitoraggio fiscale dei frontalieri, aveva fatto sì che chi in quel momento aveva provveduto a compiere la dichiarazione con il relativo versamento dell'imposta una tantum di 34 euro (la minoranza dei frontalieri), poteva farsela riconoscere quale "ritenuta d'acconto" per l'anno successivo, quando l'obbligo è effettivamente scattato e da allora è, appunto, rimasto in vigore.

Veniamo dunque a quest'oggi. L'OCST, fin dagli scorsi mesi, ha allertato tutti i frontalieri a dar seguito all'obbligo della dichiarazione. Andrea Puglia, responsabile dell'Ufficio frontalieri del Sindacato cristiano-sociale, ribadisce che in realtà, "l'obbligo della dichiarazione sussiste unicamente per coloro che hanno mantenuto un conto corrente con una giacenza media annuale di almeno 5 mila euro". Per i contribuenti che hanno una giacenza maggiore (per non parlare di coloro che hanno compiuto investimenti o che hanno proprietà o maturato rendite finanziarie di altro tipo, per i quali sono in vigore altri obblighi fiscali verso il proprio Paese) "la tassa di 34 euro resta immutata".

Alcuni sportelli fiscali, hanno comunque deciso di mantenere l'obbligatorietà della dichiarazione, anche per giacenze inferiori ai 5 mila euro, specifica Puglia. A questo proposito "sussisterebbe l'obbligo per tutti di dichiarare gli interessi maturati sul conto corrente, ma si compierebbe il paradosso di dover dichiarare un conto, senza dover poi pagare alcuna imposta fiscale". Una sorta di esercizio, dunque, fine a se stesso, e quindi ritenuto superfluo. Fatto sta che per rispettare a fondo i termini di legge, occorre far uso di molta cautela. Le sanzioni imposte dall'Agenzia delle entrate, sulla carta, possono essere consistenti. In materia fiscale, in assenza di un quadro normativo più chiaro e, soprattutto, più uniforme per tutti i frontalieri, le cautele non sono mai troppe. Informarsi può essere l'unico valido sistema per prevenire brutte sorprese. E per ora, occhio al calendario.

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