Frontalieri: «Un passo avanti importante»
Non si sono fatte attendere le reazioni dei partiti italiani dopo il via libera del Senato al disegno di legge per la ratifica dell'Accordo tra Italia e Svizzera sull'imposizione dei lavoratori transfrontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni.
PARTITO DEMOCRATICO: «La ratifica del trattato con la Svizzera sui lavoratori transfrontalieri costituisce un importante avanzamento del sistema dei diritti e delle garanzie per i 68 mila lombardi che ogni giorno vanno a lavorare nella Confederazione elvetica dai comuni limitrofi sul nostro territorio nazionale. I numeri ci dicono l'importanza di un Trattato con un Paese che è il sesto di destinazione del nostro export e con cui l'Italia ha la più estesa frontiera», ha dichiarato il senatore del Partito democratico italiano (Pd) Enrico Borghi.
AZIONE: «Evitiamo le rivendicazioni di parte, dovute principalmente alla campagna elettorale in Lombardia - ha detto dal canto suo il senatore di Azione Marco Lombardo- . Il nuovo accordo Italia-Svizzera è una buona notizia, merito del lavoro di tutti. È un atto dovuto per i 90.000 lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera (nei cantoni Ticino, Grigioni e Vallese ndr.)».
FORZA ITALIA: si tratta di «una questione che riguarda non solo i frontalieri della Lombardia, della Valle d'Aosta e della provincia autonoma di Bolzano, ma anche della mia regione, il Piemonte, con numerosi lavoratori che dalla provincia del Verbano-Cusio-Ossola si recano in Svizzera ogni giorno. (...) Questa ratifica (...) segna un passo avanti importante, ma sarà necessario in futuro implementare nuovi accordi con la Svizzera per il ricorso al telelavoro e introdurre in futuri provvedimenti misure per una ulteriore e più marcata fiscalità agevolata per le imprese di quei comuni delle vallate a ridosso del confine, in modo da creare maggiore occupazione, ridurre lo spopolamento e favorire lo sviluppo economico», ha detto il senatore di Forza Italia Roberto Rosso.
GRUPPO AUTONOMIE: «Grazie a quest'accordo - hanno sottolineato il senatore e relatore del provvedimento Luigi Spagnolli e la Presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger - i lavoratori transfrontalieri diventano beneficiari dell'eliminazione delle doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe. L'accordo, in sostituzione a quello del 1974, stabilisce il metodo della tassazione concorrente, che attribuisce alla Svizzera un'imponibilità entro un limite dell'80% di quanto dovuto in base alle normative elvetiche sulle imposte sui redditi delle persone fisiche. L'Italia poi applica le proprie imposte sui redditi ed elimina la doppia imposizione relativamente alle imposte già prelevate nell'altro Stato».
MOVIMENTO 5 STELLE: dal canto suo, il senatore lombardo del M5S Bruno Marton ha commentato così l'accoglimento da parte del governo italiano dell'ordine del giorno da lui presentato: «bene che il governo abbia accolto il nostro ordine del giorno che lo impegna a procedere con l'immediato rinnovo dell'accordo amichevole Italia-Svizzera sullo 'smart working' dei frontalieri siglato dal governo Conte nel 2020 e che l'esecutivo ha distrattamente lasciato scadere. Peccato che abbia invece respinto la nostra richiesta di usare nel nuovo accordo il termine 'lavoro da remoto' al posto di 'telelavoro' che avrebbe consentito un ampliamento dei benefici per i nostri frontalieri».
TUTTI GLI SCHIERAMENTI: tutti gli schieramenti si sono poi detti unanimi che ora anche la Camera italiana dei deputati dovrà approvare il testo affinché, con la ratifica da parte Svizzera, il nuovo regime possa entrare in vigore dal 2024.