Ticino

Fungiatt a bocca asciutta: la stagione dei funghi è da dimenticare

Gli appassionati hanno racimolato un bottino scarso a causa delle condizioni meteo – L’arrivo della pioggia riaccende però la speranza – Francesco Panzini (VAPKO): «La stagione si è allungata, ma difficilmente recupereremo»
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Martina Salvini
23.09.2024 17:45

«Sono andato anche lunedì scorso a camminare. Dopo un’ora e mezza di giro, non ho trovato niente. Una delusione pazzesca». È partita male, per non dire malissimo la stagione dei funghi. Addirittura, Francesco Panzini, presidente della VAPKO, l’associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi, racconta di «una situazione tragica». Frutto di un meteo - perlomeno fino a pochi giorni fa asciutto e ventoso - poco favorevole alla proliferazione dei miceti. «Molti appassionati aspettano questo momento dell’anno con trepidazione». Almeno finora, però, il raccolto è stato scarso. «Si trova poco o nulla in tutto il cantone. E non sto esagerando», spiega Panzini. Eppure, la stagione sembrava essere partita col piede giusto, con le prime «buttatine» già a luglio, quando il caldo umido aveva permesso di raccogliere gallinacci e mazze di tamburo. Poi più niente fino all’inizio di settembre, quando l’arrivo della pioggia aveva riacceso le speranze dei cercatori di funghi.

«Il vento ci ha penalizzato»

«Il vento, però, ci ha giocato davvero un brutto scherzo», sottolinea Silvano d’Alesio, il presidente della Società micologica Luganese, commentando una stagione davvero poco generosa. «La pioggia ci aveva regalato l’illusione che da lì a breve avremmo avuto un ricco bottino. Invece, il vento freddo delle scorse settimane ha bloccato tutto il processo di sviluppo dei funghi». Il terreno, racconta anche Panzini, «è diventato ben presto asciutto e secchissimo». Tanto che trovare una russula, un lattario e, soprattutto, un porcino pareva un’impresa impossibile anche per i più esperti. Chi è più fortunato, «avrà forse potuto imbattersi in una mazza di tamburo in qualche valletta più umida. Il resto rasenta lo zero».

Questo periodo dell’anno, almeno teoricamente, dovrebbe essere il migliore per i cercatori di funghi, che potrebbero facilmente raccogliere un ricco bottino un po’ in tutto il cantone. «Invece, quest’anno, su tutto il territorio cantonale siamo ai minimi». Così, i fungiatt sono costretti a spostarsi in alcune zone del Piemonte, come il Cuneese. O in Svizzera interna, dove la pioggia è caduta in abbondanza nelle ultime settimane. Mentre il Ticino, per ora, è rimasto a bocca asciutta. Al punto da dover annullare la giornata - che si sarebbe dovuta tenere sabato scorso - dal titolo «Funghi: dal bosco alla padella», organizzata nell’ambito dei corsi per adulti. «È un vero peccato - dice ancora Panzini - ma portare la gente nel bosco, dove non si trova un fungo, sarebbe stata una presa in giro». Per la stessa ragione, oggi il corso VAPKO per diventare controllori esperto di funghi è stato annullato. «Era in agenda per la fine di settembre - racconta Panzini - ma la stagione è ormai compromessa e non abbiamo a disposizione sufficienti tipologie di funghi per poter tenere il corso».

C’è ancora tempo

«La speranza, però, è l’ultima a morire», osserva D’Alesio. La stagione, rispetto al passato, si è infatti allungata. «Anni fa si arrivava solo fino a fine settembre o al più tardi a inizio ottobre. Ultimamente, invece, si è tutto spostato in là di un mese, quindi si può arrivare a novembre con ancora qualche fungo sul terreno». I fungiatt tengono quindi le dita incrociate. Anche perché il meteo, negli ultimi giorni, è cambiato. «Finalmente è tornata la pioggia e nuovi rovesci sono attesi anche mercoledì e giovedì, quindi speriamo che qualcosa possa cambiare», osserva Panzini. Le condizioni ottimali, per la ‘‘buttata’’, sono date infatti dalla pioggia e dall’umidità. «È perfetto, quindi, qualche temporale diffuso, a patto che non sia troppo intenso. Inoltre, il fatto che il terreno sia ancora caldo potrebbe darci una mano», dice Panzini. In tutti i casi, potrebbe non bastare a salvare la stagione. «Difficilmente il raccolto sarà abbondante», ammette D’Alesio, il quale invita comunque gli appassionati a non gettare la spugna: «Anche se per ora si trovano pochi funghi, vale comunque la pena uscire per una passeggiata nei boschi». Ma attenzione ad alcune regole, specialmente di sicurezza: «Non smetterò mai di ripetere quanto sia importante indossare calzature adeguate e, soprattutto, essere molto prudenti. Se si individua un porcino lungo una scarpata, meglio lasciarlo lì, evitando di correre rischi inutili».