Furti da un milione: condannato a 4 anni e 3 mesi di carcere

«La sua colpa è grave, sia per il fatto di aver agito come parte di una banda di ladri professionisti, sia per il numero importante di furti commessi, che per l'ingente bottino accumulato». Così il giudice Marco Villa ha motivato la condanna a 4 anni e 3 mesi di detenzione, oltre che all’espulsione dalla Svizzera per 7 anni, nei confronti del 28.enne cittadino rumeno comparso questa mattina davanti alle Assise criminali per una lunga serie di furti commessi in banda in diverse gioiellerie all'interno di grandi magazzini, tra cui anche la Manor e la Migros di Sant'Antonino. Furti che hanno fruttato al gruppo oltre 1 milione di franchi.
L’accusa, rappresentata dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, aveva chiesto per l'imputato, durante la propria requisitoria, una pena detentiva di 4 anni e 10 mesi e l’espulsione per 10 anni dalla Svizzera. Mentre l’avvocatessa Chiara Villa, patrocinatrice del 28.enne, aveva chiesto nel corso della sua arringa difensiva una pena di 36 mesi, di cui 18 da espiare e gli altri 18 sospesi per 2 anni.
Gruppo organizzato
«In sostanza, l'imputato ha fatto dei furti il suo mestiere. E anche se ha più volte detto di aver avuto solo un ruolo marginale in alcune occasioni, la cosa non ha importanza», ha proseguito Villa. «Dal momento che si accetta di far parte di una banda così ben strutturata e dedita al furto per mestiere, ci si associa automaticamente ai reati che vengono commessi e diventa irrilevante chi ha fatto cosa». E ancora: «Proprio perché ci troviamo davanti a un gruppo molto ben organizzato, l'imputato doveva per forza essere consapevole di quello che succedeva e non si è mai dissociato». Inoltre, a mente del presidente della Corte, quello che colpisce nella struttura così ben rodata della banda è «l'intercambiabilità dei suoi singoli protagonisti», persone che erano capaci di assumere, quindi, qualsiasi ruolo quando necessario.
Gioielli e orologi
A carico dell’imputato - sostanzialmente reo confesso - pendevano numerosi capi di imputazione. Ripetuto furto aggravato, poiché commesso in banda (12 gli episodi contestati dall’accusa, di cui 2 tentati), oltre agli altri reati che accompagnavano i furti: danneggiamento ripetuto, violazione di domicilio, furto d’uso di alcune vetture e abuso di targhe. Il tutto commesso in diverse località del Ticino e della Svizzera romanda dal 2017 al 2024 e a danno principalmente - come detto - di gioiellerie situate all'interno dei centri commerciali, a cui sono stati sottratti preziosi e orologi. Refurtiva che è stata solo in parte recuperata.
«Colpa grave»
«L’imputato è membro di una banda ben consolidata venuta in Svizzera solo per commettere furti», ha evidenziato la pp Lanzillo questa mattina in aula. Il gruppo, inoltre, aveva «una buona organizzazione, si muoveva con premeditazione ed accortezza, facendo sopralluoghi e munendosi di tutto il materiale necessario, comprese le vetture». E l’imputato «era dedito a questo ‘mestiere’. Nella banda viene visto come un ‘professionista' di alto livello. Poco importa se avesse un ruolo marginale, la sua è stata una lunga attività delinquenziale e la sua colpa è grave».
Errori e pentimento
Di opinione diversa, naturalmente, la difesa: «Il mio assistito ha compreso di aver sbagliato e preso coscienza della gravità di quello che ha fatto». Non solo. «Ha ammesso subito le sue colpe e il suo coinvolgimento davanti alle autorità e si è dimostrato collaborativo. Si è pentito sinceramente e vuole ricominciare la sua vita in Romania con la compagna lavorando onestamente». Un Paese, questo, dal quale l’uomo si era allontanato appena 20.enne per sfuggire ad una condizione di difficoltà e di povertà, «finendo per farsi coinvolgere da questa banda con la prospettiva di soldi facili».