Hockey su ghiaccio

Gianinazzi: «È stata una partita terribile, abbiamo subito una scoppola»

Per il tecnico ticinese: «Dopo il 2-1 abbiamo voluto strafare, generando una palla di neve che non siamo riusciti a fermare»
©JUERGEN STAIGER
Fernando Lavezzo
25.10.2024 23:22

«Tutti hanno un piano finché non ricevono un pugno in faccia», diceva Mike Tyson. Ecco. Per il Lugano, privo dei primi due centri Thürkauf e Zohorna, è arrivato il momento di rivedere il modo di stare in pista. Nell’emergenza, dovrebbero prevalere disperazione, sacrificio, aggressività. Umiltà, anche. Invece, a Davos, i bianconeri sono affondati alle prime difficoltà, concedendo dapprima lo slot, e poi tutto il resto della pista, ai grigionesi. Reazioni? Zero. Chissà cosa ha pensato Calle Andersson, che nella difesa gialloblù gioca più di 20 minuti, mentre in quella ticinese era considerato superfluo. La speranza è che il rientro di Dahlström e l’arrivo di Schultz possano riportare solidità e personalità a una squadra anche tatticamente in affanno. Con la complicità, ben inteso, degli attaccanti. Ad immagine di Carr e Joly, che dopo essersi mangiati il vantaggio a inizio match, erano in pista in due delle prime tre reti avversarie.

Il Lugano ha iniziato benino. Meglio del Davos. E ha pure risposto subito al primo gol di Stransky, pareggiando con Jesper Peltonen. Ma dopo il 2-1 grigionese, fotocopia dell’1-0 (forse con un tocco di Aebischer, travolto dagli eventi), la squadra di Gianinazzi è sparita, senza mostrare orgoglio. E non inganni la statistica dei tiri (42-37 per gli ospiti), poiché Hollenstein ha avuto la serata facile. Il 3-1 è arrivato al 17’, poi tutto è precipitato.

Una palla di neve

L’8-1 finale non fa una grinza. Ed è anche la sconfitta più sonora nell’era Gianinazzi. «È stata una partita terribile, abbiamo subito una scoppola», ci dice il tecnico ticinese. «Dopo il 2-1, abbiamo voluto strafare per andare a segnare a tutti i costi, generando una palla di neve che ha continuato a rotolare e che non siamo più riusciti a fermare. Abbiamo reagito nel modo sbagliato. Invece di metterla sul fisico e sulla grinta, abbiamo voluto giocare in maniera ancora più offensiva, aprendoci ogni volta. Così non si può vincere nessuna partita. Ho provato a dare degli input, ma non ci sono riuscito. Il primo a dover fare dei passi avanti in queste situazioni sono io. Sono deluso di me stesso, prima ancora che degli altri». Stasera alla Cornèr Arena arriva il Losanna e il Giana dovrà rimettere in piedi lo spogliatoio: «Bisogna reagire come squadra, tutti insieme, difendendo meglio. Molti pensano che il nostro problema siano i pochi gol segnati, ma ne abbiamo subiti 17 in tre gare».

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