Giordania: 15 impiccagioni per terrorismo

Ats
04.03.2017 18:56

AMMAN - Con una decisione che non ha precedenti negli ultimi anni, la Giordania ha impiccato oggi 15 detenuti, 10 dei quali condannati a morte per atti di terrorismo compiuti da gruppi fondamentalisti islamici a partire dal 2003.

Esecuzioni che confermano la linea di fermezza intrapresa dal regno hashemita negli ultimi due anni, a partire cioè dall'uccisione in Siria - ripresa in video - di un suo pilota da parte dell'Isis, bruciato vivo dopo essere stato rinchiuso in una gabbia.

Le condanne erano state emesse dalla Corte per la sicurezza dello Stato, controllata dall'esercito, che non ammette il ricorso in appello presso tribunali civili. Una procedura criticata da molte organizzazioni per i diritti umani, secondo le quali i verdetti sono spesso basati su confessioni estorte agli imputati. Amnesty International ha reagito alle esecuzioni odierne lamentandone "le proporzioni e la segretezza" e definendole "un modo inefficace e insensato di amministrare la giustizia".

Ma il portavoce del governo, Mohammad Momeni, ha affermato che è stato un modo per far capire a "coloro che commettono atti di terrorismo e che minacciano la sicurezza nazionale che andranno incontro allo stesso destino".

I condannati sono stati impiccati all'alba nel carcere di Swaqa, 75 chilometri a sud di Amman. Cinque di loro erano stati condannati per reati comuni, tra i quali lo stupro. Gli altri dieci erano stati riconosciuti colpevoli di avere partecipato ad atti terroristici che andavano da un attacco all'ambasciata giordana a Baghdad nel 2003, in cui morirono 19 persone, fino alla uccisione dello scrittore Nahad Hattar, abbattuto a colpi d'arma da fuoco lo scorso settembre fuori dal tribunale di Amman dove doveva essere processato per la diffusione sui social media di una vignetta giudicata offensiva dell'Islam.

Gli altri reati contestati riguardavano un attacco a turisti stranieri nel 2006 al Teatro romano di Amman, in cui fu ucciso un cittadino britannico, un attacco armato in cui nel dicembre del 2015 morirono due agenti di polizia, una sparatoria tra poliziotti e miliziani dell'Isis nel loro nascondiglio in cui nel marzo 2016 fu ucciso un altro agente e un attacco nel giugno successivo ad una sede dell'Intelligence con cinque morti.

La Giordania partecipa con i suoi jet ai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis in Siria, ma allo stesso tempo si stima che centinaia di suoi cittadini combattano nelle file dello Stato islamico. Ad Amman, quindi, è forte il timore che si moltiplichino gli attacchi dello stesso 'Califfato' sul territorio giordano.

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