Giovanni Merlini: «Con la corsa agli Stati mi gioco tutto»
BERNA - «Correndo solo per il Consiglio agli Stati mi gioco tutto. Ma questo vuole essere anche un chiaro messaggio all’elettorato: non è una scelta di comodo». Giovanni Merlini è pronto a scendere in campo per salvaguardare il seggio lasciato libero da Fabio Abate alla Camera alta e - in attesa del via libera da parte del Comitato cantonale convocato per il 28 giugno - si dice pronto a dar battaglia. «La conferma del seggio è assai impegnativa e la campagna sarà particolarmente insidiosa e combattuta - ci dice - il rischio di essere scavalcati va valutato attentamente e, soprattutto, da non sottovalutare. È evidente che quando c’è un senatore uscente che non si ricandida gli appetiti degli altri partiti crescono e si concentrano proprio su quel seggio».
In tal senso a rivendicare una poltrona agli Stati sono sia Lega-UDC che il PS. Quest’ultimo ha già schierato in campo la consigliera nazionale Marina Carobbio e sta portando avanti le discussioni con i Verdi che, invece, vedrebbero bene un ticket con Greta Gysin. «Di fronte a questi scenari il PLR dovrà fare una campagna molto determinata per cercare di convincere la popolazione che è importante agli Stati mantenere una linea di continuità con una politica fatta di concordanza, di dialogo e soprattutto di capacità di superare gli steccati partitici per il bene del Paese e per difendere in maniera efficace gli interessi del Ticino». Ma allora il partito è pronto a allearsi con il PPD?, chiediamo a Merlini. «Negli scorsi anni i nostri partiti hanno collaborato in modo eccellente alla Camera alta ed è evidente che questa collaborazione ci vorrà anche in futuro. Se possibile ancor più consolidata. È la politica dei piccoli passi che fa andare avanti il nostro Paese. In tal senso so che i presidenti cantonali si sono incontrati nelle scorse settimane, è giusto porsi il problema e avanzare delle soluzioni». Sollecitato invece sulla scelta di correre solo per gli Stati con il rischio, in caso di sconfitta, di dover abbandonare la politica federale Merlini precisa: «La possibilità di correre per entrambe le Camere è stata un’ipotesi che abbiamo discusso all’interno del partito confrontando i pro e i contro. Alla fine ci siamo resi conto che a prevalere sarebbero stati proprio i contro poiché non solo poteva essere letta come una scelta di opportunismo, ma si lanciava anche un segnale che poteva disorientare l’elettorato». In tal senso, «dal momento che volevamo mandare un chiaro messaggio sulla necessità di restare agli Stati abbiamo deciso di concentrarsi solo su questo seggio. Ma è una decisione che ho preso senza alcuna pressione, pienamente consapevole dei rischi. Se all’inizio la doppia candidatura poteva essere un’opzione, riflettendoci ho deciso di non percorrere questa strada».