Gli svizzeri acquistano sempre meno Tesla

Dall'inizio dell'anno gli svizzeri acquistano molte meno Tesla: molti imputano questo improvviso disincanto all'impegno politico di Elon Musk, fondatore e proprietario di una importante quota del marchio americano della auto elettriche, ma la realtà potrebbe essere più sfumata.
In gennaio e febbraio sono state immesse sulle strade elvetiche solo 575 nuove vetture Tesla, una cifra in flessione del 57% su base annua, stando ai dell'associazione degli importatori Auto-Svizzera. Nel solo mese di febbraio la contrazione (-67%) è stata ancora più marcata. Di conseguenza nei primi due mesi del 2025 la casa statunitense ha visto la sua quota di mercato dimezzarsi all'1,9%.
Tesla sta perdendo slancio anche nel comparto dell'usato: il numero di annunci sulla piattaforma AutoScout24 è diminuito del 19% in febbraio rispetto allo stesso periodo del 2024. Le auto d'occasione con il logo a forma di T impiegano inoltre sempre più tempo per trovare acquirenti: in media il 46% in più dello stesso periodo del 2024.
Secondo Christoph Wolnik, vicedirettore di Auto-Svizzera, sulla base solo di queste cifre è impossibile stabilire se il coinvolgimento politico di Musk negli Stati Uniti stia giocando un ruolo nella perdita di interesse per Tesla. «Con un calo dell'8% su base annua anche il mercato globale sta soffrendo, soprattutto a causa della contrazione della domanda», spiega l'esperto all'agenzia Awp.
Inoltre la richiesta di veicoli elettrici non mostra una crescita marcata: le vendite sono salite solo dell'1,5% in gennaio e febbraio e la quota di mercato delle e-car, pari al 30%, è ben lontana dal raggiungere l'obiettivo del 50% fissato per l'anno in corso del piano di promozione dell'elettromobilità elaborato dalla Confederazione d'intesa con il ramo automobilistico.
L'anno scorso la Tesla Model Y è stata pur sempre l'auto più smerciata al mondo, con oltre un milione di vendite. «All'inizio di quest'anno è stata lanciata sul mercato una nuova versione», spiega Laurent Pignot, portavoce del Touring Club Svizzero (TCS).
Per l'imprenditore vodese Patrick Delarive, che possiede una Tesla dal 2009, è chiaramente l'impegno politico di Elon Musk ad aver trasformato l'immagine dell'iconica auto elettrica. «È più facile punire Elon Musk che Donald Trump», spiega il cofondatore dell'agenzia immobiliare Neho, che si dice preoccupato per quanto sta accadendo negli Stati Uniti, ma che ammira comunque l'imprenditore americano.
Presso il Tesla Owners Club Helvetia, che conta circa 500 membri, le cifre dei soci sono rimaste stabili all'inizio dell'anno rispetto al 2024. «I proprietari di Tesla diventano soci per la loro passione per l'auto, non per la personalità di Elon Musk», spiega Patrice Schwab, responsabile della sezione francofona del club.
A suo avviso il calo delle vendite registrato all'inizio dell'anno è normale, poiché la produzione in Germania era ferma. «Nello stabilimento di Berlino, che fabbrica i modelli Tesla per tutta l'Europa, è stato necessario riavviare una nuova linea di produzione per la nuova Model Y (versione 2025), il che richiede tempo». La produzione è ripartita in marzo e le consegne delle versioni standard in Svizzera sono previste per maggio-giugno.
Quindi il coinvolgimento politico di Musk non ha alcun impatto sulle vendite? «C'è sicuramente un effetto, ma non così grande come pensiamo», risponde Schwab. «Ci sono sempre diversi fattori da tenere in considerazione. Per esempio, all'inizio dell'anno scorso il governo tedesco ha abolito i sussidi per le auto elettriche e quando è uscita la nuova Tesla Model 3 (versione 2024), la gente si è precipitata ad approfittare ancora dei sussidi e dei vari sconti: di conseguenza gli acquisti erano aumentati». La sua conclusione: le vendite di Tesla dovrebbero stabilizzarsi nel terzo trimestre e ricominciare a salire nel 2026.
Va pure detto che la perdita di terreno della casa automobilistica americana si inserisce in un contesto di stagnazione generale del mercato dei veicoli elettrici. Secondo il TCS la causa risiede nelle limitate possibilità di ricaricare la batteria a casa. «Quasi il 60% degli svizzeri è in affitto e non può installare un punto di ricarica nella propria abitazione: bisogna fare una richiesta all'autorità locale e questo diventa rapidamente complicato», spiega l'addetto stampa dell'associazione. Chi è proprietario ha poi il problema di quando parcheggia la sua auto presso il posto di lavoro. «Anche le aziende sono riluttanti a installare punti di ricarica, a causa dei costi che comportano».
Pignot esclude invece di considerare come problemi l'infrastruttura di ricarica pubblica e il prezzo dell'elettricità. «Tesla dispone di una rete di punti di ricarica molto sviluppata e i costi di manutenzione di una vettura elettrica sono più bassi di quelli di un motore a combustione, anche se il prezzo dell'elettricità è elevato», afferma.